16 gennaio, 2006

Un ragazzino alle quattro di mattina






Un ragazzino che so chi è, imbottito probabilmente di coca, che la scuola ha cercato di trattenere e sostenere, con i pochi mezzi che ha, è stato in giro a spalleggiarsi con altri, per il mio quartiere, fino alle quattro di mattina, ha rapinato due giovani donne e ne ha violentata una.

Oggi voglio fermarmi alla indignazione.

E alla forza indispensabile del limite, senza il quale ogni cosa è persa.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Pochi mezzi per la scuola, che non riesce ad urlare tanto forte quanto tutti gli altri richiami, che restano i soli determinanti delle scelte (se prevista alternativa). La coca di cui dici, di cui sappiamo essere diffusissima: possibile che non si riesca a sentire di forti interventi d'arresto e sequestro in questo mercato?! Dove si deve colpire perché parta qualcosa?
Se servisse aiuto per la lista dei 20, di cui ho letto, servisse un giurista attento ai problemi della famiglia, potrei.

Anonimo ha detto...

Caro Marco, va bene l'indignazione, ma non fermiamoci a questa... e poi quale "limite", rispetto a situazioni in cui si sommano i disagi e l'esclusione sociale si mescola con le contraddizioni di una città che (in modo analogo, ma per alcuni aspetti diverso dalle altre realtà metropolitane nazionali) si polarizza sempre più?
Non lasciamo che questi episodi vengano strumentalizzati per creare le "nuove classi pericolose", alimentando paure e bisogni di ordine pubblico. Non è di questo che Napoli ha bisogno!
C'è bisogno di nuove politiche sociali e soprattutto di adeguate risorse per realizzarle.

Anonimo ha detto...

Carissimo Marco, riprendersi il territorio è la prima esigenza per il ripristino della legalità, per poter lavorare, studiare, vivere senza dover chinare la testa o guardare da un’altra parte. Rprenderlo non in senso fisico, non solo attraverso la presenza delle forze dell’ordine, non solo garantendo la sicurezza, ma soprattutto socializzandolo, cioè rendendolo abitato dalle istituzioni e dai cittadini.
Ci vuole piu' partecipazione dei cittadini, delle associazioni, delle realtà organizzate del mondo del lavoro, della scuola, dello sport, delle parrocchie e delle chiese, del tessuto produttivo e culturale, degli amministratori locali: una rete di uomini, donne, giovani, di società civile e organizzata.

un caro saluto

Anonimo ha detto...

Un video sul sito RAI:

http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=12831&idCnt=33348&path=RaiClickWeb^Notizie

Anonimo ha detto...

Signori miei...sono nipote e figlio di persone dabbene di sinistra e sono sempre stato di sinistra..ma la mentalità della sinistra oggi sconfina nel ridicolo....
Recupero sociale attraverso la scuola? Ma certo 6 ore al giorno contro le restanti diciotto vissute in un ambiente che educa alla violenza sono determinanti!
Perchè si crede che l'uomo nasca buono e diventi cattivo? L''essere umano è avvezzo al male come al bene con la differenza che fare del male è più facile...e rammantiamo che il cervello umano tende q prediligere la soluzione più facile ai problemi. Quanto alla repressione del crimine...troppe volte ho sentito dire "prevenzione non repressione"..ma, quando la repressione è talmente efficace da essere temuta e scoraggiare il crimine non è da considerarsi preventiva? ... Signori io sono concorde con le vostre politiche di scolarizzazione..ma esse avranno effetto (forse) tra almeno 10 o 15 anni...intanto che facciamo? Lasciamo stuprare l donne e pugnalare i giovani per pochi euro? o Trasicnare le vecchiette per terra fino alla morte per qualche euro? Pensateci..servono misure di emergenza...cioè che agiscano subito...la scolarizzazione e la civilizzazione del territorio sono una soluzione definitiva ma molto lunga e difficile da perseguire...Per noi che viviamo oggi cosa si fa? Si porge la'ltra guancia..? favorite porgere la vostra allora...io non dirò alla mia compagna di farsi stuprare e consolarsi col pensiero che i nostri pronipoti vivranno tranquilli