26 febbraio, 2008

Risposte al mal di pancia

Federica, anche a me dalla pancia – in tutti questi mesi e oggi ancora – mi viene esattamente quello che tu dici. Ma cosa ho voluto fare “in più” , forse un po’ disperatamente, rispetto a questo stato di profondo disagio e di impotenza? Ho voluto dire, nel linguaggio del mio interlocutore, che si può – se si vuole – andare oltre quel “non aver mosso un dito” di cui tu a ragione parli. Gli ho voluto dire - con una lettera che ho davvero indirizzato a lui personalmente – che anche qui si può ridare speranza. Ma solo attraverso la riapertura di un dialogo tra cittadini e politica sulle nostre tristissime vicende campane, a patto che si parli di merito (monnezza, lavoro e ragazzi, camorra…) e che si vada anche qui a votare molto presto con una proposta di metodo, merito e candidati che segnino una autentica novità.
Ricevo telefonate su questa lettera a Veltroni. Alcune di approvazione, come Antonio 1949. Altre che non sono d’accordo: perché il Pd non piace, perché in Campania fa troppo schifo, perché è meglio dedicarsi solo alla politica del mestiere ben fatto o dell’impegno sociale, così come abbiamo sempre fatto in tanti in questi anni.
Quello che mi ha spinto a scriverla è una mia testarda idea – che mi pare essere, in qualche modo, comune anche con le sofferte decisioni prese, per esempio, dal Partito Radicale - che, nel mondo del possibile e cioè delle forze reali oggi in campo, si debba provare comunque a provocare spostamenti e possibilità. Anche se ci si crede appena o non ci si crede quasi più, come fa capire Sacripante. Anche se è difficile e ci vorrà molto lavoro, creatività e pensiero ulteriori. Si tratta del metodo liberale, sempre un po’ buono e un po’ illusorio, di prendere in parola l’interlocutore - che oggi è innanzitutto Veltroni – e dunque chiedergli rispetto per la congruenza tra le parole che usa e i fatti, sottolineando tutti gli aspetti promettenti.
E poi penso che le elezioni, pure con una legge abietta, comunque sono elezioni. E che ciò che ne esce cambia la nostra vita. Se vince questa destra o meno e se vince molto o poco non è indifferente. E se le liste del Pd – ma anche quelle dell’arcobaleno o dei socialisti – abbiano un numero maggiore o minore di nomi di persone possibili non è indifferente, anche se non cambia il mondo. Perché è comunque meglio avere degli interlocutori decorosi nel Parlamento della Repubblica tra gli eletti nella nostra regione. Perché è un po’ meglio se i processi partecipativi, faticosi, hanno una sponda almeno plausibile nella rappresentanza parlamentare.
Insomma ho scritto a Veltroni perché ci sia un nuovo segnale, dopo De Mita, contro la nomenclatura campana. E anche perché ci siano in lista un numero significativo di donne e uomini che sappiano parlare in Italiano, che siano ragionevolmente capaci di ascolto e di dubbio costruttivo, che non abbiano una biografia fondata sulla mera servitù alla casta politica e a quella nostrana in particolare, che se ne intendano di qualcosa che abbiano seriamente coltivato con il lavoro, lo studio e l’azione sociale e che abbiano anche uno stile improntato a un po’ di sana sobrietà e di libertà personale. Se c’è, Fabrizio, un segno vero in questa direzione forse si può votare. O no?

2 commenti:

diarrea ha detto...

una sola domanda: cos'è "reale" e cos'è "possibile"? cioè: quali sarebbero le forze reali oggi in campo? ci sono forze irreali? o debolezze reali? attenzione alle parole magiche, è il primo passo per diventare come veltroni
seconda domanda di una sola (suola) domanda: quando si fa 30 bisogna fare 31, e guindi: avere il coraggio di indicare anche i nomi da mettere in lista.
secondo me rossidoria sarebbe un ottimo nome, ma se fa la parte del suggeritore non può fare il suggerito.
parli del pezzo di mondo che conosce come pochi, usi il linguaggio che serve a rappresentare questo pezzo do mondo, lasci stare il realismo e torni a Benjamin, accenda i cuori, esalti gli emisferi destri, parli di giustizzia e non di mediazioni.
ma che ha a che spartere con la trivialità di veltroni, dico veltroni, non cozzolino o cardillo, quando parla di castrazione chimica come il peggior berlusconi? questo pensiero mi spinge a corre in bagno.
chi fa il nome di marcorossidoria? io, ma non sono nessuno.

pirozzi ha detto...

sono d'accordo con diarea di cui solo mo' leggo il post.
penso che saresti tra le poche persone che farebbero bene, a partire dai tuoi saperi, senza inventarti saperi di cui non c'è bisogno, che farebbero bene al governo, sul piano della riflessività, della costruzione di momenti deliberativi etc etc (sto dando una valutazione cognitiva)
baci