La Questura di Napoli ha reso noto i primi risultati di una vasta operazione di indagine su video poker e slot machine. Centinaia di macchine, trovate manomesse, sono state sequestrate con multe per migliaia di euro. Nel corso dell’inchiesta è emerso che decine di ragazzini commettevano reati quali scippi e rapine, a Pianura, nei Quartieri Spagnoli, nella Sanità per rispondere al bisogno di giocare a soldi con questi arnesi. Ho commentato questa notizia su Repubblica Napoli di oggi con l'articolo che segue.
Alcuni video giochi - slot machine e video-poker - sono osservati da tempo da chi si occupa di povertà perché sono creatori di dipendenza, capaci di sottrarre soldi a chi ne ha già pochi. Accade nel nord come nel sud di vedere un uomo terminare una giornata di lavoro in cantiere, una donna che finisce un turno delle pulizie, una casalinga con la busta della spesa, un giovane disoccupato fermarsi in un caffè e ogni volta immettere in queste macchine quattro o cinque euro almeno e magari vincere e rigiocare fino a che perde ancora. Chi gestisce questi arnesi ha, dunque, molto da guadagnare. E da noi è la camorra che ha i liquidi e la rete organizzativa per l´acquisto e il controllo di questo vasto mercato, che permette riciclaggio di denaro e nuovo profitto.
Così il monopolio di Stato sul gioco viene espropriato, a maggior ragione in quanto le macchine vengono taroccate: promettono vincite superiori ai limiti fissati dalla legge, mentre in realtà diminuiscono le probabilità di vincita. Questo ha scoperto un lungo e puntiglioso lavoro investigativo della questura di Napoli. Ma l´indagine ha soprattutto confermato quanto molti operatori sociali intuiscono da tempo: sono aumentate le rapine di minorenni anche perché c´è crescente dipendenza dei ragazzi dalle slot e video-poker. Il gioco, le sale gioco sono da decenni occasioni di aggregazione tra ragazzi. Ciò non è un male in sé. Può esserlo o no. Infatti ogni esperienza adolescenziale comporta rischi. Girare tutta la notte in auto può favorire sano divertimento e amicizia o essere pericoloso. Fermarsi le ore dinanzi ai bar può costituire la base per relazioni e progetti costruttivi o la premessa per avventure rischiose. Anche la sala giochi può essere luogo di socialità e apprendimento o di dipendenza e pericolo. A Napoli come a Milano, Londra, Nuova Delhi ogni volta che capita di entrare in un bar o in un luna park ci si rende conto come i ragazzini si mettono alla prova in molte cose contemporaneamente.
Mentre manovrano con velocità sconvolgente i videogiochi, spesso in gruppo, inviano messaggi sms per confrontarsi sul da fare o ascoltano musiche. Intrattengono conversazioni su punteggi o record o tecniche di gestione dei giochi. Ma le parole rimandano al governo delle relazioni, all´instaurarsi di gerarchie basate su abilità, conoscenza e competenza, a promesse di insegnamento. E, intanto, si fanno strada altri temi di conversazione: commenti su film, riflessioni sui corteggiamenti propri o altrui, opinioni sulla domenica sportiva o sui fatti di quartiere, organizzazione delle partite di calcio, finanche pensieri sulla scuola. Da sempre intorno ai giochi prende forma la costruzione della vita sociale. Accade sulle spiagge, negli oratori, nei centri giovanili. Dunque si tratta di esperienze che in sé non vanno demonizzate. Perché la crescita ha luogo lì dove ogni generazione si misura con la costruzione dei suoi linguaggi, dei gusti e dei modi, fuori da casa, lontano da noi genitori. C´è il rischio di dipendenza? Certo che sì. Ma c´è anche quando il gioco avviene in casa.
Però l´inchiesta della polizia rivela la novità del gioco d´azzardo di minorenni con le macchine mangiasoldi. Se questa novità coinvolge anche ragazzini di famiglie bene non lo si sa. Alcune segnalazioni ci sono state in città del nord. Ma l´allarme sociale nasce quando sono i ragazzini poveri ad essere presi da questa dipendenza perché ne nascono scippi, rapine con coltelli sempre più diffusi, aggressioni di gruppo. Come accade per altre dipendenze. Sono atti che vanno repressi. Ma attenzione: le città sicure non sono quelle che promettono un controllo totale sui ragazzi chiusi dinanzi al video-gioco di casa. Sono quelle che reprimono il grande malaffare e che, al contempo, favoriscono libertà di movimento sicuro in città e spazi molteplici per chi è ragazzo. È una città dei bambini e dei ragazzi che fu promessa per Napoli, che altrove esiste, che si può riprendere a cercare, nonostante tutto.
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