01 febbraio, 2011

Remember July 2009

O della vergogna dei liquami a mare: onta indelebile di un intero ciclo politico

Lo so: è antipatico avere la memoria lunga… Ma vi ricordate il caldissimo luglio 2009 quando raccontavamo che i bimbi del mio quartiere si riparavano dal calore nelle piscine di plastica perché non si potevano più portare sulle spiagge domitiane raggiungibili coi mezzi pubblici perché lì si riempivano di bolle orrende o addirittura di vermi?
E vi ricordate delle bordate odiose contro quelle invenzioni di strada fatte a quei bimbi e alla povera gente dai soliti falsi legalisti perché – dicevano costoro – “occupavano il suolo pubblico”.
Bene… quelle critiche impietose verso i più deboli venivano dai palazzi e dagli amici di una stessa genia politica e culturale, impietosa con i poveri e ossequiosa con chi, intanto, non fece neanche una visita, allora, alla grande cloaca di Cuma.
E al contempo – ora si sa per certissimo - buttava per anni il percolato delle discariche in quel mare, decidendolo a tavolino, attaccando la salute pubblica, infliggendo ai bambini e ragazzi poveri di questa città – ah la città dei bambini!! - le bolle e i vermi …
Beh, eccoli i responsabili politici e morali di quella stagione della vergogna, che ci pesa ancora addosso, di quella onta che è e sarà indelebile… Qui li trovate con i loro nomi e cognomi e i loro atti.
E ancora qui su Repubblica
E qui sul Messaggero
qui sul Roma

Hanno nomi e appartenenze politiche. Sono gli stessi artefici della lunga stagione che ha portato Napoli a essere mal governata da questo brutto centro-sinistra. Che ha, poi, fatto perdere centinaia di migliaia di voti qui e in tutta Italia all’opposizione contribuendo a regalare a Berlusca questo paese; e che ha inevitabilmente aperto l’autostrada alla venuta della peggiore destra alla regione Campania e alla Provincia di Napoli.

Un ciclo politico è finito?
Non credo. Purtroppo.
Ed è forse ora di dirsi – visto come sono andate le primarie, il loro esito ma anche lo stile che lo ha seguito – che così non è, che quel brutto ciclo resiste, che la discontinuità è uno slogano retorico, che il personale, il metodo, i modi della politica di quel ciclo non sta andando via, che – come tanti Mubarak e Berlusca in salsa partenopea – non demorde. E che proverà e riproverà a stare lì in mille guise e con vari travestimenti; e a continuare a soffocarci….

Uscirne – lo ripeto da anni qui e altrove – implica un mutamento radicale di paradigmi, un vero cambio culturale e politico, una cesura dura, netta, implacabile!

2 commenti:

caroline ha detto...

si marco
caroline

Anonimo ha detto...

faremo a tempo a vedere che l'ONTA diventi un'ONDA di ritorno, uno tsunami? e portiamo chi ci invita a turarci il naso a vedere se ne è capace davanti ai liquami e ipercolati.
nuovi paradigmi, sì, provando a leggere le piccole, anche piccole, pratiche quotidiane.
marco, purtroppo per te, io qui non vedo altri che possa cominciare se non tu.occorre agire per produrre questioni e pubblico.
anche da loin.
a propossito, ma Ruby, secondo te, è una quinta o una sesta?
salvatore