E sulla difficoltà di far valere le ragioni di chi propone e promuove lavoro dal basso o temi o compiti insieme ai cittadini, associati e non, nel campo della politica-politica, lì dove le decisioni si vorrebbero/dovrebbero prendere. Lo sguardo di chi ha parlato è stato inevitabilmente strabico: da un lato cosa cercano di fare i cittadini attivi e dall’altro come si muove e si struttura o de-struttura oggi la politica, “nei palazzi” – come diceva Pasolini. I nessi - faticosi da costruire o mancati - e gli scarti tra politica partecipata e palazzi: questo è stato il campo indagato.
Provocato da una domanda di Norberto Gallo sull’esito del mio tentativo di portare istanze nate fuori dai partiti nel PD, io ho brutalmente confessato che il tentativo è fallito per mancanza del campo che era stato promesso, evidentemente disatteso dalle vicende delle primarie e successive… così io certo non mi iscrivo al PD.
Più in generale ne è uscito un quadro di grande difficoltà di tutti a fare oggi un decoroso uso politico delle istanze di cittadinanza e partecipazione. Soprattutto nella situazione napoletana. E ci si è lasciati con l’impegno di tentare di mettere insieme le associazioni esistenti – e anche i singoli - per confrontarsi per davvero su tale pesante difficoltà. Proveremo.
Ieri sera nella sede di Decidiamo Insieme (ottimi il formaggio procurato da Pirozzi e gli strufoli e il finocchietto fabbricati da sorella di pandora) si è a lungo lavorato su come organizzare un evento sul tema “come contare oggi nella nostra realtà partenopea ?”
… realtà che è anche più radicale che nel resto d’Italia: con una casta paradossalmente tanto fallimentare verso le responsabilità pubbliche quanto durevole e con tante e diverse presenze e pressioni, spesso generose, di gruppi e cittadini – come è stata anche la nostra campagna elettorale – ma che non trovano le vie per poter contare, appunto.
Trovare un format su cui impegnarsi con l’avvio del nuovo anno non è stato semplice. E molte idee di cose diverse da organizzare nel tempo sono pure emerse: ospitare lezioni di alto profilo sulla crisi della democrazia, invitare politici più “sopportabili” a dire cose su come concretamente possono farsi valere i cittadini, ospitare una riflessione non rituale su leggi elettorali e referendum in arrivo ecc. Tanto che mi pare che DI si vada forse gradualmente strutturando come risorsa per la riflessione civile.
E – alé! - alla fine questa volta si è pure deciso. Quanto segue:
1. Partecipare intanto alla due giorni (che si dovrebbe tenere entro metà febbraio) dei cantieri sociali, che il tema del “contare” lo toccano – eccome! – e dalla parte dei più deboli, per una volta.
2. Produrre un video – spero agile, feroce e sobrio - costruito a partire da stringate interviste sul come si conta o non si conta a Napoli, fatte a esponenti delle esperienze che su ciò si sono cimentate nell’ultima stagione. Vedremo nel dettaglio ma l’idea è di includere voci anche molto diverse. Faccio solo degli esempi di possibili voci, per capire: il periodico Monitor, la protesta di Chiaia, l’esperienza stessa di Decidiamo Insieme, i cantieri sociali, il forum Tarsia, palazzo Marigliano, un’associazione molto radicata in un quartiere, ecc. Poche domande. Un buon montaggio.
3. Mostrare questo video come base di un evento pubblico ben propagandato, da tenersi entro febbraio, con dei commentatori/discussant esterni forti, capaci di restituire, in modo sprovincializzato, le nostre tensioni e le difficoltà nel “contare oggi a Napoli”. Si è pensato per questo ruolo a una possibile presenza di due commentatori, tra loro diversi. E di qualche peso tra chi, in Italia, si occupa di queste cose. I nomi si sono anche fatti. Li contatteremo.
E’ una bella ipotesi, anche ambiziosa, su cui lavorare. Una sfida… forse anche augurale.
E allora auguri per il 2008 in arrivo… e, di fronte ai paesaggi desolanti del mondo, come dice una delle tante versioni antiche del delirio utopico di cui, specie nelle ricorrenze, non è bene fare a meno: “si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa” (Isaia 35, 1).