22 gennaio, 2007

Stamattina al bar: Napoli, la politica, i giovani, il welfare

Seconda puntata del tg fatto in casa, anzi al bar.
Stavolta un'intervista un po' prona e vespesca su: le reazioni all'intervento di Marco; alcune considerazioni ulteriori sulla cooptazione come costume politico; sulla condizione dei giovani a Napoli; Decidiamo Insieme sta per avere una sede.

Un video di quattro minuti che potrà vedere solo chi ha l'adsl. Inoltre con un audio pessimo, ma è la città pulsante, bellezza. E poi cercheremo di fare meglio, come si dice in questi casi.
(e.r.)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sì Nunzio, non che un po' di soldi non ci servano e anche velocemente, solo che forse la campagna iscrizioni 2007 viene meglio se parte con la sede che funziona (compreso telefono e fax). Allo stato, se gli associati vogliono comunicarci di avere pagato, e magari vogliono ritirare la tessera, etc. etc. etc., non hanno altro mezzo per contattarci che siti e e-mail...
Per cui sarei un po' più ottimista di Marco nel tiggì sui nostri tempi, ma non mi illuderei che diventiamo improvvisamente delle schegge, ahimè :-)

Anonimo ha detto...

Infatti. Io sono uno che vorrebbe iscriversi ma non sa come fare. Rendetemi la vita facile se volete diventare ricchi, per favore.
Per quanto riguarda il filmato ( io mi sarei spostato verso la Feltrinelli, fa più chic del bar ) se posso permettermi un suggerimento io direi di non confondere quelli che sono il problemi comuni a tutte le grandi città d'occidente con le tragedie locali, radicate, endemiche, anomale, uniche.
L'episodio dell'accoltellamento a Santa Teresa o lo stupro del branco nel Cavone sono episodi che sono tristemente comuni alla nuova barbarie galoppante e che investono il mondo adolescenziale e giovanile a prescindere dall'ambiente.
Il rapporto dei giovani con la città si connota diversamente e ha ben altri rischi di quelli della violenza del branco. Non che quest'ultima sia da lasciar perdere, tutt'altro, ma si rischia di confondere gli obiettivi e creare alibi.
Quell'episodio, piuttosto, assume altre inquietanti forme quando sento parlare di colletta del clan per risarcire la famiglia dell'assassinato.
Ecco, questo è un fatto unico, che altrove non sarebbe accaduto e su questo mi concentrerei. Quel gesto di finta, ipocrita, schifosa solidarietà che offende colpevoli e innocenti, non è altro che un riaffermare il principio della camorra e dei clan come unica valida alternativa all'assenza dello stato in enormi aree della nostra città.