11 ottobre, 2007

Il tema del lavoro

Sulle primarie e dintorni ho rilasciato una lunga intervista radio a Norberto Gallo. Penso che lì la dico chiara su molte cose dibattute a Napoli e anche sul web napoletano di questi giorni. E spiego in modo sereno e disincantato il perché e il come sostengo la Bindi e questo passaggio per la costituente del Pd.
Mi piacerebbe che si dibattesse anche qui il risultato delle consultazioni sindacali sull’accordo del welfare. E i temi del lavoro. L’Italia del lavoro è spaccata: gli operai dicono no, gli altri sì. A me pare che i metalmeccanici, lasciati soli per troppi anni, con salari insopportabilmente bassi - mentre riprendevano le produzioni e i profitti - hanno veicolato la propria sofferenza attraverso la sola struttura presente che è, però, la cinghia di trasmissione in cui la sinistra politica italiana ha ridotto la gloriosa Fiom. La Fiom, in questi anni, non ha favorito buone lotte e buoni contratti - in materia salariale e non solo – e si è dedicata all’antagonismo e e si è fatta portavove politica delle giuste frustrazioni degli operai ma ha, al contempo, contribuito a non dare ad esse risposte. Ora daranno addosso alla Fiom. E’ questo indebolirà ulteriormente le donne e gli uomini che ogni giorno producono ricchezza nelle fabbriche. Male. Molto male. Lo scollamento tra operai e altri lavoratori è pericoloso. Isola gli operai a cui ora si darà dell’estremista e del non responsabile. “Il velleitarismo tinto di scarlatto” – così lo si definiva all’inizio del secolo scorso – produce danni ai lavoratori. Ma anche le confederazioni hanno una grande e grave responsabilità. Perché non hanno ripreso i temi del lavoro di tutti e di ciascuno e del patto che su ciò una società deve darsi; perché hanno eluso la fatica di costruire un tessuto comune tra categorie favorendo, soprattutto tra i lavoratori del pubblico impiego, tante corporazioni dedite alla micro-rivendicazione o alla mera difesa dell’acquisito al di là di ogni merito e reale differenziazione nella fatica e nelle mansioni e in contrasto con il principio ispiratore “ a uguale lavoro uguale salario”; perché hanno lasciato alla Fiom la sua extraterritorialità.
Il dibattito su cosa sia oggi il welfare – per gli operai e per tutti – è una cosa troppo seria per lasciarla in mano a questo marasma. Ben oltre il dibattito sull’accordo sul welfare (su cui, come lavoratore della scuola, io ho votato sì perché è un piccolissimo passo in avanti), si dovrebbe ripartire da alcune domande fondamentali.
- Si può cambiare lavoro e tornare a formarsi (long life learning) in Italia senza perdere sicurezza di reddito?
- A che età – e in relazione a quale tipo di lavoro e non solo all’aspettativa di vita - è bene o giusto andare in pensione (è veramente giusto che i miei colleghi vanno in pensione oggi a 57 anni quando si aspettano di viverne altri 30 mentre un operaio di 45 non ha neanche un contratto sicuro e andrà in pensione a 63 anni dopo 40 passati in fabbrica)?
- Quale è un salario minimo davvero accettabile perché dignitoso?
- A quali condizioni reali e con quale nuovo pattro sociale esteso si può battere la insostenibile precarietà del lavoro?
- E’ possibile offrire occasioni innovative ma vere di auto-creazione di lavoro e formazione e tempo di vita protetto ma dedicato al proprio futuro ai giovani che oggi si affacciano sul mondo adulto e farlo fuori dallo schema lineare scuola-lavoro che non tiene proprio più per tanti nostri giovani?
Sulle domande fondamentali riguardante il lavoro – la principale attività umana in una organizzazione sociale complessa - la destra non ha risposte che non siano vessatorie nei confronti di chi materialmente produce e di chi è debole, la cosidetta sinistra radicale fa demagogia e dunque non porta a casa niente per i lavoratori e evita ogni dibattito di merito sul rapporto tra generazioni in relazione all’aspettativa di vita e all’idea stessa di lavorare e stare al mondo e le aree moderate del centro-sinistra balbettano e oscillano in modo scandaloso.
Così si va verso lo scollamento sociale nel Paese.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedo che le tue scelte sono di perfetto allineamento, votare si a questa truffa sindacale pilotata dalla CGIL del welfare fa capire ulteriormente da che parte ti sei schierato. Per me Lo Stato sociale- il welfare state appunto, dovrebbe essere un sistema che si propone di fornire servizi e garantire diritti considerati essenziali per un tenore di vita accettabile: Assistenza sanitaria.
Pubblica istruzione. Indennità di disoccupazione, sussidi familiari, in caso di accertato stato di povertà o bisogno.
Accesso alle risorse culturali (biblioteche, musei, tempo libero). Assistenza d'invalidità e di vecchiaia. Difesa dell'ambiente naturale.
Questi servizi naturalmente gravano sui conti pubblici in quanto richiedono ingenti risorse finanziarie, le quali dovrebbero provenire in buona parte dal prelievo fiscale che ha, nei Paesi democratici, un sistema di tassazione progressivo in cui l'imposta cresce al crescere del reddito.In Italia invece improvvisamente ci si accorge che questa via non è più percorribile perchè abbiamo sempre più vecchi che magari vanno in pensione a 57 anni e sempre meno giovani, ai quali, invece di fornire garanzie lavorative certe, con leggi liberistiche selvagge: legge Treu, legge Biagi, si è dato la stura a contratti lavorativi a tempo determinato vergognosi e ad una idea del mercato del lavoro che esiste solo negli Stati Uniti d'America quando una riforma seria si sarebbe dovuta e si deve fare sull'evasione fiscale, perchè questa è la vera piaga dell'Italia, la mano morta che ingoia soldi pubblici e mette in ginocchio il paese.Io non ho votato, non voglio dare la mia delega a nessuno, ma la FIOM che tu dici fa demagogia fa bene a difendere quello sparuto gruppo di persone che nelle fabbriche fanno lavori usuranti, non come me e te, e che, quelli si, meriterebbero di andare in pensione a 57 anni con una pensione dignitosa. Questo voto sul welfare è stato una truffa bella e buona, ancora una volta si è voluto mostrare una realtà falsificata e poi perchè usare la parola welfare in maniera così fuorviante?

Anonimo ha detto...

e io non sono affatto un operaista

Anonimo ha detto...

Anche io non ho votato: perchè la cgl mi sta sulle palle saranno almeno trent'anni.
E perchè tutta questa operazione mi puzza di guerra tra poveri secondo l'equazione "dividi et impera"
E il problema non è il collega di rossi doria che va in pensione a 57 anni, che mi fa venire solo un panteco d'invidia.
Mentre altro mi provocano gli sprechi veri...
Comunque è già una cosa che si ricomincia a parlare di welfare che mi sembrava una brutta parola negli anni scorsi, come il garantismo.
a proposito di garantismo- per cosentino-chiedilo a f. cuomo che intende per garantismo visto che i garantisti come me gli fanno girare...la testa.

Pietro Spina ha detto...

anche la vicenda del "protocollo sul welfare" riproduce una modalità "politica" tipicamente italiana e a cui si è talmente assuefatta anche al sinistra (nel senso del popolo di sinistra) che quasi non ce ne accorgiamo più. si discute di un testo, si fanno referendum più o meno pilotati, si pubblicano su giornali commenti di ogni genere, si sparano cifre sulla partecipazione e sull'esito della consultazione e nessuno che dica una parola su CHE COSA C'è SCRITTO NEL PROTOCOLLO?
perchè mai solo in questo Paese la politica appassiona per quello che ha di deteriore, per il teatrino, per lo scontro e non mai per il suo contenuto??
in francia, solo a marzo di quest'anno, la polizia picchiava gli studenti nelle università per la questione del "Contrat de première embauche" o contratto di primo impiego. trattavasi di un progetto di contratto elaborato dal governo villepin, riservato ai giovani con meno di 26 anni e senza qualifica professionale, per l’assunzione in imprese con più di 20 dipendenti, per 24 mesi, ma con la possibilità di rescissione in qualsiasi momento, senza giusta causa, dal datore di lavoro.
Insomma, uno scontro duro anche più del nostro,altro che aplomb anglosassone, ma almeno si sapeva bene e con precisione di cosa si trattava. e si trattava di una cosa grave, secondo me, ma precisa, individuabile e contestabile. è questo che fa del conflitto il sale della democrazia. invece noi discutiamo di una cosa che tutti giudicano (chi la trova ottima, chi la migliore possibile, chi una fregatura) ma pochissimi conoscono e nessuno spiega. perchè non è solo la questione dello scalone (che è l'unica cosa di cui PRC & CO hanno parlato per mesi). non c'è solo l'età pensionabile. c'è la modifica di parti della legge biagi, ci sono le norme sui contratti a termine, sull'indennità di disoccupazione, sulla CIGS. ci sono cose che riguardano i lavoratori insider cose che riguardano i disoccupati, cose che riguardano i pensionati. cose buone, secondo me, e cose non buone. ma nessun confronto è possibile sul "pacco chiuso".
perciò non si può capire (e quindi discutere democraticamente) la portata delle modifiche, secondo me opportune, introdotte dal C.D.M. di ieri e secondo me ancora insufficienti. e non si capisce perchè la CISL si oppone e perchè la CGIL non applaude, mentre si capisce un po' perchè montezemolo si incazza.
e su questo che si dovrebbe discutere, nel merito. e su questo che si dovrebbero chiedere risposte , da sinistra, alla CGIL e alla sinistra radicale.
sennò diventa tutto un gioco a vedere se il governo cade o non cade, con buona pace di quelli che hanno un contratto a termine e vorrebbero capire che fine faranno.