07 dicembre, 2012

Scampia: le maestre sono lo Stato

La foto viene da qui

In alcuni territori difficili le maestre sono lo Stato (l’ho detto qui e qui). E dimostrano professionalità, coraggio, determinazione proprio nei momenti più duri. E’ questo il caso delle maestre della scuola materna di Scampia nel cui cortile pochi giorni fa è avvenuto l’ennesimo omicidio di camorra.
Napoli sta vivendo una nuova recrudescenza della violenza criminale. L’opera repressiva ha consentito di chiudere alcune piazze di spaccio, ma la difficoltà e la complessità sono grandi.

Un fatto come questo fa orrore a tutti e diffonde la paura tra chi ogni mattina manda in quel quartiere i bimbi a scuola. Ci sono momenti in cui i gesti simbolici contano. E’ per questo che stamattina mi sono recato nella scuola dell’infanzia “Eugenio Montale”. Ho trascorso del tempo con il dirigente scolastico, le maestre, i bimbi e le mamme, insieme all'amico Don Fabrizio Valletti. Tanti vecchi amici. E’ arrivato il Ministro Cancellieri, lo staff del Ministero dell'Interno, il prefetto. Abbiamo parlato con il presidente della municipalità e parlato  ancora con le mamme e le maestre. Un segnale forte di presenza istituzionale. Il Ministro ha raccontato il lavoro di repressione che si sta svolgendo. Che è importantissimo, perché senza il controllo del territorio è impossibile fare le cose.

Ho pensato: cerchiamo di non dividerci come al solito tra favorevoli all’invio dell’esercito “perché questa è una guerra” e contrari perché “serve ben altro”. 
E proviamo per una volta a capire e ascoltare chi in questo territorio vive, lavora, fa volontariato. Persone in mezzo a tante difficoltà, che in questo momento hanno anche paura e hanno diritto alla sicurezza. 
Allora questo è il mio pensiero: serve una strategia ampia, di lungo respiro, perché non sono cose che si risolvono in un mese. Serve dare un orizzonte largo, con tante azioni diverse che si tengono la mano. La repressione e la presenza di mezzi ingenti per il controllo del territorio è un aspetto. Non sono un esperto di ordine pubblico, ma di questo son convinto. Insieme a questo ci sono gli altri aspetti indispensabili: la cura dell’infanzia, l’istruzione, la lotta alla povertà. Le due cose insieme. L’ho scritto tante volte, abbiamo lavorato in molti a ciò, abbiamo studiato i modelli in giro per il mondo. 

E su questo, in questi mesi, qualcosa abbiamo messo in campo: partiranno con il nuovo anno i prototipi contro la dispersione scolastica nelle zone di massima esclusione sociale ed economica del Mezzogiorno, finanziati con 100 milioni, che prevedono anche il riutilizzo dei beni confiscati alle mafie per spazi di aggregazione giovanile e il coinvolgimento del privato sociale.  In queste stesse aree arriveranno anche un po’ di fondi per gli asili nido. E' un lavoro lungo e complesso e mancano ancora altri tasselli, fra cui qualche azione decisa per combattere la povertà e promuovere l’autoimpiego dei giovani, anche con qualche prestito bancario vero, magari. 

La scuola è un presidio fondamentale. E sta davvero facendo la sua parte. Dobbiamo fare costante manutenzione delle cose che funzionano, aprire presto i cantieri promossi con i soldi europei, evitare sprechi, dare soldi al buon privato sociale napoletano che è allo stremo, rigenerare bene le risorse sui tempi lunghi, valutare con rigore i risultati. E’ un impegno culturale e concreto possibile.

1 commento:

Paolo ha detto...

Gentile Rossi Doria,
per debellare gran parte del potere e della propagazione criminale suggerirei di legalizzare le droghe, superando le caparbie impostazioni proibizioniste fin qui seguite. I vantaggi sarebbero immensi: decremento drastico, nella misura del 60-70%, dei proventi criminali; liberazione di magistratura e forze dell'ordine dal peso dei reati legati alle droghe, concentrando risorse, presenze e attività nella repressione di altre fattispecie delittuose (estorsioni, reati ambientali, delitti contro la P.A., etc.); minore disponibilità di risorse per prestiti ad usura; ridotta capacità corruttiva nei confronti di forze dell'ordine; decrescente incidenza sugli esiti elettorali e sulla vita istituzionale; venir meno del circuito dell'induzione ad opera degli spacciatori al minuto; possibilità di un controllo chimico sulle sostanze, riducendone tossicità e letalità; cessazione di una preminente fonte di finanziamento di organizzazioni terroristiche internazionali e di governi-canaglia. Per le ragioni accennate, considero l'antiproibizionismo delle droghe una delle supreme urgenze del nostro tempo storico. Sarei interessato a conoscere la sua idea.
Paolo