26 marzo, 2015

Un "normale" martedì di marzo

Un mio articolo scritto dopo alcune scene impressionanti avvenute nella periferia est della città e pubblicato su Repubblica Napoli il 25 Marzo.

E’ un normale martedì di marzo. Ma è un tempo di seria riflessione per la nostra città.
Ponticelli. Le telecamere dei carabinieri riprendono una strada per vari mesi. Lo si capisce dagli abiti delle persone riprese. Prima calzoncini e magliette. Poi abiti invernali. Sono scene che si ripetono nel tempo. E’ un luogo dove non vi è la legge. Non è un singolo episodio. E’ la ripetizione nel tempo che colpisce. Con una normalità della scena, una consuetudine nei gesti. Il monopolio della forza sul quale si basa ogni stato di diritto è evidentemente eclissato. La via è in mano, mese dopo mese, episodio dopo episodio, a bande, giovanissime, che vengono, vanno, ritornano. Gli abitanti sono terrorizzati.
I giudici, i carabinieri, i funzionari della Questura ripetono che non sembra l’Italia. Lo ripetono con voce misurata e affaticata, in modo accorato, dolorante. Colpisce che dicano questo dopo avere appena arrestato oltre 60 persone di tre diversi clan. Non cantano affatto vittoria. Non minimizzano, non sono soddisfatti. Molti degli arrestati sono giovanissimi. Giudici e forze dell’ordine parlano con toni preoccupatissimi. Dicono che si deve fare molto di più. Chiamano a una nuova stagione di impegno straordinario tutte le istituzioni e la nostra comunità. Hanno ragione.
Dobbiamo fermarci a capire cosa sta succedendo. Guardo queste scene sullo schermo con gli amici che lavorano da anni in questi quartieri, insegnanti, operatori del sociale che hanno, nel tempo, costruito una conoscenza, una competenza straordinaria, unica in Italia.