31 maggio, 2006

Rossi-Doria: 18.460 - Decidiamo Insieme: 10.893

Ringrazio di nuovo: per questi mesi di fatica proficua, per chi, in questi giorni elettorali, ha lavorato sodo, le persone che si sono attivate volontariamente, i nostri candidati, che, a differenza di quanto spesso accade altrove, sapevano bene di lavorare per un programma di lungo periodo e senza premi immediati e dunque “per la squadra” e i nostri rappresentanti di lista che si sono dedicati veramente fino all’ultimo in un lavoro faticoso, spesso isolato e molto serio.

E soprattutto ringrazio i nostri elettori ed elettrici. Che non sono pochi. Non abbiamo ottenuto quanto volevamo o pensavamo e di questo sapremo parlare tra noi e alla città.
Ma siamo presenti in città, non siamo solo testimonianza. Possiamo ripartire da questo 3,47% per costruire una forza civile e politica. E’ una percentuale notevole, costruita in soli 4 mesi. Faccio i miei auguri a Norberto che ci rappresenterà nella municipalità Vomero-Arenella e lo abbraccio forte.
Non sono stato eletto in consiglio comunale nonostante abbia ottenuto personalmente il quorum: la lista non lo ha ottenuto.
Sarà più difficile rappresentare il nostro programma. E’ un fatto che complica il lavoro promesso agli elettori.

Dunque, faremo l’analisi del voto. Non solo del nostro voto, che richiede una seria riflessione politica e di prospettiva su cosa intende fare Decidiamo Insieme e anche il sottoscritto che, ovviamente, rimette nelle mani dell’associazione il mandato che aveva ottenuto per questa tornata elettorale.
La domanda centrale è: come vogliamo continuare a stare in città e riunire le nostre diverse culture e anime, far valere il nostro programma rispetto a chi è chiamato a governare, proporre soluzioni per il bene comune, entro un lavoro “di lunga lena” su cui ci siamo impegnati con noi stessi e con i cittadini da febbraio e come è scritto nel nostro statuto?
In risposta a questo complesso quesito c’è da mettere in cantiere una costruzione sociale, politica e culturale che dovrà avere le sue tappe iniziali a cavallo tra ora e l’autunno. La prima sarà l’assemblea già convocata del 2 giugno.

E esamineremo il senso della grande vittoria del centro-sinistra che contraddice quello che io, che noi abbiamo detto: “hanno governato male”. Dovremo essere capaci di vedere ogni possibile prospettiva rispetto al divario tra questo nostro giudizio, tanto presente in città ben oltre noi e il risultato che lo contraddice.
Propongo anche che ci si soffermi con cura e con calma sull’analisi generale del voto senza scorciatoie interpretative facili: dati quartiere per quartiere, composizione tra partiti e pesi diversi degli stessi nelle diverse aree della città, rapporto tra voto per le municipalità e voto per sindaco e consiglio, peso ed errore nel voto disgiunto ecc. Prima di tutto vi è un tempo da dedicare all’analisi dettagliata dell’espressione democratica dei napoletani. Analisi e poi giudizio articolato: a me hanno insegnato così. Propongo un dibattito che interpreti da più angolature. Credo che il sito Decidiamo Insieme sia un luogo deputato a ciò. Ne possiamo poi trarre una pubblicazione, se vogliamo. C’è necessità, in città, di studio e riflessione sulla complessità. Come movimento ce ne possiamo fare promotori. Potremmo partire dal dato che mostra che i partiti contano oggi di più: 35.818 voti sono in più per i sindaci e in meno per le liste nel 2006 mentre nel 2001 erano circa il doppio, cioè 66.000, che ciò vale soprattutto per la Iervolino per la quale vi è quindi perfetta corrispondenza tra voto a lei e voto ai partiti senza che lei abbia aggiunto alcunché, che, su questo, noi, nel nostro piccolo, siamo in controtendenza: 7.567 voti di differenza a favore della candidatira a sindaco (+ quasi 3000 voti disgiunti a favore del candidato sindaco e annullati). Una forza che, come abbiamo visto, si è tradotta in debolezza. I partiti politici ne escono certamente rafforzati. Lo vedremo nella formazione della giunta, state certi.

Se si crede nei segnali che l’espressione democratica dà alla città, c’è tanto materiale su cui pensare, soprattutto in relazione alle condizioni e ai mutamenti sociali e culturali della città nelle sue diverse parti e nel suo rapporto con rappresentanza e amministrazione. Per chi crede nella democrazia partecipativa, si tratta di temi cruciali, fondanti.

Non abbiamo avuto un successo. Lo sappiamo. Saremo severi e misurati nella nostra analisi sulla politica e sull’organizzazione che hanno portato a questo risultato significativo ma certamente non lusinghiero. E sapremo andare avanti a partire da un dato comunque forte, importante: abbiamo perso ma siamo presenti e siamo, che lo si voglia o no, l’unica forza di sensata potenziale opposizione costruttiva in città, forse con la sola aggiunta di Mario Esposito.
La destra, fin quando sarà portavoce del delirio sovversivo del Berlusca non lo è e, del resto, mai lo è stata.

Attenzione, a tutti noi naviganti in questo mare: è una grande responsabilità quella di essere la sola forza che ha un compito di critica e controllo costruttivi su chi governa. Ieri mi ha chiamato Fabrizia Ramondino per ricordarmelo: “Proprio perché la Iervolino ha vinto così tanto, noi abbiamo maggiore responsabilità nel far valere il programma per i cittadini e per la città; non ti deprimere, teniamo duro; studiamo per il meglio, c’è da tanto ma tanto da fare….”. Parole importanti.

Intanto ho doverosamente chiamato Rosa Russo Iervolino e le ho fatto gli auguri di buon lavoro; le porterò personalmente il nostro programma.

27 maggio, 2006

Adesso al voto

Dobbiamo essere contenti e orgogliosi di quello che abbiamo fatto e chiedere il voto a me e alle nostre liste sulla base anche di questo orgoglio.

Non siamo stati perfetti e non viviamo in un mondo perfetto.
Come candidato sindaco e primo ideatore dell’avventura a cui abbiamo preso parte sono il primo responsabile anche di errori, lentezze, difficoltà che tuttavia – in un’ottica che guarda al sistema e alla complessità del compito – sono stati comunque di gran lunga inferiori ai punti messi a segno. Credo che dalle nostre imperfezioni abbiamo saputo e sapremo trarre lezioni: nei sistemi complessi è l’apprendimento in corso d’opera il valore aggiunto positivo.

Dobbiamo essere contenti e orgogliosi perché abbiamo dato un’occasione alla città e a noi stessi, abbiamo studiato e indicato quel che si deve fare per fare ripartire Napoli con un programma che ha saputo mettere insieme integrazione e inclusione sociale con sicurezza e sviluppo sostenibile. Lo abbiamo fatto in modo libero, unendo culture e linguaggi diversi, persone e storie diverse, un grande esercizio partecipativo. Lo abbiamo fatto spesso con ironia e auto-ironia, senso critico, battendoci contro la paura e l’astio e divertendoci anche. E’ uno stile nuovo, che va mantenuto.

Non abbiamo semplicemente dato voce alla verità di una crisi che tutti noi cittadini di Napoli abbiamo ogni giorno davanti agli occhi e che solo gli stolti o coloro che sono obnubilati dall’appartenenza continuano a negare contro ogni evidenza.
Abbiamo voluto cimentarci con le cose da fare, ci siamo proposti per il governo vero della città. E lo abbiamo fatto in modo aperto, ascoltando, creando e accettando dibattito pubblico sul da fare, con tutti. E, coerentemente, ci siamo confrontati su questo con tutti gli attori della vita economica, sociale, civile ma soprattutto con i cittadini. I cittadini possono votarci o meno ma è sulla base di una possibilità vera di cambiamento che decideranno. Abbiamo fornito questa possibilità, che rende più liberi nella scelta. E’ a portata di tutti un voto utile, un voto libero.
E, comunque, tutti gli attori che vivono e operano a Napoli ci riconoscono una proposta che crea speranza. E gliene siamo grati perché è importante, in una situazione di mancato sviluppo, il conforto delle persone che lavorano per la crescita dell’occupazione, investono, creano azione sociale e che ci dicono: siete persone con proposte serie, realistiche, innovative. Così: industriali, artigiani e piccoli imprenditori, commercianti, sindacati dei lavoratori, associazioni professionali. Ieri la grande rete dei contribuenti ha emesso un comunicato nel quale invita ufficialmente a votarci perché siamo la proposta più seria in città e ha inviato un appello ai suoi 10.000 associati. Molte associazioni dei disabili e il movimento dei girotondini, che ha animato la difesa della Costituzione negli anni passati, fanno altrettanto. L’associazionismo ambientalista ci riconosce la serietà delle proposte. L’assise di palazzo Marigliano rispetta le nostre prese di posizione indicandole come fortemente propositive. I media hanno altresì riconosciuto il valore della proposta politica di cui siamo portatori, entro un rapporto che, grazie a una nostra costante attenzione al rispetto e alla reciprocità, è stato di confronto sereno e leale: Il Mattino, La Repubblica, Il Corriere del Mezzogiorno, il Roma, la RAI e tutte le tv locali, Napoli più, Cronache di Napoli ecc.
Sulle pagine napoletane de La Repubblica di oggi, vigilia del voto, l’articolo di fondo evidenzia e riconosce bene il senso del nostro lavoro per rifondare la politica a Napoli. E tre giorni fa, sulla pagina nazionale de Il Mattino, Aldo Masullo, che aveva aperto la stagione della critica al sistema di potere vigente a Napoli, ha riconosciuto la serietà e il coraggio della nostra impresa mentre, nei giorni scorsi, per l’ennesima volta, i dirigenti nazionali di Ulivo, Margherita, DS ci nominano come risorsa importante per il futuro della città.

Abbiamo voluto una campagna sui contenuti e sul metodo partecipativo democratico. Abbiamo insistito sulla possibilità di fare politica in altro modo.
Ma - con alcune eccezioni positive che hanno consentito rapporti di vero confronto che noi auspichiamo che durino nel tempo - la politica ufficiale partenopea non ha, in generale, saputo rispondere adeguatamente.
Era forse prevedibile ma è un peccato che Malvano e gli esponenti del centro-destra, presi dalla loro demagogia dilagante e dalla conduzione di una campagna elettorale forsennatamente fatta di promesse alla vecchia maniera e dal delirio di rivincita imposto da Berlusconi , non abbiano mai voluto confrontarsi con una qualsiasi delle nostre proposte. E’ l’ulteriore segno che non esprimono cultura di governo, così come non hanno mai espresso opposizione propositiva in tutti questi anni.

Ma soprattutto è un vero peccato che il sindaco uscente non abbia saputo riconoscere la nostra proposta quanto meno come quella di avversari seri entro il confronto elettorale e che i presidenti di Provincia e Regione Campania non abbiano trovato il coraggio nemmeno di nominare “Decidiamo insieme” così come, in politica, si fa con tutti i concorrenti alle cariche elettive. Hanno preferito ignorare l’evidenza, a differenza di tutta la città e insistere sulla parola “dissenso” ….. un lessico, forse rivelatore di una idea di politica di altri mondi e altri tempi, qualcosa di vagamente e surrealmente sovietico.
Peccato davvero.

Ma dobbiamo essere orgogliosi e ringraziare noi stessi soprattutto perché abbiamo costruito un movimento che ha oggi un telaio, qualcosa che può durare nel tempo, che ha l’ambizione di lavorare per il bene pubblico ben oltre la scadenza elettorale. Qualcosa che va difeso come un bene prezioso, nutrito e ampliato. Ci siamo, infatti, presentati alle elezioni con questo spirito: è la prima pietra. Questo è il senso delle nostre liste e della conduzione aperta della campagna. E dobbiamo essere grati a tutti ma proprio tutti per ogni attimo del grandissimo lavoro volontario svolto: decine e decine di uomini e donne di tutte le età e di ogni quartiere hanno voluto e saputo supplire alla mancanza di mezzi regalando alla nostra impresa ore e ore di lavoro, dedizione costante, riflessione intelligente, straordinario rispetto e attenzione agli elettori cittadini, cura costante delle relazioni reciproche e con i territori, con gli avversari, con gli eventi e i compiti. Senza questo non avremmo potuto presentarci e condurre questa campagna. Ed è grazie a questo che potremo durare nel tempo.

Voglio oggi ringraziare tutti coloro che hanno contribuito economicamente. Sono stati – credo – premiati dal fatto che abbiamo condotto una campagna per la presidenza e il consiglio di dieci municipalità (si anche a Chiaia abbiamo lavorato!), per 60 candidati al consiglio comunale di Napoli e per il sindaco con un budget di meno di 100 mila euro, tutti, fino all’ultimo centesimo, regolarmente segnati per provenienza e spesa, proprio come avevamo promesso! Attenzione: è la metà della metà della metà del costo di una campagna elettorale per un solo candidato al consiglio comunale dei partiti tradizionali ben accreditato, un decimo della sola campagna dei grandi manifesti iniziali (gennaio e febbraio) di Iervolino o Malvano. E’ il segno della possibilità di fare politica a costi davvero contenuti, il simbolo di una spinta etica straordinaria e che rivendichiamo. E voglio esprimere un grazie speciale a ognuno dei membri dello staff, fatto di pochissime persone impegnate in modo fortissimo, che hanno lavorato contemporaneamente a risolvere problemi immensi e a costruire una struttura di tipo nuovo da zero.

Ritornerò qui dopo la conta del voto. Ma voglio ripetere quanto ho detto nel comizio finale a San Domenico Maggiore: aspetteremo il risultato del voto con calma e determinazione. E lo valuteremo pubblicamente come movimento Decidiamo Insieme, assumendoci la responsabilità delle scelte che ne conseguiranno. Come abbiamo fatto dall’inizio. Se vinciamo andremo avanti e punteremo sul governo della città. E comunque siamo fiduciosi perché sappiamo di poter davvero contare su un bagaglio collettivo molto ampio di intelligenza, creatività e, al contempo, realismo e senso di responsabilità. Faremo comunque valere bene il voto che otterremo, qualsiasi sarà l’esito che esce dalle urne, salvaguardando la nostra indipendenza, il programma che abbiamo costruito e la prospettiva di un impegno che non può essere che di lungo periodo.

23 maggio, 2006

Un programma e 60 candidati contro 4 panzane

Giro moltissimo in ogni quartiere e ovunque molta gente vuole votare per noi. Vedremo i risultati ma sono fiducioso.
Altri non vogliono votare per noi. Le persone che non votano per noi lo fanno spesso per ragionamenti politici diversi dai nostri: la Iervolino si è trovata in una contingenza difficile, ha governato bene, ha fatto il Piano regolatore e il decentramento, è importante votare la coalizione dei partiti ecc. E’ normale non essere d’accordo e votare contro la nostra proposta su queste basi. Siamo in democrazia.
Ma non è normale non votare per noi esclusivamente sulla base di panzane. Le panzane che vanno in giro e che voglio qui riportare perché le ho sentite ripetute molte volte e dunque ribattere sono le seguenti.
1 - “fai vincere Malvano al primo turno”. Basta un calcolo aritmetico per smentirlo, semplice: se ciò avvenisse significherebbe che il senatore ex-questore ha avuto la metà dei voti + 1. Cioè che ha superato la somma dei voti a Iervolino + Rossi-Doria + Esposito + Sito + Lauro + Tramontano. E sarebbe (de)merito mio? Dove sarebbe il mio ruolo determinante?
2 – “stai dalla parte di Berlusconi” . Non è vero. Durante le elezioni politiche abbiamo apertamente lottato contro Berlusconi e chiesto con forza un voto contrario al suo governo. Non ci si può dire che siamo favorevoli a questa destra solo perché diciamo la verità sulla cattiva amministrazione da parte della giunta Iervolino.
3 – “non hai programma… il tuo è il libro dei sogni”. E basta con questa chiacchiera sulla nostra presunta mancanza di proposta che la stessa Iervolino ama ripetere. Tutti – dico tutti!!! - coloro con i quali ci siamo ufficialmente confrontati in questi mesi hanno ufficialmente dichiarato che siamo persone serie e portatrici di un vero programma innovativo e realistico. Ieri ho esposto ai sindacati CGIL CISL e UIL puntualmente il nostro programma – cercatelo su www.marcorossidoria.it in forma estesa. Sia pure nella diversità di vedute su alcune cose ma con tanti punti in comune ci è stato riconosciuta questa forza propositiva. Ribadiamolo perché non ce lo diciamo da soli ma ci viene detto da tutti gli interlocutori incontrati in questi mesi: associazioni del privato sociale, artigiani, insegnanti, sindacati dei lavoratori (confederali e cobas), associazione dei manager, associazione dei contribuenti, unione industriali, commercianti, albergatori, sindacato degli studenti, associazioni ambientaliste, assise di palazzo Marigliano, piccola e media impresa, associazioni di categorie professionali (farmacisti, medici, ingegneri, commercialisti ecc.). Se non si crede a noi, chiedetelo ai responsabili di queste categorie, associazioni e enti. Ripeto: leggetevelo, abbiamo un programma riformatore serio.
4 – “siete dei borghesi e basta”. Falso. Abbiamo liste per il consiglio comunale e per le municipalità di persone oneste, competenti e che lavorano e vivono in tutti i quartieri della città a maggioranza assoluta a medio e basso reddito, compreso il sottoscritto. E dato che su quest’ultimo punto girano vere e proprie menzogne anche da parte di esponenti accreditati dei partiti di centro-sinistra (alle quali, in presenza di testimoni, risponderò con querela d’ora in avanti) metto a disposizione la mia dichiarazione dei redditi da quando ho iniziato a lavorare fino ad oggi. La mia commercialista si chiama Pina Coppola, la troverete al numero di telefono che può esservi fornito da Decidiamo insieme.
Perciò votate liberamente sulla base di qualsiasi raggionamento politico perché questa è la bellezza della democrazia… ma le panzane no. E guardatevi programma e liste pure degli altri…

Ho visto Berlusconi in tv. Ha detto chiaro e tondo che non intende stare in consiglio comunale… Ma si fa votare per questo. Ha paura di non prendere preferenze visto il meccanismo della preferenza unica e l’esercito delle liste che su questo è costruito? E mette preventivamente la “pezza a colori”? Si è autonominato consulente del Sen. Malvano – gratis ha dovuto aggiungere – perché…. “essere manager è meglio quando si vogliono risolvere i problemi”. Insomma ha ammesso la sovranità limitata esplicita del candidato di centro-destra. A conferma scendono i famosi lanzichenecchi per Malvano giovedì sera: Fini, Casini, Berlusconi.
Nel confronto diretto in tv su RAI 3 e nelle varie trasmissioni radio e televisive alle quali sto andando chiederò conto a questa destra della sua sudditanza e di dove era la sua opposizione costruttiva negli ultimi tredici anni e di quando mai i suoi dirigenti nazionali si sono occupati di Napoli. Ma ribadirò anche che Napoli è stata mal amministrata dal centro-sinistra in questi anni.
E ribadirò i punti del nostro programma.
Forza. La città ha bisogno di cambiamento, proposta e speranza.

20 maggio, 2006

Confrontare e riflettere

Non è stato sempre di conforto leggere commenti distruttivi e risposte aggressive. Ma mi sono sempre astenuto dal rispondere ai commenti in questo blog. Mi trovo d’accordo con Mario Mastrocecco:
uno dei nostri maggiori risultati (è) aver riacceso un vero e franco dibattito politico tra le persone (…) Un dibattito che le forze politiche della sinistra napoletana evidentemente non erano più abituate a vedere da tempo (…) Proprio la necessità di tenere sempre viva l'attenzione del "Popolo" (quello cui apparterrebbe la sovranità) può far paura a qualcuno ma è un bene per tutti ed è un obiettivo per noi. Quindi ben vengano le critiche e, in qualche misura, pure gli insulti.
A quelli che ci criticano, a quelli che ci guardano con sospetto ma anche a quelli che ci votano vorrei suggerire di fare una cosa semplice: confrontare questo posto con quello del candidato di destra (bisogna andare su "bacheca") e con quello di Rosa Russo Iervolino (qui si deve andare su "blog").
E confontare Il nostro programma per Napoli con gli altri due, cambiamoci Napoli e la Napoli che vogliamo.
Un confronto che va fatto poi con attenzione sui nomi delle persone in lista. Leggete i nomi e le biografie dei candidati nella lista di decidiamo insieme.
Il confronto sereno serve per riflettere sulla città, non solo per orientare il proprio voto.

Alla signora che mi criticava per l’uso del termine mao-mao chiarisco che non intendo in nessun modo offendere le persone con cui vivo e lavoro nel mio quartiere. Intendevo riferirmi a chi impedisce anche di affigere manifesti elettorali.

17 maggio, 2006

Megafono, programmi e volantini. Andiamo a prenderci i voti

“Devi intervenire e tirare le orecchie ai tuoi, sono troppo distruttivi nel tuo blog” – così, fermandomi per strada, mi ha detto ieri un signore elegante, dall’aspetto giovanile e ben informato. Questo incontro si somma a molti altri che ci sono stati in questi mesi: un candidato a presidente di municipalità di parte avversa mi ha redarguito perché vi erano opinioni fuori controllo sul suo schieramento, un importante dirigente di partito mi ha fatto notare che il dialogo con noi era reso difficile dal tono del blog evidentemente ispirato dalla mia personale faziosità, un dirigente sindacale mi ha chiamato al telefono per ricordarmi che non è bene che un blog non tratti con la dovuta completezza temi quali i diritti dei lavoratori o gli immigrati. E quando gli ho fatto notare che avevo fatto un post sugli immigrati ma non era stato ripreso l’argomento, ha risposto, sorpreso e quasi indignato, che spettava a me “replicare al fine di veicolare meglio il messaggio”…… testuali parole.
La cifra comune a tutti questi interventi, il tema che li unisce è: “tieni sotto controllo i tuoi”.
Invece ho scelto di fare un blog vero e non pilotato e certo non mi tiro indietro alla fine per richiamare tutti all’ordine.
Il fatto è che se si afferma che la città si governa con la città stessa, allora si deve ammettere che c’è una responsabilità di governo che propone e decide che, però, convive con un campo largo entro cui hanno cittadinanza le opinioni e le proposte avverse, le propositività e anche le pulsioni distruttive, la critica e la capacità di contenerla nel nome dell’interesse generale e comune, le altrui proposte e azioni, l’umore singolare e quello diffuso, la fantasia e la creatività individuale e quelle di gruppo ecc. Questo campo è la vita stessa delle relazioni in una città, una vita molteplice, complessa.
Governare è prendere la responsabilità della scelta. Non è il controllo dirigista di tutti i processi complessi in campo. Non è il “Tieni sotto controllo i tuoi”. E’ dare la possibilità di costruire, entrare in azione per il meglio, spostare in avanti i rapporti sociali con un programma realistico e innovativo che si persegue con costanza, migliorare la democrazia attraverso la fatica della partecipazione.

Alcuni mao mao del mio quartiere impediscono di affiggere manifesti se non si paga prima. Avviene in quasi tutti i nostri quartieri. Vale per noi e per altri candidati. Per manifesti più “azzeccati” e per manifesti meno “azzeccati”. Ho azzeccato manifesti a Napoli, a Roma e a Torino in vita mia. La notte dei manifesti incollati e strappati e coperti è più lunga per tutti qui a Napoli, ve lo assicuro. Squadre di persone in cerca di guadagno entro una città disperatamente impoverita vanno avanti e indietro senza sonno, tra piccole risse e accordi notturni, per 40 o 50 centesimi a manifesto affisso, fuori da ogni spazio. Altre volte piccoli satrapi di quartiere chiudono accordi o pacchetti chiave in mano che prevedono somme uniche, a cinque cifre, per affissione, distribuzione di materiali e anche propensione al voto… I manifesti che vedete più spesso attaccati al muro sono il risultato di siffatti accordi. La guerra dei manifesti è la cartina al tornasole di una città ridotta allo stremo, fuori dai controlli legali e per la quale le elezioni sono stagione per racimolare reddito.
Oggi sono alla Pignasecca e continuerò ogni mattina i miei giri nei mercati, con megafono, programmi, volantini.
Sarò sabato mattina a Barra. Domenica discuto su Napoli est alle Assise di Palazzo Marigliano… e di rifiuti tossici. Ci saranno un incontro sul programma con i sindacati il 22 e con le organizzazioni ambientaliste sulle nostre sensate proposte sui rifiuti dopo che il sindaco ha cambiato linea e vuole l’inceneritore subito; faremo un’assemblea martedì 23 su educazione, scuola, città. Stiamo preparando le chiusure di campagna in ogni municipalità e quella centrale.
Siamo l’alternativa al Malvano e alla Iervolino.
Andiamo in giro. Portiamo proposta e lista. Andiamo a prenderci i voti.

14 maggio, 2006

Calmi e determinati informiamo i cittadini

Ora ci sono i manifesti per strada, saremo sempre più presenti in tv, e tutti i candidati vanno ovunque a parlare, portare il programma cittadino e di municipalità, convincere, raccogliere i frutti della coraggiosa sfida politica che abbiamo lanciato.
Ogni giorno è un quartiere diverso che percorro, che percorriamo: comizi volanti, discussioni nei mercati, per strada, tra la gente. Dalla mattina a notte. La gente vuole cambiare, l’alternativa, unica, tra il Malvano e la Iervolino siamo noi. Ma non tutti conoscono me, i candidati, il programma. Questi sono i giorni decisivi. Bisogna raccogliere voti. Tutto si concentra sul raccogliere voti. E’ questo il centro dei pensieri e dell’azione. Non si tratta solo di creare simpatia e opinione ora. Ma di concentrasi sulla raccolta. Ovunque. Spiegare come si vota. Predisporre fac-simili. Ritornare dalle persone. Insistere. Concentrarsi su questo.

Ieri ho sentito brutte voci, le ennesime voci della disinformazione che va rintuzzata. Sono costretto a ricordarne le tappe. Fino ad ora hanno detto che 1) mi sarei “venduto” al sindaco uscente facendomi cooptare in giunta e che non avrei presentato la lista 2) che ero io – e non chi non ha ben governato la città - il “demonio” che rischia di fare vincere la destra al primo turno, contro ogni logica di aritmetica semplice. E ora 3) hanno iniziato a dire in giro addirittura che prendo i soldi direttamente da Malvano e da Berlusconi o che avrò un assessorato da Malvano. Sono metodi di tempi che per fortuna sono passati: chiunque è indipendente, mostra che un’altra strada è possibile e crea programma e movimento che ha la capacità di cambiare le cose va tacciato di “venduto”. E’ una triste e antica storia, una vergogna.
Ma abbiamo da lavorare per riuscire e riuscire davvero. Perciò, stiamo tutti calmi e attenti. Manteniamo sempre testardamente il dialogo propositivo e i toni fermi e pacati. E concentriamoci sui cittadini e spieghiamo che la città così muore e cosa non ha funzionato e cosa vogliamo fare in città e per la città.
Mostriamo chi siamo: una lista seria di persone oneste e competenti con un programma moderno per una Napoli che vuole diventare adulta e uscire da questa cappa soffocante che impedisce a tutti di affrontare la crisi del luogo in cui viviamo e a cui vogliamo bene. Calmi e determinati. Dovremo da un lato rintuzzare la campagna di menzogne di questo tipo, dall’altro attaccare questo centro-destra davvero becero e denunciare possibili pressioni intorno ai seggi dei quali siamo stati noi i primi in assoluto a denunciare i pericoli e, al contempo, stringere tutti gli sforzi a raccogliere voti per me sindaco, per i nostri presidenti di municipalità, per i candidati delle liste.
Attenzione: adesso noi non dobbiamo perdere neanche un colpo e dobbiamo ottimizzare, anzi, tutta l’azione. Forza!!!

08 maggio, 2006

La campagna va

Venerdì all'incontro a Poggioreale ho conosciuto i candidati della nostra lista e li ho visti nel loro ambiente: persone motivate e attive in quella municipalità.
Sabato la conferenza sulla disabilità a Foria: la sala era piena.
Al corteo per San Gennaro mi hanno sostenuto in tanti mentre mi tenevo a distanza dalla prima fila: occhiolini, incoraggiamenti, strette di mano, abbracci, richiesta di materiali, regali di portafortuna.
E all'assemblea con gli amici di Fuorigrotta erano tutti già pronti con loro materiali e programmi per andare in giro per il quartiere.
Poi Pianura e Soccavo domenica con volantinaggio e incontri ovunque: case, cimitero, bar, strade, piazze, giardini, mercato. Molti ci conoscono e chiedono, vogliono sapere meglio cosa e come faremo. Abbiamo messo a punto un piano di comizi nella stessa zona e un volantino di proposta sulle questioni aperte di quella municipalià che è stata davvero abbandonata: strutture del day hospital, del polifunzionale e del polo artigianato lasciate vuote, non completate o inutilizzate, fogne senza manutenzione, circumvallazione interrotta da anni, pericolo di frane dai costoni tufacei.
Da domani nei diversi territori ci andrò con un megafono per dei brevi comizi volanti, che suggerisco anche agli altri candidati.

02 maggio, 2006

E' complicato, ma si tratta del futuro di Napoli

Pacatezza e convinzione nel portare ovunque il programma, preoccupazione per la municipalità di Chiaia – S. Ferdinando - Posillipo, volontà di fornire una vera alternativa a questa destra e agli ultimi 5 anni di governo cittadino

Stiamo per partire con la vera e propria campagna che riguarderà oltre trecento nostri candidati e stiamo attivando la nostra organizzazione per uscire nei territori, andare a parlare nelle strade e nelle piazze e farsi ancor più conoscere.
Avremo un coordinamento dei candidati che vedrà l’impegno del presidente di Decidiamo Insieme che non è candidata e che garantirà la piena sinergia tra tutte le nostre forze.
Andremo sempre di più sulle diverse tv, mostreremo la forza del programma con una conferenza stampa ogni 2 giorni in modo da coprire tutti gli aspetti della vita cittadina, i manifesti stanno per uscire e sono volutamente concentrati sui temi e in questa fase di campagna vera e propria perché le risorse non cospicue che abbiamo vanno ottimizzate. Girerò per tutti i quartieri e parlerò con la gente e il calendario dei miei spostamenti sarà a disposizione dei nostri comitati territoriali e dei candidati per poter favorire in modo equilibrato e ovunque gli eventi decentrati con me presente.
Sono stato allo stadio S. Paolo per la festa del passaggio del Napoli in B. Sono stato al Primo Maggio cittadino che si è tenuto, con il consueto corteo sindacale, a Ponticelli. La gente ci chiede spiegazioni sui punti del nostro programma, vuole conoscerci, ci stima. Dobbiamo fare una grande battaglia di merito su cosa fare per la nostra città e concentrarci fortemente su questo. Infatti la sensazione è che siamo l’unica alternativa a questa destra e al forte scontento per i cinque anni di governo Iervolino ma che le persone vogliono risposte su cosa sia possibile fare e come. Ed è esattamente ciò che dobbiamo dare loro.
Sarà una battaglia seria, tesa e anche bella ma sarà faticosa e avremo da rispondere con pacatezza e misura nei toni ma anche moltissima determinazione nei contenuti ai nostri concorrenti. Prepariamoci negli spiriti perché di questo si tratta.
Sono stati anche giorni di passaggio e lo sono ancora. Vi è stato un lavoro di composizione di liste territorio per territorio che ha comportato una immensa quantità di confronto e conoscenza, condivisione di metodi e programma tra decine di candidati che spesso si sono incontrati per la prima volta. Fare coesione interna richiede ancora tempo e metodo, soprattutto in un movimento neonato; dobbiamo tutti dedicarvi pazienza e sostenere il peso della reciproca conoscenza.
Abbiamo inoltre depositato il programma ufficiale per sindaco – che uscirà in sintesi sui siti e in una pubblicazione da distribuire ovunque e che sarà pronta a breve - e i programmi indicativi per ognuna delle municipalità su cui hanno lavorato i nostri iscritti nei diversi territori.
E, naturalmente, abbiamo presentato la lista al consiglio comunale, dieci candidati a presidente e dieci liste per ciascuna delle nuove municipalità, un risultato straordinario realizzato in pochissimo tempo e che è indicativo del ruolo che ci stiamo conquistando in tutta la città.
E’ stato un gran lavoro e non è finito. Da quattro giorni stiamo, infatti, seguendo i controlli sulle procedure di presentazione e, come tutti quelli che hanno presentato le liste, attendiamo le conferme ufficiali di piena validità della presentazione da parte degli uffici elettorali. I controlli rituali riguardano modalità della presentazione delle firme e della documentazione, corrispondenza dei nomi e date con i documenti, controllo della dicitura di tutti i nominativi, completezza della ulteriore documentazione comprese le autentiche di firma.
Allo stato attuale per noi vanno più che bene le firme raccolte: oltre 1400 cittadini (il minimo era 1000). Così come sta avvenendo per tante liste, vi sono stati pochi rilievi formali che richiedono procedure ulteriori che stiamo seguendo con cura.
Tuttavia da ieri sera sono fortemente preoccupato per un rilievo formale che riguarda la nostra lista di Chiaia - S.Ferdinando - Posillipo, che potrebbe comportare la ricusazione e dunque la esclusione della nostra lista e del nostro presidente in questa municipalità. Se tale ricusazione verrà confermata abbiamo già attivato due tra i migliori amministrativisti della città che ci seguono con grande perizia tecnica e che ci sono vicini anche perché hanno davvero a cuore il principio che la competizione democratica si svolga con tutti i protagonisti in campo. Dunque, da parte nostra, seguiremo comunque la procedura legale tesa al riconoscimento del diritto sostanziale dei cittadini alla competizione elettorale. E, in ogni caso, siamo fin da ora mobilitati per decidere insieme le modalità della nostra azione in questo territorio anche nell’eventualità che la lista di Chiaia - S. Ferdinando - Posillipo non venga accettata al fine di ottenere comunque il massimo risultato politico d’accordo con tutti i nostri iscritti di questo territorio.
Voglio ripetermi. Ci siamo messi in un’impresa complessa e di lungo periodo. Siamo una vera forza di innovazione e questo comporta capacità di inventiva, riflessione, coordinamento e tenuta. Sappiamo che durante e dopo le elezioni il percorso non sarà privo di ostacoli e passaggi difficili. Ma si tratta del futuro del luogo dove viviamo e non intendiamo tirarci indietro.

25 aprile, 2006

le diversità sono una ricchezza

Come sempre avviene, a pochi giorni dalla chiusura delle liste, la situazione politica si rimette in moto. La calata di Berlusconi a Napoli, la polarizzazione che ne deriva, forse una tardiva consapevolezza nel centro-sinistra che la candidatura di Rosa Russo Iervolino è debole agitano le acque e si traducono in una pressione fortissima sulla nostra iniziativa.

Che qualcuno continua a demonizzare e qualcuno inizia a riconoscere.

Qualcuno fa passare l’idea che il problema della mancata forza della coalizione di centro-sinistra sarei io, saremmo noi. Molti napoletani di centro-sinistra non pensano questo.

Marco Pannella ha pubblicamente detto su Radio Radicale che ci apprezza e che si dovrebbe sostenere la mia candidatura.

Il presidente della Regione ha ripetuto l’invito a rientrare nell’Unione, senza nominarci.

Non si capisce se è un invito a mettere a confronto una molteplicità di voci entro la normale gara elettorale del primo turno o un invito a ritirare la candidatura.

Su questo punto voglio essere chiaro. Si tratta innanzitutto di essere seri.
I movimenti crescono su riflessioni, emozioni, partecipazione di tante persone diverse. Non possono essere smontati da un capo in un attimo, per convenienze dubbie. La legge elettorale stabilisce un diritto al confronto: doppio turno e possibilità di voto disgiunto tra sindaco e lista. Una grande primaria. Smobilitare significherebbe inoltre deprimere una parte di persone che non vogliono votare per il sindaco uscente. Si asterrebbero. Forse alcune voterebbero Malvano. E non sono poche. Un boomerang! Altro che favorire il centro-sinistra, andandosene.

D’altra parte, la politica è confronto e noi non dobbiamo temerlo. Non vogliamo restare isolati. Se ci invitano agli incontri ci andremo. Ne parleremo pubblicamente. Proporremo quello che stiamo ripetendo da settimane sul programma, sul metodo, sulla possibilità di candidati autorevoli nelle municipalità. Ascolteremo proposte e suggerimenti. A condizione che si riconosca il semplice diritto di competere.
Certo un Berlusconi ferito è più aggressivo, e lo combatteremo con più convinzione. Ma questo non ci può impedire di dire anche che Napoli è stata amministrata male, che è tempo di ritrovare speranze e orgoglio che abbiamo perso per la via dieci anni fa. E che abbiamo cominciato a ritrovare.

20 aprile, 2006

Sessanta persone nuove

E’ il momento chiave della campagna elettorale. Il risultato delle politiche non sta liberando il clima come avevamo sperato. Anzi. Berlusconi ieri sera ha annunciato che sarà capolista di Forza Italia al comune. E’ possibile che Fini e gli altri facciano altrettanto nelle prossime ore. Vogliono fare il tempo supplementare di elezioni di cui invece ieri la Cassazione ha confermato gli esiti positivi, sia pure di misura e che consentirà al centro-sinistra di assumere la responsabilità del governo. Stanno snaturando quella che avrebbe dovuto essere una normale prova democratica per il governo della città. Invece di un voto su come costruire un nuovo governo cittadino ne vogliono fare l’ennesima crociata italiana togliendo spazio al merito dei problemi e delle soluzioni possibili per la nostra vita. Così stiamo per essere invasi da manifesti con mille facce, bigliettini, slogan miracolistici, urli, tutti centrati su Berlusconi sì e Berlusconi no. E per fare questo, hanno messo in campo anche Vito, mister 100.000 preferenze, un signore che ha confessato in un tribunale della Repubblica di avere comprato voti per anni.
In secondo piano andranno le misure concrete e possibili sulla sicurezza, le strade, le fogne, il come curare l’aria e gli spazi urbani, come rilanciare lo sviluppo facendo partire davvero i tanti progetti che esistono e che vanno rimessi in moto in tempi brevi.
Nel centro-sinistra chiamano tutti alla crociata contro la destra, fanno gli appelli ai sentimenti a me o fanno girare la voce che mi sono già accordato per questo e per quello. Tutto non vero e che continuerò a smentire argomentando con pacatezza e decisione. E nessuno nei partiti di centro-sinistra dice pubblicamente ciò che tutti pensano e ripetono in privato e da mesi: la giunta Iervolino ha governato male e Rosa Russo Iervolino è la peggiore candidata possibile perché non se ne può sostenere la continuità davanti a un declino che è percepito in modo chiarissimo da centinaia di migliaia di cittadini, in ogni quartiere, di ogni condizione sociale e di ogni orientamento politico, in primo luogo di centro-sinistra.
Perciò sono sempre più convinto della nostra battaglia. Dobbiamo nutrire la speranza e lavorare per un nuovo e serio governo cittadino. Abbiamo un vero programma, oggi c’è la conferenza stampa sui rifiuti e via via presenteremo proposte innovative e realiste su tutti i temi, tutti. Da sabato 22 aprile al Modernissimo le nostre proposte saranno sottoposte in pubblico alla verifica della libera stampa, come si fa per le elezioni municipali nelle città in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Spagna, negli Stati Uniti. Normale, seria democrazia. La nostra lista per il consiglio comunale è splendida e la presenteremo ben prima della scadenza del 29. E la città potrà scegliere tra 60 candidati onesti, seri, dediti al loro lavoro, all’impegno civile e alla città, appartenenti ad ogni suo quartiere e con una attenzione vera alle donne e ai giovani.
Con calma, forza e dedizione andiamo avanti.

14 aprile, 2006

Sognare sperare lavorare

Grazie per gli incoraggiamenti di questi giorni. Lo dico a chi mi legge qui e ai tanti che mi fermano per la città.
Bene. Eccoci qui. Il ritorno di un po’ di freddo schiarisce l’orizzonte. Berlusconi ha perso e ha perso nonostante l’insipienza del centro-sinistra che è palese davanti a tutti noi. Ma resta sulla soglia di casa, minaccioso. Dobbiamo essere parte di una grande pratica di vigilanza democratica, calma e costante, che confido che l’Italia migliore riesca a trovare.
Il Berlusca potrà scendere molte volte verso il nostro golfo a sostenere il suo candidato al comune e le liste imbottite di personaggi che ricordano anni davvero bui e andati. Dobbiamo, dovrò contrastare questo colonialismo dello sconfitto risentito che cerca rivincita nella nostra città. Su questo sarò coraggioso, creativo e determinato. Se riviene a Piazza Plebiscito darò un segnale vero, a costo di andare a volantinare da solo il nostro programma serio per la città, in modo da evitare scontri e chiamando però tutti i giornalisti. Non intendo transigere sul fatto che Napoli merita di più: democrazia partecipativa, proposte forti e realiste, nessuna demagogia, la assunzione dei doveri e la pretesa dei diritti. Il tempo dell’essere sudditi, la stagione delle sovranità limitate vanno chiusi. E la città deve ripartire. Possiamo governare Napoli con la sua parte migliore ma va respinto l’assalto di questo centro-destra e, al contempo, va scalzato un blocco di potere locale che ha fatto male a Napoli. L’Italia deve saperlo. Un ex questore, che ha governato male insieme alla Iervolino va fermato. E se il Berlusca lo vuole lo stesso va fermato. E Rosetta non può fermarlo: è debole, screditata da cinque anni pessimi di governo cittadino, anche al di la dei suoi stessi personali demeriti, ha un metodo vetusto, un linguaggio che non corrisponde in alcun modo al compito e una serie di assetti da difendere che bloccano da anni speranza e potenzialità della nostra città. E i balletti della politica vecchia maniera – gli stessi che hanno rischiato di fare vincere Berlusconi - non sono più tollerabili perché o si genera nuova politica o saremo sconfitti.
Per questo abbiamo una grande responsabilità in risposta agli altri candidati e oggi si vede più chiaramente. Ma soprattutto e prima di ogni altra cosa dobbiamo avere un sogno e rendere operativa la speranza. Tenere salda la rotta. Andare ovunque a dire la nostra. Battersi per vincere.
In questi tre mesi abbiamo saputo costruire un movimento e un vero programma di governo per Napoli: voglio farli valere. Da subito dopo Pasqua riprenderanno le nostre conferenze stampa sul programma: rifiuti, sicurezza, traffico, urbanistica, salute e ambiente, educazione e formazione, tariffe, macchina comunale, periferie, un vero piano di sviluppo integrato. I nostri tavoli di lavoro hanno dato moltissimo. E poi ho parlato in giro, con metodo, con tutti gli esperti e i portatori di proposta e di interessi possibili: sindacati, associazioni di cittadini, imprese, operatori economici, esponenti delle professioni, studiosi dei diversi settori. Soprattutto ho parlato con i cittadini, nei mercati e nei parchi, per strada, nelle assemblee, nelle case, sui luoghi di lavoro, tra i giovani.
Sto scrivendo una sintesi del programma leggibile da tutti, in cui penso che la città si riconoscerà. Sarà presto nei gazebo che organizzeremo ovunque, grazie al lavoro dei comitati delle municipalità che stanno crescendo.Usciranno a breve i manifesti. Il 22 aprile faremo un grande evento a sostegno del programma e della lista al consiglio comunale che sarà piena di facce nuove e oneste, persone serie che vogliono rinnovare la politica davvero nella nostra città.
E diamoci da fare. Abbiamo bisogno di tutti e ne abbiamo bisogno ora. Andate sul sito decidiamo insieme. Contattate i comitati della vostra municipalità.
E subito iniziate a raccogliere soldi perché io non sono ricco di famiglia, non ho apparati alle spalle e non ho firmato cambiali da restituire. Dunque o arrivano i soldi o è il segno che la speranza non la vogliamo toccare.

11 aprile, 2006

E stata una lunga nottata


E non è finita. A questo punto aspetto domani per vedere come rafforzare una campagna elettorale che si annuncia molto complicata. Ma mai come ora acquista più senso un’idea nuova e più partecipativa della politica.
A volte fermarsi e riflettere con calma fa bene e può ridare slancio.

08 aprile, 2006

Nove, dieci Aprile

Sono molto preoccupato.
Andiamo a votare bene.
Andiamo a votare tutti.
Mandiamolo via.
Poi respireremo tutti molto meglio e potremo fare molte cose.La piazza non era affatto piena, ma di gente ce n'era comunque tanta. Ed erano anche giovani. Più le sparava grosse, più si divertivano. Tante bandiere, molte nere. Tantissimi soldi: scatoloni di fac-simili, decine di camper, un palco gigantesco. Il balcone, duce duce. Non è stato un bel vedere.

06 aprile, 2006

Diritti e leggeri

Ieri ho parlato di salute con medici e dirigenti della sanità. La Campania è la regione d’Italia a più bassa aspettativa di vita, tanto per gli uomini (75 anni) quanto per le donne (81 anni). Ha il più alto livello di mortalità dopo il primo anno di vita.
La situazione della nostra città è una delle peggiori d’Italia. Si respirano schifezze e il numero di bambini e di adulti che soffrono di allergie e di malattie respiratorie aumenta.
I poteri del sindaco sono ampi e finora poco utilizzati. Si può fare un patto per la salute e ci sto lavorando. Sto studiando come far valere i poteri del Comune in tutte le questioni di salute pubblica.
Stamattina vado in una fabbrica di cioccolata, vera. Incontro lavoratori e proprietari. E’ una città piena di attività con vincoli e difficoltà di ogni tipo che le mortificano. Chiunque fa qualcosa di buono e utile è come se corresse con la zavorra sulle spalle.
Essere candidato sindaco vuol dire chiedere, esplorare studiare e poi proporre. Proporre cose realizzabili significa osservare nel dettaglio e con attenzione. E’ un’avventura faticosa, ma dà soddisfazione intravvedere e poi trovare il modo per togliere quella zavorra dalle spalle della città, per rimetterla in condizioni di camminare diritta e alleggerita.
Finite le politiche si lavora sulle liste e intanto uscirà il programma che è a buon punto. Proponete le vostre candidature. Dobbiamo spenderci tutti.

02 aprile, 2006

Le traversie fanno crescere

I partiti di centro-sinistra fanno cose diffuse e piccole in giro contro il governo. E ci auguriamo che riusciranno a fare un comizio centrale in piazza. Ma è grave il fatto che abbiano chiesto in ritardo piazza Plebiscito lasciando che questo appuntamento tradizionale fosse messo in pericolo. E che la Napoli abbandonata dal governo in questi anni debba vedere la discesa dei lanzichenecchi: Bossi, Fini, Berlusconi.
Il centro-sinistra ha fatto certamente molto meno qui di quanto si faccia a Roma o a Milano o a Torino: meno iniziative centrali, meno manifesti, meno coinvolgimento di personalità di cultura, arte, spettacolo, meno ragionamento insieme sui danni degli ultimi cinque anni. A Napoli è una campagna per le politiche più stanca e ciò fa il paio con una amministrazione che non è andata bene.
E’ anche per tutto questo che abbiamo voluto dare un segnale, pur sapendo che siamo una forza appena nata e senza apparati consolidati.
Venerdì a Ponticelli abbiamo voluto lanciare una sfida ardua: una iniziativa centrale contro Berlusconi in periferia. Tutti seduti a capire cosa ha fatto il centro-destra, a nostro danno, in questi anni, persone di Ponticelli, persone che, dopo una settimana di lavoro, venerdì si sono spostati a Ponticelli. Una riflessione civile cittadina che è un segnale importante e bello.
Ma il coraggio da solo non basta. Il cinema era mezzo vuoto. Alcuni giornali hanno onorato il merito di avere osato. Altri hanno sottolineato il mancato successo. Dobbiamo imparare dalla vita e imparare in fretta. Non è così facile cambiare rotta in città: la periferia è stata davvero marginalizzata, le persone dal centro non ci vanno tanto facilmente, vi è una diffusa disillusione da cui non è semplice uscire, vi è un danno che è stato recato, durante questi anni, alla cittadinanza e all’orgoglio dell’impegno da una politica auto-referenziale e dalla crisi e il degrado.
La divisione della città va dunque combattuta con molte battaglie. Ne dobbiamo essere consapevoli.
E al coraggio bisognerà aggiungere alcuni altri ingredienti: maggiore sostegno all’avvio delle azioni di quartiere di Decidiamo insieme, una macchina organizzativa che coinvolga di più ogni singolo, una propaganda migliore e un porta a porta che devono crescere, una buona scelta dei tempi.
Ma detto questo, più passano i giorni e più ognuno dovrà capire se vuole spendersi. Dare soldi, dedicare tempo, mettere la faccia e l’impegno in questa nostra sfida per ridare senso alla politica. Perché la battaglia per una città vivibile implica esattamente una crescita di impegno di ciascuno. E’ una via complicata e nuova. Ma è l’unica via che ci fa uscire da come stiamo perché nessuna magia e nessun mago ci salveranno.
Dunque: determinazione, intelligenza propositiva, disponibilità ad imparare in fretta.
Ma stiamo anche tranquilli. Le traversie sono opportunità. E ci fanno crescere.