Vediamoci e parliamo delle questioni di merito, con l’occhio dei napoletani ma guardando alla vicenda nazionale – sono elezioni del Parlamento – in un confronto vero, per confrontarsi sul se e come votare, una volta almeno prima del voto.
Ecco l’invito:
Dal dibattito tra blogger e lettori (di DecidiamoInsieme, ma anche dei blog di Fraba, Francesco, Marco Rossi-Doria e Norberto Gallo) è nata l'idea di una serata elettorale degli indecisi.
Abbiamo contattato alcuni esponenti dei partiti di centro-sinistra, e fissato l'appuntamento per
Giovedì 3 aprile, alle ore 17.30, al Teatro Canto Libre (Napoli, via San Giovanni Maggiore Pignatelli 35, traversa di via B. Croce).
Hanno assicurato la loro partecipazione: Fausto Corace (Ps), Eugenio Mazzarella (Pd) (che però può restare solo fino alle 19) e Tommaso Sodano (SA).
Vi invitiamo a intervenire alla serata puntuali e a partecipare al dibattito in corso sui blog per raccogliere idee sulle questioni che ci rendono indecisi e su cui vorremmo risposte.
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Informazioni utili
La mappa da Google, per raggiungere Canto Libre
1 commento:
Quello che oggi non potremo mai chiedere.
Lo so che è un OT per molti, ma non per me e per molti altri. E poi so che qui c'è spazio per quello che vorrei provare a dire.
Ieri è morto, a Parigi, un mio, ma anche d'altri, amico: Roberto Silvi.
Distrutto da una malattia che ha combattuto con forza e leggerezza, per chi gli stava intorno, consapevole che il tempo poteva essere misurato a giorni, a settimane al massimo. Eppure capace sempre di continuare a sognare e a parlare del futuro, di chiederti “ma che stai facendo?”, di parlare di anni e di cose e di progetti che lui sapeva non avrebbe visto.
Una vita grandiosa e folle, vissuta fino all'estremo nel tentativo di continuare a dire qualcosa, anche quando si era ridotto al sorriso dello sguardo - un sorriso indimenticabile anche quando era pieno di salute – sempre gentile, donato a chi gli era intorno.
Roberto è stato uno di noi, uno attraverso il quale una parte di noi, censurata, sconfitta o pudica, continuava a vivere oltre i tentativi di partecipare differenziandosi (?) alle vulgate del pensiero quasi unico, della sua conformazione ottusa e disperata che vuole rendere tutti compatibili e spesso incompiatibili.
Roberto è uno che ha sempre cercato di dare parola a chi non l'aveva, spesso illudendosi di poter parlare per loro. Ingenuo, sprovveduto anche, che ti faceva incazzare, spesso, per le sue semplificazioni; le cui parole tu non comprendevi, ma uno che, come direbbe basaglia, non ha mai voluto privarsi della libertà della possibilità e soprattutto ha sempre pensato che ogni individuo, anche il più estraneo e escluso, avesse questo diritto. E che la possibilità era un nome, se non il nome, dei diritti. Era la politica.
Di questa attitudine, di questo pathos, nel nostro realismo, ci siamo dimenticati, ma forse no, perchè è un rimosso che torna in mille forme e in mille insoddisfazioni e in mille indignazioni. Un rimosso, che, anche lui, non trova le parole e neanche trova chi prova a parlare per lui. Un rimosso che non è un passato, ma una persistenza.
Roberto in galera, esule, stramalato è rimasto sempre vivo, anche per noi, anche lontani, noi, da lui per mille altre scelte e motivi. Ma invece sì, c'è comunque una forma di irriducibilità che ci consegna forse a un'inestirpabile malinconia, a un teatro vissuto sempre ai margini, a un ottimismo della volontà perennemente traballante, separato da qualunque ragione, separato da qualunque indizio di speranza.
Ecco, questo oggi non potremo dirlo a nessuno, nessuno viene o va verso l’inalienabile diritto alla possibilità per qualunque individuo, nessuno viene o va dai e verso i legami con gli altri. Il mondo, per loro, è chiuso nelle loro biografie politiche.
Eppure, come avrebbe fatto Roberto, forse è giusto continuare a chiedere, a testimoniare, a parlare in nome di quello e di quelli, noi compresi, che, per loro, non esistono, perchè infinite, continuiamo a sperare, sono le vie di damasco.
Ciao, Roberto.
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