19 aprile, 2007

Parlerò al congresso DS di Firenze

Domani parlerò al congresso nazionale dei DS a Firenze.
Sono stato invitato da Andrea Ranieri, responsabile nazionale scuola, come uno degli esterni che porta testimonianza di analisi e di proposta. Lo vivo come la continuazione del mio lavoro di questi mesi a sostegno dell’azione di governo nell’ambito della scuola e dell’educazione. Sto facendo il tecnico. Sto operando nella logica di fare funzionare meglio le cose sapendo bene che si tratta di una fatica contraddittoria, di un artigianato imperfetto. Sono stato chiamato nella segreteria tecnica del vice-ministro Bastico, DS, per occuparmi del nuovo obbligo di istruzione a 16 anni. Faccio parte della commissione nazionale sulle indicazioni per la scuola di base che dovranno sostituire quelle della Moratti. Lavoro per ottimizzare fondi e dispositivi sulla dispersione scolastica – una vera piaga dell’Italia che nega i diritti dei ragazzi più poveri, soprattutto meridionali. Certamente parlerò di scuola, di esclusione dei giovani, di un welfare nuovo per il Mezzogiorno – come ho anticipato al cronista de Il Mattino di oggi.
Ma ho pochi minuti di tempo e intendo usare questa tribuna per dire alcune cose di carattere politico generale. Ecco la scaletta che mi sono fatto:
1. Non sono mai stato iscritto ai DS né al PDS né al PCI. Non ho mai avuto una tessera di partito. La politica così com’è non mi attrae, come a tanti. Sono interessato al Partito democratico e voglio il confronto vero ma non aderisco ora e certamente non aderisco al buio. Si può fare politica anche altrimenti, sono 30 anni che lo faccio. Penso, dunque, che non sia un’opportunità in sé e per sé ma solo a determinate condizioni.
2. L’interesse politico per il sommovimento prodotto dalla proposta del PD non sta dunque nel essere a favore o contro “a prescindere” ma nel seguire e giudicare serenamente il processo e, però, volere e sapere declinare le condizioni o almeno alcune condizioni-chiave capaci di avere una valenza assolutamente dirimente sia reale che simbolica. E tali condizioni, a mio parere, sono legate almeno ad alcune questioni prioritarie che riguardano la vita della società in cui viviamo e quella di ciascuno.
- Una prima questione riguarda il merito delle politiche verso i più deboli e verso il Mezzogiorno: si devono scegliere le vie di un welfare nuovo e davvero partecipativo e inclusivo e dedicarci ingenti risorse ma senza più sprechi. Farò brevi esempi.
- Una seconda questione riguarda la scelta dei gruppi dirigenti e degli amministratori a tutti i livelli: interessa che davvero si inverta la rotta e si scelga in modo democratico ma anche per merito e competenze, perché si è portatori di esperienze e di sapere, perché si è praticato metodo e cultura partecipativi.
- Una terza questione riguarda una radicale inversione delle politiche per l’ambiente. L’agenda di Al Gore, per intendersi, è l’agenda dei giovani e va sostenuta subito e nei fatti e implica scelte e giudizi su classi dirigenti.
- Qualsiasi sia l’alchimia tra partiti sulla legge elettorale una cosa è certa: il listone scelto dai vertici dei partiti è intollerabile. E – sia chiaro - non basta aggiungere l’antidoto delle primarie. Gli elettori devono poter scegliere. Gli elettori!

Spero di trovare il ritmo e il piglio giusti. Farò sapere e metterò qui il dettaglio dell’intervento.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sembrano argomenti concreti che vanno al centro delle questioni.
chi lo sa, tante volte non si può mai sapere...
speriamo che troverai il ritmo ed il piglio giusti!

pirozzi ha detto...

una volta lessi che d fronte al dilagare del colesterolo, in Germania mi pare, si decise di alzare il tasso che segnava il colesterolo grave. così si abbassò la percentuale di rischio da colesterolo.
credo che dovremmo fare la stessa cosa.
di fronte alla crisi della politica, noi dovremmo ampliarne la semantica. inserire nella politica anche chi, come dice Marco, la fa senza appartenere a nessun apparato "politico" esenza che gli venga riconosciuta la qualifica di politico. eco, se allarghiamo il tasso della politica ci sarà una politica più larga. aria, aria!
il fato che tutto questo non succederà facilmente perchè si entra nel tasso della politica solo per cooptazione e, come diceva Saba, gli taliani non hanno tradizioni parricide.
non c'è bisogno di pigli particolari se uno afferma questa evidenza, che c'è un fare politica più esteso della Politica e che il problema non è se si entra o se si guarda con attenzione il PD, ma se è il PD che guarda a questo sforzandosi di trovare qualche piglio e qualche ritmo giusti.
credo che la storia di Marco "tecnico" sia interessante e sia un modello, apatto, che come si evince dalle parole di marco, il tecnico non si e ci illuda d'essere un competente neutro, ma un competente con saperi ricchi di "parte", anche epistemologica (non volevo dire etica), perchè una tecnica orfano di opzioni di fondo non esiste. marco lì è la presenza di una cultura. è successo con l'ecologia (gore ne è forse esempio), con le donne (pochissimo e male, ma i discorsi sulle "differenze" li hanno prodotti loro), con la medicina, un po' con le politiche sociali, forse con qualche "urbanistica". con marco speriamo che accada per una nuova cultura dell'"apprendimento". la democrazia ha bisogno di tecnici così, di tecnici epistemologici mi verrebbe da dire, di interfacce della e con le città, di dare loro ascolto e potere. difficile, ma inevitabile affrontare il pobbblema.
la città e la sua democrazia si reggono su queste persone, spesso ignote e invisibili, che fanno politica senza spesso neanche sapere di farla. ecco, forse io ci andrei a dire questo, non lo accenerei solo per mediazione retorica, al Partito democratico. in nome dei sacri principi della democrazia rappresentativa mifarebbe piacere che Marco e chi con lui (?) rappresentasse queste presenze politiche. ma io sono un po' lombrosiano: quelle facce di fassini e dalemimi e anche veltrini non mi convincono. quasi quasi gli misurerei il cranio.

Anonimo ha detto...

In bocca al lupo!
La scaletta promette bene.

(Luciano)

Maestrosm ha detto...

caro Marco, il tuo ragionamento è interessante, però secondo me il partito democratico a Napoli esiste già da circa 20 anni con Bassolinio e De Mita ed altri, con i risultati che anche tu conosci, e sono gli stessi che faranno parte del nuovo partito democratico, quindi ci sono poche speranze di novità, per me è finita la demagogia politica di D'Alema e Fassino.

Anonimo ha detto...

Sarebbe stato bello se nel tuo intervento avessi sottolineato la percentuale di amministratori locali del centro sinistra inquisiti o già condannati per mafia o reati finanziari. E se magari avessi chiesto alla platea cosa prevede il manifesto del nuovo PD in merito a questo dato inquietante. Avresti ricevuto in cambio applausi di solidarietà, sorrisi imbarazzati e la certezza di non essere mai più invitato a parlare.

Anonimo ha detto...

Il nuovo che avanza !!! Eccolo :

http://www.radioradicale.it/schede/view/id=223526/

Per andare per dove dobbiamo andare...per dove dobbiamo andare ?

Questo Totò qua...non fa proprio ridere...

Anonimo ha detto...

Acquaiò, comm'è l'acqua ?

Giuvinò ! E' manc'a neve !

Ma la Iervolino a Firenze non c'era ? Tanto per completare il rinnovamento !!!

Anonimo ha detto...

il link esatto dell'intervento di "Totò" Bassolino è questo...

http://www.radioradicale.it/modules/archivio/playmedia.php?IdIntervento=2087966&m=47

SalutandoVi indistintamente...

Confucio