Questo articolo è stato pubblicato su La Repubblica di Napoli il giorno 30 Settembre.
Sono giornate di ripresa e di turbolenza politica. E non è facile orientarsi.
La vicenda giudiziaria che riguarda il Sindaco di Napoli è venuta proprio nel momento in cui iniziavano a scaldarsi i motori in vista delle elezioni del consiglio metropolitano ma soprattutto della lunga campagna per la guida della regione.
La reazione del Sindaco alla vicenda che l’ha coinvolto è disarmante. Insomma, si sa: le regole possono non essere le migliori; però, una volta date, lo sono per tutti; e lo sono di più per chi ha maggiori responsabilità. Questa è la loro natura, la loro sintassi. Parlare di regole esattamente in questo modo – come ha sempre fatto, con enfasi, il Sindaco - salvo poi smentire questa linea, con toni smaccatamente anti-istituzionali, quando capita a lui, è smentire la sintassi stessa. Per il posto che ricopre (e anche non volendo considerare la sua storia e le sue posizioni pubbliche su analoghe vicende), Luigi de Magistris era chiamato a rispettare i modi e i toni che sono confacenti alle responsabilità istituzionali che riguardano la guida della terza città d’Italia. Non l’ha fatto. Perciò, sulla vicenda in sé, vi è ormai poco da dire. Perché ha detto lui da solo che il suo orizzonte è fuori dalla responsabilità pubblica.
La cosa, però, assume una forte valenza negativa per i cittadini, ben oltre quel che avverrà al sindaco: sospensione, dimissioni o lento tira e molla.