
Sto cercando dati attendibili sull’inquinamento atmosferico in città, sull’inquinamento acustico sappiamo solo che, secondo fonti indipendenti, è più di
20 volte il consentito. Domani inviterò la agenzia campana per l’ambiente, ARPAC e il CRIA (centro regionale inquinamento atmosferico) a rilasciare i dati degli ultimi sei mesi. E oggi ho appuntamento con Legambiente. Le campagne elettorali si fanno sui grandi temi della vita dei cittadini. E’ questo è il primo, è questione di salute:
a salute è ‘a primma cosa. Si deve andare verso scelte coraggiose. Dobbiamo pensare a una città che guarda al 2020 ma che diventa abitabile subito. E sapere i dati di fatto è il primo passo.
Ho riletto i commenti degli ultimi giorni. Mi sono fermato a pensare che siamo portati a ragionare per polarizzazioni anche quando non è dimostrato che sia necessario. Un esempio: o si parla di cose serie o si fanno le feste. Ritengo che le due opzioni non siano necessariamente in contraddizione.
In generale poi, in città si dovranno decidere le procedure per arrivare a proposte forti, in modo partecipato e condiviso. Entro poche settimane. Sui rifiuti, sulla vivibilità, su nuove istituzioni educative pubbliche che sappiano aiutare le scuole e dare orientamento e formazione ai nostri ragazzi, su soluzioni efficaci per lo sviluppo locale che creino benessere e posti di lavoro, sulla sicurezza.
I gruppi tematici del nascente “decidiamo insieme” già stanno lavorando e dobbiamo entro marzo realizzare eventi pubblici su ogni tema. Questo richiede tempo da dedicare, che non è tempo perso. Serve trovare un lessico comune. Bisognerà capire ogni volta quello che unisce, che si può mettere insieme con la congiunzione “e”, prima di passare al riconoscimento reciproco di quel che non si riesce ad unire, che non si può mettere insieme o non si può mettere insieme subito e che può essere, tuttavia, espresso con la congiunzione “o” senza che questo fatto ci paralizzi, ci faccia rinunciare, ci tolga l’entusiasmo e la speranza che stanno rinascendo.
Unire tutto il possibile e poi accogliere le cose che ci dividono è un buon metodo. Molti problemi della città (non solo della nostra città) sono, infatti, realmente complessi e non è sempre possibile trovare una soluzione definitiva o che accontenti tutti. E’ però necessario affrontare i problemi complessi, invece di negarli, e provare a “ridefinirli” in modo che siano meno intrattabili, cercando di realizzare le situazioni e le condizioni che favoriscano risultati “a somma positiva”. Questo percorso è possibile. E significa semplicemente essere cittadini, qualcosa di esaltante, che dà dignità, che contribuisce a sentirci padroni di quel che facciamo nei posti in cui viviamo.
Ma tutto ciò implica attivarsi, organizzarsi mantenendo l’indipendenza e la libertà di ciascuno, in modo anche leggero ma convinto. Dobbiamo prendere il rischio di stare insieme, di proporci come
alternativa al governo della città, di andare fino in fondo.
Non si tratta solo della mia candidatura a sindaco. Bisogna promuovere liste serie: per il consiglio comunale e per ogni municipalità! La mia candidatura ha un senso se vi è una attivazione generale. Abbiamo la forza potenziale, le competenze, la voglia di uscire davvero da una situazione bloccata. In tanti.
Possiamo farcela.
Andiamo avanti! Per questo è importante
esserci sabato mattina al Filangieri, a partire dalle ore 10.30 e poi, nei giorni e nelle settimane che vengono, in altri luoghi, ovunque, al centro e in periferia.
Uniamola questa città.
O davvero dobbiamo tornare a pensare che ci si deve accontentare del falso realismo di chi ci chiede ogni volta di accontentarsi del meno peggio, del “migliore degli equilibri” tra le diverse parti di un ceto politico che non si capisce dove viva, di cosa stia parlando, che non vuole e non sa parlare alla città, che non vuole scegliere insieme ai cittadini? E, con questo sedicente realismo, come vivranno qui i nostri ragazzi… se già ora si sente una cappa asfissiante e nessun problema della vita quotidiana viene affrontato con serietà e insieme ai cittadini?
A proposito: avete capito, per caso, come sono stati scelti i candidati alla Camera e al Senato? Avete anche voi capito bene (o è una mia impressione?) che, con la nuova legge elettorale, chi rappresenterà Napoli in Parlamento lo farà per esclusiva nomina dall’alto, da parte dei vertici di partito come nella Bulgaria degli anni '70? O i partiti hanno per caso proposto procedure per decidere le liste? So che altrove, in Italia, lo fanno. Qui sono tutti democratici a parole; e lo sono solo perché li abbiamo snidati. Avrebbero voluto fare tutto tra di loro. Come hanno fatto per le regionali. E diciamolo! E ancora vogliono decidere ben protetti al chiuso di equilibri che nessuno capisce e che nessuno saprà.
Vogliamo fare la stessa cosa per le municipalità, per il consiglio comunale e per la giunta della nostra città?
Non credo proprio. Vogliamo, invece,
decidere insieme chi sarà in lista e secondo quale codice di onorabilità, quale è una giunta di alto profilo che auspichiamo e che mostriamo, come squadra, prima del voto, quali sono le grandi priorità da porre al centro del governo locale?
Possiamo e dobbiamo reagire. E’ una questione di speranza per tutti noi che intendiamo vivere qui. E’ una grande questione di democrazia.