09 ottobre, 2009

Lisa Norall è una signora

La storia di casaPound a Materdei si sta trascinando pericolosamente in una scia di aggressioni, che va spezzata. Oggi esce su LaRepubblica di Napoli questo mio pezzo.

Il vigliacco ferimento davanti a scuola di Francesco Traetta da parte di un gruppo di fascisti avviene in una città che vive da anni un clima di insopportabile aggressività e divisioni profondissime, che vanno ben oltre la questione dei fascisti. E che chiamano a una riflessione ampia sulla politica e il confronto.
Intanto Napoli continua ad essere drammaticamente divisa in due: da un lato i protetti, dall’altro gli esclusi. Le due città non si parlano e quasi non si conoscono. E’ una condizione persistente lungo i decenni, che ci offende ma che colpisce innanzitutto i più deboli e i ragazzi. Ciascuno dei nostri figli, ognuno a suo modo – quelli che lavorano al nero come quelli che studiano, quelli schierati nel campo progressista e quelli conservatori, quelli attivi nelle parrocchie, quelli non impegnati e quelli dei centri sociali di sinistra e anche di destra, quelli che sono emigrati per lavoro o per studio – sentono questa condizione come un macigno che uccide la speranza. Quando ci parli per strada o a scuola, al lavoro o sul treno che va a Nord, ogni loro parola dice questo. E’ l’insieme delle occasioni perse per un nostro riscatto economico, sociale e civile, è la persistenza della povertà, è il cadere delle opportunità collettive e individuali che ne attaccano le certezze, le volontà e anche le ragionevolezze. E’ più difficile crescere qui, pensare a una vita in una città divisa. Perché la mancanza di coesione sociale alimenta sospetto, sfiducia, aggressività, paura, risentimento. E produce dipendenze, liti, ruberie, il moltiplicarsi delle violenze anche gratuite e le morti terribili come quella di Petru. La cultura di camorra, sostenuta dal diffondersi dell’economia del malaffare, spinge queste infamie nel novero delle cose ordinarie. Ma è il mancato sviluppo e l’assenza di politica nuova - capace di riscatto - che ne sono le cause profonde. Tutto questo è ulteriormente aggravato da spinte xenofobe e razziste – in tutto simili al resto del Paese - che hanno moltiplicato gli attacchi ai singoli in quanto “diversi da me” – la donna africana che partorisce, la bambina rom sospettata di essere positiva alla tbc, la persona gay. Ma da noi tali spinte hanno, al contempo e più che altrove, fornito nuova benzina all’astio dei molti poveri contro altri poveri, fino ai terribili attacchi di massa ai rom e agli immigrati. Così, le aggressioni sospinte dalle condizioni materiali di esclusione si intrecciano con quelle aizate dalle nuove sirene dell’odio.
A questo clima cittadino si aggiunge il clima politico nazionale. Che, però, ricade più pericolosamente che altrove sulla nostra città. Perché essa è ben più povera di lavoro, di reti protettive, di presidio dei limiti e di abitudini al rispetto di diritti e doveri. Perciò: fa più male di quanto già faccia agli altri che un uomo che ha vinto le elezioni e gode di una legittima e schiacciante maggioranza, che gli consentirebbe di governare con sicurezza e anche con garbo, non riesce a farlo e, invece, urla e strepita. Fa più male a noi vedere il capo del governo maniacalmente preso dalla difesa dei suoi interessi privati, che confonde con le questioni pubbliche. E fa male perché – in un luogo più povero e dove è più difficile difendere le ragioni dell’interesse generale – offende di più l’accecamento che non si placa neanche dinanzi alla propria età e alla certezza di una fortuna enorme che permetterà una vita da ricchi ai figli, ai nipoti e ai pronipoti. E poi fa male la mancanza di auto-disciplina nell’uomo che ha la prima responsabilità del Paese, la sua incapacità di misurare le parole, controllare i gesti, distinuguere i diversi contesti entro i quali muoversi, il suo non sapere negoziare con l’altro da sé, il suo aggressivo fastidio per le procedure e l’arbitraggio, che sono il sale delle democrazie.
Ma va detto. Da tutto questo nessuno di noi può sentirsi immune. Siamo tutti a rischio di contagio. E viene alla mente il passaggio dei Promessi Sposi, quando Manzoni commenta l’ira di Renzo per il torto subito: “i soverchiatori, tutti coloro che in qualunque modo fanno torto altrui sono rei non solo del male che commettono ma del pervertimento ancora a cui portano l’animo degli offesi”. Si sta facendo strada, infatti, un’assuefazione generalizzata al fatto che, nel dibattito pubblico, le posizioni altrui siano inaccettabili e dunque sia normale stravolgerne i termini per attaccarle meglio o che le negoziazioni vengano escluse come opzioni possibili o che si disprezzino le posizioni intermedie, i toni pacati, i ripensamenti, le proposte di confronto aperto, le disponibilità a parlarsi. Non vi è temperanza. E ogni volta, anche nella nostra povera politica locale, qualcuno si incarica di chiamare a schierarsi contro qualcun altro o a urlare al tradimento, per ribadire il primato dell’appartenenza. Che, così, si rende nemica della cittadinanza.
E’ per queste considerazioni – e non per una mia inclinazione verso il revisionismo storico, che notoriamente aborro – che ho usato la metafora della vita di Pound per ricordare le cose terribili che ereditiamo dal secolo passato e che dobbiamo pur superare.
O davvero pensiamo che - oltre a tutto il resto - i nostri figli debbano rivivere adesso in questa città ciò che noi abbiamo vissuto oltre trentanni fa? Vogliamo davvero le sprangate subite e poi date, i cortei attrezzati per lo scontro militare, gli attacchi alle sedi altrui come cemento per la propria identità, gli agguati sotto casa, i ferimenti o peggio?
Oggi sono rafforzato nella mia convinzione di andare oltre gli steccati. Lo sono grazie al potente gesto – insieme umano e politico – della signora Lisa Norall, la mamma di Francesco. Che è andata a casaPound e ha chiesto conto. “Cosa state facendo veramente qui?” E non penso sia un caso che sia stata una donna a fare questo passo. E sarebbe bene che, colpevoli o no, le ragazze e i ragazzi di casaPound andassero a visitare Francesco e chiarissero i loro intenti in città. Ma ci vuole anche di più, ci vuole una moratoria vera. Questo giornale può chiedere al sindaco di farsene promotore e garante: convochi tutti i centri sociali, chiami a sottoscrivere un patto di comportamento, basato sulla rinuncia assoluta alla violenza reciproca, sull’apertura delle sedi alla cittadinanza, sul dibattito plurale intorno ai temi dello sviluppo, dell’eguaglianza, della differenza e dell’identità – che sono i grandi temi comuni della città e del villaggio globale.
Finiamo questa spirale finché siamo in tempo. Abbiamo bisogno di pace per pensare alla rinascita di Napoli.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Signor Doria,
l'apprezzo e la stimo per la sua intelligenza politica(da vedere in chiave del chi sbaglia paga..al di là del colore politico!)sono una compagna di scuola dell'esimio rappresentate di istituto Francesco Traetta.
con queste mie parole vorrei segnalarle il mio sdegno nei confronti di questo infimo ragazzo che altro non è che la classica testa calda..capace di creare solo danni alla civiltà.
spero, grazie al lavoro della polizia, che una volta messo sotto "pressione"(sicuramente non tra le calde mura di casa sua con una bella connessione internet a spalleggiarlo)il ragazzo vada in tilt e rievochi alla memoria quei fatidici 30 secondi per il momento vaghi ed imprecisi..così come la sua identità.
Chiedo scusa per le mie parole pubblicate, qui sul suo blog, ma confido nella sua intellingenza.
cordialmente
una studentessa Onesta

Pietro Spina ha detto...

Caro Marco, scrivo qui sul tuo blog perchè mi sento davvero sconsolato dal panorama politico. e quando dico "politico" non mi riferisco solo alla politica del palazzo ma alla generale coscienza politica di tutti coloro che in questi giorni intervengono, commentano, leggono e scrivono sui giornali. sto seguendo i vari blog sui quali a volte intervieni anche tu la vicenda di casapound a materdei e noto nelle tue parole un tono molto rattristato, direi disperato quasi, che è anche il mio. l'altra sera in televisione ho visto un servizio di una giornalista che andava in casa di una famiglia romana che non riusciva ad arrivare a fine mese e a causa della crisi era sotto la soglia di povertà. sentivo la madre che diceva "dico questo con la speranza che qualcuno si ricordi di noi". e poi in studio il conduttore chiedeva agli ospiti (giornalisti) di commentare e uno di loro diceva "ci stiamo occupando solo di politica alta (lodo alfano) e ci dimentichiamo di queste cose" ma poi puntualmente, la domanda successiva era "secondo lei le vicende giudiziarie di Berlusconi incidono elettoralmente sul consenso" e le risposte erano sottili analisi sui potenziali riflessi psicologici su un immaginario elettorato cattolico e non... che depressione.. possibile che a nessuno importi quale significato si dà alla parola "politica"? che a nessuno importi che un popolo di cittadini abbia introiettato una condizione di sudditanza, che intende "la politica" come luogo di gestione autoreferenziale del potere e si aspetti, al massimo, che qualcuno si ricordi di elargire qualcosa? a nessuno importa che quel popolo ha perso completamente l'idea di una dimensione di scelta collettiva che è proprio la politica in un sistema democratico? (...segue)

Pietro Spina ha detto...

(..segue) tutti questi intellettuali che (giustamente) si interessano alla difesa della democrazia dagli attacchi alla costituzione, come norma che separa i poteri dello stato e ne distribuisce i compiti, non vedono in che stato la democrazia è ridotta? come può vivere una democrazia svuotata del ruolo politico dei suoi cittadini che niente si aspettano più dalla politica se non di essere assistiti, ricordati, graziati? com'è possibile che si chiami politica (per di più "alta") quella che pensa solo alla ricandidatura di Bassolino e alle dimissioni di Berlusconi e non a che futuro si costruisce per il Paese, cosa si produce come e per chi, chi paga le tasse e chi no, come si mette in sicurezza il territorio, chi ne assume i costi. come si vive a materdei, a montecalvario, alla sanità e come si mette mano per cambiare.
dei miei amici presero casa a materdei anni fa, ma dopo aver subito una quindicina di rapine a mano armata in pochi mesi furono costretti a cambiare casa. facevano lavori precari, ma in quattro riuscivano a pagare un affitto e a permettersi una casa dignitosa. e chi non ce la fa? a materdei dopo le 8 di sera una famiglia normale non scende di casa nemmeno per portare il cane a fare i bisogni, per la paura. e una famiglia normale non può trasferirsi e resta là. possibile che la "politica" arrivi in quel quartiere solo per sventolare bandiere di rabbia e violenza, come se fosse un campo di battaglia e non il luogo in cui persone vivono e lavorano ed hanno problemi seri da risolvere. possibile che quelle persone devono pensare che la politica sia uno scontro tra fascisti e comunisti e non gli venga nemmeno in mente che potrebbe avere a che fare con la loro condizione quotidiana?
io sono un antifascista, di famiglia partigiana combattente. i miei nonni combatterono in montagna per ridare speranza al loro popolo, per farne un popolo di cittadini padroni del loro futuro e non di servi spaventati dai bastoni dei fascisti, dei burocrati, dei padroni. il fascismo è violenza e sopraffazione, il suo contrario, la democrazia è libertà, partecipazione alle scelte collettive, dignità umana. io non sono preoccupato perchè presunti o sedicenti fascisti sventolano bandiere nere, ma perchè la democrazia languisce soffocata dalla passività,dalla violenza verbale, dalla separazione tra le persone e il potere.
dopo 15 anni in cui la "politica" è girata attorno ai guai e ai successi di Berlusconi o di Bassolino, in cui nessuno ha più parlato di cosa vuole veramente fare per il suo paese, nessuno ha più parlato di contenuti di destra e contenuti di sinistra,ma solo di scontri e attacchi e manifestazioni pro o anti fasciste, cosa resterà della politica?
cosa resterà a noi, che oggi abbiamo trent'anni e ragionevolmente pensiamo che sopravviveremeo a berlusconi, cosa ci resterà dopo?
scusami per lo sfogo, ciao.

franco cuomo ha detto...

pubblicato sul corriere del mezzogiorno. Ciao! Quanto la smetteremo di fare i sociologi!
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E mentre l’Italia affonda a Napoli i giovani giocano a fare la guerriglia urbana. Sollecitati, quelli dei centri sociali, dalla cosiddetta sinistra istituzionale che li organizza in cortei e manifestazioni antifasciste e che sono addirittura argomento dal vate Enri De Luca( sic!). Protetti dai loro emuli in giacca e cravatta, quelli di Casa Pound che hanno la pretesa di essere “fascisti puri”, contro gli usurpatori, i traditori, i venduti al potere governativo. Se non ci fossero violenze e pestaggi, mi verrebbe da commentare: “non bastavano gli stronzi che abbiamo in giro per il paese, ce ne mancavano di nuovi”. E’ il segno del degrado profondo di un paese che non ha mai veramente fatto i conti con la propria storia. E’ il segno di una profondissima ignoranza della propria storia, che nessuno insegna più come si deve, caduta in disuso da tempo e avversata da ministri della pubblica istruzione che vorrebbero estrometterla dalle discipline già da tempo. Come spiegare a questi giovani smaniosi di protagonismo politico e che si ritengono innovativi ( rispetto a cosa?) che sono niente altro che vecchiume e ciarpame vetero culturale e non mi riferisco solo a quelli di Casa Pound, ma anche a quelli dei centri sociali. L’italia è l’unico paese che antropologicamente – nel senso culturale – esprime questo tipo di gruppi urbani. Ancora una volta, tutti in Italia a tentare di capire il fenomeno: risibile demenza sociologica di chi non riesce a vedere invece che il Titanic sta per tre quarti sott’acqua. Così mi verrebbe forte la voglia di metterli di fronte alle loro responsabilità, questi sazi rampolli di una piccola borghesia che non ha mai smesso di coltivare sogni autoritari. Conosco giovani della loro età di estrazione meno fortunata della loro che si sono messi a lavorare, nei supermercati, o in officine, che al mattino alle 6 e mezza, nel buio, assonnati, stanno con il loro zainetto di fame sulla stazione o nel treno e mezzi adormentati diretti ad improbabili ed incerti lavori. Hanno una grande dignità questi altri giovani. Hanno accettato contratti di fame a termine per costruire un loro futuro benchè incerto e povero, che non citano Dostojevsky o Céline non fanno i fascisti puri o gli antifascisti, in t shirt nere o tatuaggi e piercing, con i soldi di genitori compiacenti da entrambe le parti. Nel frattempo, occupano un bene pubblico, un capannone, un convento, gli uni e gli altri e trovano pure che gli spiega che queste cose potrebbero farlo gli altri, ma non gli uni, perché non è nella loro tradizione. Che pena! Per loro e per chi è convinto di apere tutto e di spiegare tutto! Poi stanchi o annoiati dal web, da internet, dalla play station, organizzano scaramucce nel centro cittadino, facendo finta di giocare alla politica, così come facevano i loro nonni negli anni sessanta, mentre la città versa in condizioni pietose e il paese intero viaggia verso il dispotismo autoritario VERGOGNA! Lo so che qualcuno, sicuramente qualche politico “di sinistra”, mi dirà:” guarda che non hai capito niente di questi giovani”. Non voglio capire! Non c’è niente da capire! Vedo solo la pagliacciata di un gioco violento, che si ripete da troppo tempo in un paese che non sa fare i conti con i propri fantasmi e sostenuto con la complicità di chi preferisce che questi giovani é preferibile che si occupino di queste idiozie e non di altro.

Anonimo ha detto...

http://andyviolet.blogspot.com/

Anonimo ha detto...

Sono uno studente antifascista.
Lo sono perchè credo ancora nelle parole di Antonio Gramsci : sono partigiano, perciò io odio chi non parteggia.
Lei,prof.Rossi Doria sta scegliendo di non parteggiare, di non prendere posizione contro quella che fu la svastica e che ora torna a forma di tartaruga salvo poi sbandierare di tanto in tanto la celtica.
Non credo che a dividere il fascismo dalla civiltà ci sia uno steccato, bensì c'è la memoria che mi fa continuare a scegliere di essere antifascista, lei forse l'ha persa, ma spero che decine e decine di professori ,giornalisti, intellettuali,lavoratori,disoccupati e quant altro, questa memoria per la civiltà non l'abbiano persa.
Casapound è in perfetta linea di continuità con le scelte antipopolari del governo di centro destra oggi, semplicemente costituisce una base movimentista e di militanza nelle strade in grado di seminare odio e paura nei confronti del diverso e intorno a questo odio magari aggregare.
Uno steccato in realtà esiste davvero,da un lato gli antifascisti, i democratici, chi lotta per la dignità della vita della gente che lavora con contratti precari, e dall'altra c'è lei, che sceglie di non parteggiare.

Anonimo ha detto...

scusate l'invadenza ma vorrei contestare il primo commento:
appartengo anch'io alla scuola "margherita di savoia" e posso assicurare che francesco traetta non sia assolutamente una testa calda ma solo un ragazzo che ha "pagato" per aver voluto sostenere e portare avanti i propri ideali, a danno di nessuno, e anzi,a favore della civiltà. Trovo molto inappropriata quella frase "chi sbaglia paga" perchè francesco non aveva fatto assolutamente niente di male ed è assurdo pensare solo minimamente che sia stato giusto che sette ragazzi dal volto coperto con delle felpe che riportano il simbolo di casa pound, abbiano aspettato un ragazzo fuori scuola (da solo) per aggredirlo...Quindi a te che hai fatto quel commento, proprio non riesco a capire come hai potuto dire certe parole...
mi scuso per l'inadeguata intromissione, ma ho trovato inammissibile le parole della "studentessa onesta".chi sbaglia paga?ma si dai, picchiamo chiunque voglia manifestare idee diverse dalle nostre!...ma dove siamo arrivati...che tristezza

Anonimo ha detto...

come siete soliti fare la politica delle vittime è un dato evidenziabile anche adesso dal commento sopra.
Tengo a precisare che non sono di destra e i ragazzi di casapound li conosco non direttamente, ma mi informo e le mie informazioni non si limitano solo su "alcune" testate, ma piuttosto anche sulle voci del quartiere dove i miei parenti abitano.
Sottolineo le parole "testa calda" rivolte al mio, ahimè, rappresentate di istituto perchè ho appurato che in vari interrogatori le sue versioni sono risultate discordanti, e come si può credere pienamente ad una persona che prima accusa con fermezza e dopo non sa chi ha accusato??A mio giudizio codesto è solo il comportamento di una persona infima.
Quello che ha subito è stato un atto brutale che inorridisce chiunque, è fuori discussione questa cosa, ma accusare chi MEDIATICAMENTE in questo momento è "forte"(per cosa poi?!)..non mi sta bene.
Non possiamo sempre giudicare per partito preso, la violenza non ha colore e non ha partito.
Ecco la spiegazione del chi sbaglia paga, magari si ritornerebbe ad una sana a giusta giustizia(chiedo scusa per il gioco di parole).
Al giorno d'oggi io trovo giusto chiunque abbia il coraggio di portare i propri ideali avanti, ripeto, sempre indipendentemente dallo schieramento, preferisco di gran lunga un Francesco Traetta, che fa becera politica a scuola piuttosto che coloro che a scuola ci vanno solo per sfoggiare il capo alla moda.
Ci terrei intoltre, visto che ormai son qui, che le forme di razzismo sono tante, non si limitano al colore della pelle, ma includono anche il "razzismo politico" ecc..ecc.. e nella mia scuola o fai finta di..pur non capendo una mazza( in stragrande maggioranza vista la percentuale di ragazzine che presenziano alle manifestazioni pur di non "entrare" a scuola, o perchè piace il capetto del giorno!)o altrimenti fai la pecora per essere del gruppo, altrimenti per Francesco e gli amici sei "borghese"..ma questa è un'altra storia!

Anonimo ha detto...

Inviterei il sig. Cuomo, evidentemente all'oscuro delle attività politiche e culturali messe in atto da Casapound, ad informarsi studiando con attenzione disegni di legge come il Mutuo sociale e Tempo di essere madri prima di dar fiato alle trombe di un'anti-sociologia spicciola quanto le velleità sociologiche di chi egli stesso va a contestare. E' palese infatti come il Sig. Cuomo reputi tautologici e stereotipati, fermi a cent'anni fa, messaggio e metodologia d'azione di Casapound: analisi questa, superficiale, gretta, inconsistente.
Lo inviterei anche a farsi un giro, fisicamente parlando, a Casapound all'Esquilino prima di parlare di "vecchiume e ciarpame vetero culturale". Chissà che non cambi idea o non si trovi obbligato a cercare ben più fondate motivazioni alle sue contumelie.

Un cittadino scettico, che quel giro a Casapound se l'è fatto (e incredibile a dirsi, nessuno gliele ha date!)

un militante ha detto...

http://wwwnew.splinder.com/myblog/comment/list/21461438

Anonimo ha detto...

Gent. Sig. Rossi Doria,
mi presento: sono la madre di Giuseppe Savuto, ragazzo noto, ormai, per gli avvenimenti legati a CasaPound Napoli.
Mi rivolgo a lei sia in qualità di politico e sia, in prevalenza, per le sue spiccate doti di maestro attuate attraverso il
proclamo dell'onestà delle proprie coscienze per il divenire buoni e giusti cittadini.
Converrà con me che spesso le violenze fisiche passano ed anche presto, ma quelle psicologiche sono indelebili; e sono proprio quelle che ha subito mio figlio, in quanto accusato ingiustamente di pestaggio ai danni di Francesco Traetta (dico ingiustamente in quanto a quell'ora mio figlio era impegnato e aveva con se parecchi testimoni al di fuori degli amici).
Si è parlato poco del vero ed effettivo Traetta il quale fa parte del centro sociale -Insurgencia- che già prima
dell'occupazione da parte di CasaPound, faceva si che in città comparissero minacce di morte contro mio figlio ed altri
militanti e che il 30 settembre era in prima linea per la carica contro la polizia durante il corteo.
Dai sopralluoghi effettuati dopo la manifestazione, sopra citata, la polizia oltre san pietrini, maschere, megafono, ecc., ha rinvenuto volantini diffamatori contro Giuseppe in cui lo si bollava come sessista, razzista e xenofobo.
Le assicuro non in qualità di madre, ma di persona coscienzosa e ligia alla verità, che i ragazzi di CasaPound, nonostante ciò che si dica, sono contro le leggi razziali e vogliono operare solo per il sociale.
Non sono dei mazzieri come chi li accusa voglia far credere, ma anzi vivono costantemente sotto minacce, come è accaduto spesso fuori alla metropolitana di Materdei, quando alcuni di loro si recavano alla sede HMO e sono stati minacciati anche con l'arma bianca.
Non le pare che questa dei giovani sia una politica rozza e barbara??
E non crede che gli attacchi diffamatori che stanno ricevendo siano antidemocratici e anticostituzionali??
Nel frattempo Traetta, ripresosi prima del previsto, sabato scorso fuori al Liceo Scientifico E. Vittorini ha intimato e tentato di picchiare due studenti di quell'istituto, solo perchè appartenenti a CasaPound; opportunatamente denunciato la polizia ha rivelato di tenerlo da tempo sott'occhio.
Lisa Norall: una signora (cito una sua definizione)recandosi all'HMO è stata accolta proprio da mio figlio che nonostante le abbia assicurato che non fosse lui il colpevole del pestaggio del figlio è andata via apostrofandogli con un termine diffamatorio ed inoltre ha fomentato l'opinione pubblica contro CasaPound con una fiaccolata.
Pertanto invito la, presunta, signora a sensibilizzare e ad educare il proprio figlio affinchè svolga una attivismo politico senza colpi bassi, in quanto è una grave ingiustizia sociale accusare qualcuno di colpe mai commesse e di accertarsi della veridicità dei fatti prima di alzare un polverone inutile verso chi ha idee politiche diverse da lei e dai suoi figli.
Invito infine, ed auguro ai giovani di idee politiche quali esse siano di rimanere sempre ONESTI.
Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

La madre di Giuseppe, lo sa che suo figlio è stato fidanzato con Emmanuela Florino, figlia di Michele, segretario del circolo MSI dal quale quando Valenzi vinse a NApoli partirono dei 19enni armati di molotov che uccisero-dandole fuoco- la giovane vita di Jolanda Palladino?
Suo figlio non è un mazziere?
Sicuramente fidanzato della figlia di un mazziere, forse, il prossimo 19enne testa calda inviato da "chi conta" alla Sanità.
Faccia bene a suo figlio, gli presenti una brava ragazza!

Anonimo ha detto...

ma sbaglio o la signorina Palladino morì in un esplosione senza eguali perchè all'interno della sua autovettura c'erano già altri ordigni?
d'accordo con le donne che devono stare sempre sulla difensiva, ma camminare avendo con se degli esposivi mi sembra un'antecchia' esagerato!
chissà a chi erano indirizzate..bha..

rosanna ha detto...

Gentile Sig. Doria,
vorrei riferiLe che conosco abbastanza bene l'ambiente di Casa Pound a Roma: impegno, accoglienza, libertà..sono alcune delle caratteristiche che si colgono nell'immediato; se poi si vuole approfondire: assenza di pre-giudizi o pre-concetti e sicuramente anticonformismo che ricordo come grande baluardo della sinistra pura. ecco il punto:ho incontrato + uomini e donne di sinistra dentro Casa Pound che fuori. un bel libro da leggere "dentro e fuori Casa Pound" scritto da ricercatori universitari, della fgci, impegnati a capire e ragionare col cervello, dopo averlo acceso. saluti Rosanna.