Sono stati resi disponibili al Sud, fra il 2000 e il 2006, cento miliardi di euro per progetti della UE.
Il 30% non è stato speso. Il divario Nord-Sud è comunque cresciuto. Questo è, in gran sintesi, quanto è emerso dalla convention tenuta a Napoli sulle politiche europee e il Mezzogiorno.
Le liste per le primarie del Pd in Campania non sono regolari. E’ l’ennesima eccezione grave rispetto al resto del Paese. E che non rende credibile una scommessa già molto ardua. I 5 commissari in forza alle aree di Bassolino e di De Mita, le cui liste erano irregolari, in particolare per il rapporto candidati uomini e donne, si sono barricati con le schede per non consentire neanche la più blanda e normale azione di controllo decisa a livello nazionale e sulla base del regolamento. Si è minacciato di fare arrivare i carabinieri pur di poter almeno fare opera di constatazione delle irregolarità. La pre-potenza (potere che viene da prima) è più forte della procedura che è il sale di ogni aspirazione e processo democratico. E De Mita da Nusco fa pure il vecchio savio democratico, il padre della patria mentre don Antonio, da S. Lucia, raccomanda di andare avanti comunque, senza badare a queste sciocchezze…
Li accomuna la convinzione che tanto a portare i voti alle loro liste sono le truppe cammellate di sempre ma soprattutto l’idea che il come si costruisce un partito è roba seconda a quella politica vera, hard, cinica e bara, di cui essi sono i depositari eterni e che credere a una cosa democratica autentica e battersi perché sia tale è esercizio da illusi, da cretini….
Così abbiamo, per l’ennesima volta, amare conferme: la politica nel Sud è fallimentare eppure immutabile: disastrosa rispetto alle possibilità di sviluppo anche lì dove l’Europa ne fornisce le occasioni e arrogante ed attrezzatissima a impedire anche piccoli passi in avanti nel come si esercita la democrazia.
E’ per questo che la guerra è di lunga durata e che non bisogna cedere di un millimetro e continuare, testardi, a provare ad aprire spazi e battaglie ovunque.
6 commenti:
Spiegami perchè ti accorgi di questo solo ora. Non lo sapevi che sarebbe andata così.Scusami se te lo dico: ma sembra che tu stia scoprendo l'acqua calda. Alla fine mi fai proprio incazzare sai e mi incazzo con te perchè ci tengo ancora un poco a te. ma hai visto gli uomini che hanno presentato!?!? E nella tua lista non cìè pure la Carloni.Svegliati marco si può essere un buon politico pur non facendola affatto nei modi istituzionali. Il Sud è perso.
errata corrige: la fretta della video scrittura e l'incazzatura :c'è
se uno è un buon politico lo è anche facendola nei modi istituzionali.
uno può anche provare a sporcarsi le mani per vedere che cosa ne esce.
d'altra parte lo fa solo a suo rischio e pericolo,
noi non abbiamo più niente da perdere,purtroppo.
non può essere una colpa provare ancora a fare qualcosa.
Sporcasi le mani sa di qualcosa di lurido. QUi non questione di sporcarsi le mani ma di provare a fare le proprie battiglie li dove le battaglie politiche si svolgono. Se, e dico se, marco riuscirà ad essere eletto credo che riuscirà a dare molto più fastidio di quanto avrebbe fatto in consiglio comunale
il mio parere è che l'utilità di una operazione politica si deve valutare dal risultato che può produrre, in caso di successo (e anche nel caso di insuccesso), come l'albero si giudica dai frutti, l'albero che si intende piantare si decide in base ai frutti che si spera di ottenere e al terreno a disposizione. Da questo punto di vista mi sembra evidente la differenza tra candidarsi a sindaco (o comunque tentare di entrare in consiglio comunale) e tentare di entrare nel "gruppo dirigente" del PD. nel primo caso si tratta di entrare a far parte di istituzioni pubbliche che, per quanto degradate, hanno comunque una funzione oggettiva, giuridicamente e politicamente determinata. e in caso di sconfitta, il fatto stesso della candidatura rappresenta una "sfida" lanciata a chi detiene il potere, occupando di fatto quelle istituzioni. rappresenta, se non altro, un atto di "presenza" di cittadini che reclamano spazi di democrazia, che dicono "quella istituzione non è vostra è di tutti".
invece la candidatura per il PD non è niente di tutto ciò, almeno finchè non si scioglie il nodo di "che cos'è il PD?", ovvero a che serve esserci iscritti, che cosa si farà dopo le primarie, chi deciderà che cosa? ho visto il manifesto delle primarie, con la faccia del giovane o della giovane "cittadino/a" che sorride e dice "sono democratico, perciò decido io". il gioco di parole è bello ma la domanda nasce spontanea: "che cosa decido?", decido chi comanda? e sarebbe questa la democrazia??? eleggo una persona (ché solo di persone si parla, mica di programmi ) e non so bene nemmeno che cosa va a fare, per quanto tempo, dove, in che modo... sarebbe questo più democratico che partecipare ad un congresso di Partito? non credo proprio, lo dico senza idealizzare nessun partito..
perciò, con tutta la stima e l'affetto per marco rossi doria, con cui mi vanto di aver condiviso una parte dell'avventura di Decidiamo insieme, resto convinto di non votare per le primarie e, specialmente in Campania, trovo che tutta l'operazione sia una campagna mediatica che tenta spudoratamente di riverniciare una classe politica inguardabile, benchè con la partecipazione di alcune persone oneste e capaci e in buona fede.
ma l'albero si giudica dai frutti, e questi frutti piacciono a bassolino e de mita, non a me (e nemmeno a rossidoria, credo).
mario mastrocecco
uno può scegliere di non sporcarsi le mani, si tiene lontano da tutto,critica e rischia di scivolare nello spocchioso con la puzza sotto il naso,o può fare il gallo sulla monnezza.
un altro si guarda intorno,vede la monnezza e ci infila le mani dentro per vedere se riesce a spazzarla via:inevitabilmente si sporca le mani...
per quanto mi riguarda ho avuto sempre una tendenza caratteriale verso la prima che ho detto.
ma oggi penso che forse vale la pena tentare anche se ci si deve sporcare le mani.
poi sono d'accordo con mastrocecco sul pd.
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