08 gennaio, 2006

La politica per i giovani è la politica per la città.

La condizione dei bambini e dei ragazzi - dei cittadini che non hanno diritto di voto - sono l'indicatore primo della vivibilità della città.
Dov'è finita la "città dei bambini"?
Oggi ho rivisto il ragazzo - garzone si diceva un tempo - di un salumiere del quartiere. Lo avevo visto qualche settimana fa. Porta pesi per la salita. Si rovina la schiena. E non impara nulla lì. E appena sarà cresciuto un po', perderà anche questo lavoro al nero: 55 euro a settimana per 55 ore di lavoro. Ce ne sono migliaia così.
E' il mio mestiere guardare queste cose. E per anni, insieme a tanti, abbiamo lavorato a questo, con la sensazione di dover svuotare il mare con un cucchiaio....
Ma è anche il mestiere del sindaco. E il futuro sindaco di Napoli deve prendere il coraggio e dire: "Il primo lavoro dei nostri ragazzi deve essere un lavoro legale e dove si impara qualcosa. Vado a Roma. Vado a Bruxelles. Vado a S. Lucia a chiedere, a esigere politiche snelle e forti per questo. E mi danno per questo. Insieme ai ragazzi. alle loro famiglie. Ora. Non domani."
La "città dei bambini"? E' scesa dal 18esimo al 53esimo posto in classifica. Guardatavela la classifica, è istruttiva davvero.
Quando i molti che operano in questo settore, con competenza e dedizione, hanno detto alla giunta uscente che così non andava, abbiamo anche organizzato le assise per l'infanzia e l'adolescenza che furono un successo: quattro grandi assemblee territoriali, le commissioni di lavoro che hanno riunito realistiche proposte. Abbiamo indicato quali progetti funzionanti potevano diventare servizi stabili. Ne abbiamo elencato le condizioni e le modalità.
Il passo successivo spettava alla politica: non limitarsi alla routine ma dare seguito alle proposte, curare la continuità, concentrarsi sulla costruzione dei servizi e sul coordinamento tra assessorati.
Siamo tornati con i dati dell'anno scorso, mostrando che cresceva il divario con le altre città italiane, le quali migliorano quando ogni cantiere educativo ha costruito un servizio con gente qualificata e che lavora con costanza e quando il criterio del coordinamento tra competenze che si devono integrare prevale sulle divisioni.
E' questo che è mancato.
Quando abbiamo espresso disappunto o indignazione, ci hanno chiamato catastrofisti.
I bambini sono cittadini quanto noi anche se non votano... Peccato se continua così.
Una ripresa della buona rotta è possibile. Ma non con il metodo dello scarica barili tra assessori, del rimandare e dell'appellarsi ogni volta all'emergenza. Né con le persone che hanno di fatto interpretato questo metodo. No good.
Le competenze in materia di infanzia e adolescenza vanno riunite. Il sindaco ne deve diventare il garante. Deve aprire subito un tavolo, se necessario anche conflittuale, con gli altri enti locali e con il governo nazionale, sull'emergenza delle giovani persone a Napoli, che oggi sono in pericolo e ci mettono tutti in pericolo. Perché non hanno diritti né prospettive.
La politica per i giovani - in una città giovane - è la politica per la città.
I buoni progetti vanno ripresi, valutati, migliorati, inquadrati in una istituzione educativa, sempre annunciata e mai fatta.
Le tante buone competenze vanno subito rimesse in campo, premiate, ben coordinate.
Avete sentito parlare di questo da parte del sindaco uscente, degli assessori?
Vedete tale determinazione?
Francamente, io no.
La ripresa della buona rotta significa un ricambio politico in città. Ora.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho letto le dichiarazioni di Marotta al Corriere del Mezzogiorno sulla questione primarie, e francamente non sono rimasto contento… Per chi è interessato ho postato l’intervista ed un mio commento su http://www.napolionline.org

Intanto, propongo ai blogger ed all’amministratore di attivare da subito un forum sul web, che possa precedere e sollecitare la discussione dal vivo.
Se siete d’accordo posso attivare in poche ore su napolionline uno spazio dedicato al programma di governo per Napoli, suddividerlo per aree (legalità, traffico, urbanistica, ecc.), prevedere l’invio di file allegati e cose del genere, e avviare una discussione seria sulla città che vogliamo. Anzi potremmo scegliere di chiamarlo proprio lacittachevogliamo.napolionline.org
Aspetto adesioni…..

Anonimo ha detto...

Ho seguito il tuo consiglio e sono andato a vedere la classifica. Napoli è inserita in un gruppo di città giudicate "sufficienti". Magari in altri settori fossimo giudicati "sufficienti"!!!

Anonimo ha detto...

è ossigenante la riesumazione di coscienze che in questi giorni si va concretizzando nella nostra città, che giace esanime in una condizione di umanità disumanata .
ripartiamo dal basso e dalla qualità della democrazia, risorsa di cui, come con l'acqua, ci rendiamo conto della assoluta necessità solo quando ci manca o sfioriamo la tirannia o la bandiera bianca della resa .

ripartiamo dalla passione per la Politica,..... dalla speranza di costruire percorsi ai giovani strappandoli al bullismo, al protagonismo negativo e alla piovra consumistica-camorristica che li attanaglia,......

ritroviamo attraverso la passione dell'agorà e dello spazio colettivo, reale e perchè no anche virtuale, l'entusiasmo di discutere e costruire insieme un futuro per questa città DISPERANTE e DISPERATA che oggi non si intravede , anche per colpa di una classe politica distante, autoreferenziata e 'invincibile' nella sua torre di avorio .....

non si sa da dove partire ma se dobbiamo operare scelte prioritarie
il pensiero va ai giovani, alla educazione civica, alla lotta per la legalità, basata sulla dignità della persona. Marco, capisco che ti senti inadeguato ma potresti essere in bella compagnia e parti da questo HUMUS: se non partiamo dalla malapianta su cui è costruita Napoli, che abbandona i propri figli per strada sperando che i percorsi civili siano manna dal cielo, continueremo a camminare nel baratro.

..... possiamo darti una mano in tanti e tu potresti diventare chiave di volta per un nuovo rinascimento , dal basso, federale e forte PROVIAMOCI siamo con te


NICOLA COTUGNO