Un mio intervento su La Stampa del 14 Gennaio. C'è l'urgenza che si parli di scuola in questa campagna elettorale.
Caro Direttore,
In questi giorni sento una fortissima urgenza: che si parli di scuola, di com’è, di come deve diventare. E sogno una campagna elettorale che sappia farlo. In modo positivo e dunque riparativo e innovativo. E rispettoso e dunque partendo da quel che già si fa.
Quando sono stato chiamato a fare il Sottosegretario all’Istruzione avevo appena finito un’inchiesta per La Stampa, a più puntate, in cui avevo intervistato docenti e dirigenti di tante scuole. Emergeva una scuola competente e battagliera, che s’interroga sul futuro educativo del Paese. E che innova nonostante le difficoltà. Cose concrete… Come abbiamo messo su un laboratorio scientifico. Come ho fatto fare volontariato ai ragazzi del mio liceo. Come abbiamo messo intorno a un tavolo genitori e insegnanti in modo da condividere un’idea educativa, ciascuno facendo la sua parte anziché rimpallarsi le colpe. Come uso la lavagna multimediale imparando io, a mia volta, dai miei alunni. Come porto i bambini a leggere le costellazioni nel cielo. Come metto su un’orchestra o una compagnia che recita in un teatro vero. Come consolido bene l’Italiano e la matematica in un quartiere di periferia.
Dopo un anno nel quale ho incontrato oltre cento scuole girando dal Nord al Sud e dove, certo, ho visto scuole in difficoltà che chiedevano aiuto, ho soprattutto avuto la conferma che esiste questo grande, prezioso esercito civile di gente capace di misurarsi con nuovi modi di apprendere. E anche capace di valutare il proprio operato sulla base dei risultati, come si fa in tutto il mondo. Così, mi sono ulteriormente convinto che chiunque governerà questo Paese deve poterne sostenere l’azione quotidiana, per davvero.
Ho anche fatto i conti con i grandi numeri, che sanno dire molto. Eccone alcuni, di segno anche diverso.
Noi integriamo ogni giorno nelle nostre classi, in modo sereno e serio, 200 mila bambini e ragazzi con disabilità. Nessun altro Paese lo fa da così tanti anni. E oggi finalmente capita che altre grandi nazioni ci guardano con ammirazione, pensando di volerci imitare. Tanto siamo avanti che una delegazione del governo francese è venuta e mi ha chiesto: come fate a fare una cosa così importante, i primi tra i paesi OCSE, da 30 anni?
Accogliamo, poi, 750 mila bambini e ragazzi stranieri. Parlano italiano ormai come prima lingua, lavorano per raggiungere gli obiettivi curricolari in tutte le discipline insieme ai nostri figli; diventeranno – presto, si spera – i loro concittadini a tutti gli effetti. Un signore che ha un banco in un mercato di Roma, che si chiama Mustafà, mi ha detto: “il vero porto che mi ha accolto sono state le maestre dei miei tre figli nelle vostre belle scuole”.
Ma è pur vero che la maggior parte dei 40 mila edifici nei quali vivono ogni mattina i nostri figli hanno cinquant’anni e passa. Molti hanno avuto buoni interventi, molti no; e pochi sono ecosostenibili. Un noto economista - quando gli ho chiesto “senti, ma, anche al di là della urgenza civile, nell’ottica della ripresa economica, conviene investire in questa storia?” - mi ha mostrato perché la risposta non può che essere “sì”.
Poi, troppi bambini e ragazzi imparano troppo poco e il 18,3 percento dei nostri ragazzi, quasi sempre figli di poveri, non raggiungono una qualifica professionale né un diploma di scuola superiore. Sono scandalosamente troppi. Dobbiamo migliorare presto gli apprendimenti di tutti e di ciascuno e battere la dispersione scolastica. Nel Sud abbiamo iniziato a costruire una rete di scuole che si dedicano a questo. Ma ci vorrà costanza e dobbiamo estendere l’impegno ovunque.
Caro Direttore,
Vorrei, ora, dire la cosa più importante, in modo pacato. La scuola italiana è stata indebolita da un disinvestimento culturale e politico che si è tradotto in tagli per 8,4 miliardi di euro nel triennio 2008-2011. E’ una somma enorme, che ha intaccato da allora le risorse correnti. Quando, tra qualche anno, si studierà questa cosa, ci si troverà dinanzi a una vera e propria cesura nella storia d’Italia. Infatti, né in tempi di penuria economica, come all’avvio dello stato unitario, né durante le guerre, né nei periodi di crisi e di ricostruzione si erano tolti così tanti soldi al sistema d’istruzione. E ci si domanderà perché è avvenuto e soprattutto perché è avvenuto in assoluta controtendenza con il pensiero economico, sia di ispirazione socialdemocratica che liberale, che riconoscono nell’istruzione - oltre che il principale fattore di tenuta della coesione sociale e di discriminazione positiva a favore di chi parte con meno nella vita - la prima leva per la crescita equilibrata e duratura e anche per la fuoriuscita dalle crisi.
Ora è assolutamente vitale riprendere una seria politica di investimento. Ci vuole una stagione capace di produrre un’inversione di tendenza, un cambio di rotta. Bisogna, infatti, passare dalla logica della spesa a quella dell'investimento. Obama ha nominato gli investimenti per la scuola molte volte nel suo discorso dopo la vittoria elettorale e non c’è paese al mondo che affronti questa crisi tagliando i fondi per il sapere.
Si tratta, insomma, di operare una sostanziale innovazione nel paradigma con il quale l'Italia guarda alla sua scuola e discutere del come reperire le risorse necessarie. Significa anche restituire a docenti e alunni la possibilità di guardare al domani della propria comunità con fiducia e speranza, non doversi trincerare nella difesa e nel mantenimento di quel che c'è e progettare il futuro attraverso nuove e più avanzate proposte.
Ecco perché questa campagna elettorale deve parlare da subito di scuola.
6 commenti:
Peccato che il suo articolo (e se vogliamo anche il titolo) non è finito con PUBBLICA!
Come ha il coraggio di scrivere che i tagli sono stati effettuati nel triennio 2008-2011? Come può tacere che il governo di cui LEI ha fatto parte ha proseguito nella stessa direzione, umiliando la scuola e gli insegnanti? Si vergogni.
Gentile Marco Rossi Doria,
tra le tante cose che c'erano da fare per la scuola andava annoverato un corretto reclutamento degli inseganti. Io, abilitata ormai nel 2008 e in attesa da quattro anni nelle GaE della mia provincia, sarò superata (anzi, proprio rimpiazzata) da gente che ha vinto il "concorsone" in modo ignobile. Mi riferisco al fatto, risaputo ormai da tutti noi "addetti", che ci sono state enormi irregolarità nelle modalità di svolgimento delle prove. Moltissimi hanno copiato di tutto e di più, agli scritti. Tutti se ne sono accorti e tutti ne parlano (e non in Sicilia... ma in Veneto, per esempio, che è la mia regione!). Meditate, vi prego. Avete indetto un concorso ingiusto (in nome dell'apertura ai "giovani", cosa che si è rivelata più che falsa) sulla NOSTRA PELLE! Le assicuro che io avevo una grandissima aspettativa nei confronti del suo sottosegretariato e ho ancora grande stima del suo lavoro. Ma l'"operazione" concorso mi ha sdegnata profondamente. La prego, mediti su quel che è accaduto (visitando, magari, il sito orizzontescuola e le denunce che vi arrivano a frotte). Grazie. Cecilia Brugnoli
Buon giorno sono Valeria Fagnano la mamma di un bambino di nove anni affetto da sindrome autistica Nicola,leggo scritto qui in alto che tutti i commenti sono graditi, spero anche il mio, che forse non ha nulla inerente all articolo che ho letto ma mi permetto di farlo , chiedendo anche scusa, a nome non mio ma di mio figlio che frequenta la terza elementare nel plesso Papa Giovanni 23° di Trani Bt, e che dopo tanti anni di cambi per quanto riguarda il sostegno e dopo l anno scorso da dimenticare in cui la maestra lo urlava e lo mortificava , quest'anno all inizio di quest'anno precisisamo avevamo avuto la bellissima notizia che il nuovo maestro di sostegno sarebbe restato accompagnando Nicola sino al quinto anno di primaria, felici di aver trovato un ottima figura maschile , felici di aver visto affiatarsi e ritrovare fiducia in Nicola, felici di vedere riprendere le attività e di vedere quei progressi che l anno scorso erano stati vanificati da una maestra che diceva che non serviva a nulla portare un bimbo autistico a scuola, felici di non dover più chinare il capo e dire grazie a coloro che ci dicevano di farlo perchè ci era stato concesso il sostegno, ma io lo dico sempre grazie ogni anno che termina l anno scolastico e ogni anno che inizia lo dico ogni volta che vedo i maestri perchè so che significa stare dietro un bimbo autistico,dico grazie anche ora, anzi stamani , che ho avuto la notizia che l attuale sostegno terminerà questo anno e per l anno nuovo non ci sarà , perchè i tagli non permettono di avere cuore, perchè mio figlio che ha si è sempre affidato a chiunque il provveditorato gli abbia affiancato buono bravo pessimo, ma no questa volta non posso dire ancora si non posso dire chino il capo le spalle, non riesco a lasciar perdere, voi non vedete la felicità negli occhi di Nico quando pronuncia :" Io a scuola e maestro Marco." e lo vedete prepararsi e correre a scuola , voi non sapete i progressi che quest' anno ha fatto con il suo maestro nella scrittura nel parlare nei suoi rapporti con gli amici voi non lo vedete , si sono una mamma dispiaciuta molto moltissimo, vorrei piangere ma non ci riesco , si sto ancora una volta chiedendo Aiuto si Aiuto, ma non per me, per Nico che non vi può dire quello che prova.Mi sento impotente vorrei chiederVi perchè, si lo so ci sono casi più gravi di mio figlio ma vi prego perchè??? Perchè farci ricominciare tutto da capo a settembre, perchè riproporci di nuovo tutta l ansia degli anni passati , Vi prego cosa chiedo in fondo che vengano terminati questi ultimi due anni con il suo maestro, che ci sia solo questa piccola continuità, vi prego non chiedo nulla in fondo solo che il mio Nico venga ascoltato nulla di più una voce nel vociare una vocina che chiede solo perchè!
Vi ringrazio e mi scuso ancora per il disturbo e lo sfogo.
Valeria Fagnano e Nicola Elio Binetti ed il maestro Marco Galiano
Cari Valeria, Nicola e Marco,
vi ringrazio davvero per questo “commento”, che è piuttosto un intervento riguardo a un tema delicatissimo, una testimonianza diretta delle difficoltà ma anche dei grandi successi a cui può portare un sostegno ben organizzato.
Lo so bene- perché mi sono occupato di integrazione e bisogni educativi speciali per moltissimi anni, prima da maestro e da formatore e poi negli ultimi 15 mesi da Sottosegretario- la discontinuità, in cose come questa, è dannosissima. Quando si costruisce un legame solido tra insegnante e ragazzo, soprattutto, cambiare di nuovo significa ricominciare tutto da capo.
E so bene, anche, ne ho persino scritto altre volte, di come le figure maschili- purtroppo ormai molto rare nell’insegnamento- siano fondamentali e riescano a interpretare il loro ruolo in modo diverso dalle maestre. Cosa necessaria, che fa bene alla crescita dei ragazzi, che hanno estremo bisogno di punti di riferimento sia maschili che femminili a scuola.
Come sapete ho appena ricevuto un nuovo mandato da Sottosegretario. Intendo quindi continuare a lavorare perché si continui ed estenda il lavoro che abbiamo cominciato proprio per migliorare il sostegno e mettere in condizione le scuole di rispondere ai bisogni educativi speciali di ogni bambino e ragazzo.
Lo abbiamo fatto con una direttiva sui bisogni educativi speciali, con alcune norme sull’autonomia scolastica che potranno aumentare la stabilità del personale- anche quello di sostegno. Cosa manca perché queste cose entrino a regime? Un po’ di risorse. Quando sono arrivato al MIUR erano stati sottratti dal bilancio delle scuole oltre 8 miliardi di euro. Davvero troppi. Abbiamo messo un primo stop ai tagli, ma non basta. Come ho detto sempre, occorre restituire risorse alle scuole a cominciare da subito.
Un grande augurio a tutti voi di cuore
Marco Rossi-Doria
Sottosegretario Rossi Doria la ringrazio per tutto , per la cortese risposta, la ringrazio e ringrazio tutti coloro che le sono affianco per aver preso in considerazione anche noi piccole famiglie di bimbi con sindrome autistica, grazie di cuore! Valeria Fagnano
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