
Il 30% non è stato speso. Il divario Nord-Sud è comunque cresciuto. Questo è, in gran sintesi, quanto è emerso dalla convention tenuta a Napoli sulle politiche europee e il Mezzogiorno.
Le liste per le primarie del Pd in Campania non sono regolari. E’ l’ennesima eccezione grave rispetto al resto del Paese. E che non rende credibile una scommessa già molto ardua. I 5 commissari in forza alle aree di Bassolino e di De Mita, le cui liste erano irregolari, in particolare per il rapporto candidati uomini e donne, si sono barricati con le schede per non consentire neanche la più blanda e normale azione di controllo decisa a livello nazionale e sulla base del regolamento. Si è minacciato di fare arrivare i carabinieri pur di poter almeno fare opera di constatazione delle irregolarità. La pre-potenza (potere che viene da prima) è più forte della procedura che è il sale di ogni aspirazione e processo democratico. E De Mita da Nusco fa pure il vecchio savio democratico, il padre della patria mentre don Antonio, da S. Lucia, raccomanda di andare avanti comunque, senza badare a queste sciocchezze…
Li accomuna la convinzione che tanto a portare i voti alle loro liste sono le truppe cammellate di sempre ma soprattutto l’idea che il come si costruisce un partito è roba seconda a quella politica vera, hard, cinica e bara, di cui essi sono i depositari eterni e che credere a una cosa democratica autentica e battersi perché sia tale è esercizio da illusi, da cretini….
Così abbiamo, per l’ennesima volta, amare conferme: la politica nel Sud è fallimentare eppure immutabile: disastrosa rispetto alle possibilità di sviluppo anche lì dove l’Europa ne fornisce le occasioni e arrogante ed attrezzatissima a impedire anche piccoli passi in avanti nel come si esercita la democrazia.
E’ per questo che la guerra è di lunga durata e che non bisogna cedere di un millimetro e continuare, testardi, a provare ad aprire spazi e battaglie ovunque.