Innovare gli spazi: aperti, flessibili, efficienti da un punto di vista energetico. Al servizio di tutta la cittadinanza. Come dice lo stesso ministro Profumo, scuole come luoghi civici. E’ da tanti anni che sono convinto che una “rivoluzione” degli spazi sia fondamentale per innovare anche metodi ed approcci educativi e pedagogici. Per aprirsi al mondo anche fisicamente alla comunità, al territorio, alla vita circostante. E del resto ci sono state esperienze positive di scuole aperte, un repertorio di buone pratiche da cui ripartire.
Edifici e tecnologia, quindi. Perché la digitalizzazione può favorire un abbattimento dei costi e del peso sulle spalle di ragazzi e famiglie. Ma soprattutto perché il contenuto è più importante del supporto: e noi abbiamo bisogno di spezzare la verticalità dei concetti e delle discipline. Ne parla Alain Touraine oggi su Repubblica. E mi cita Elena Favilli in un bell’articolo in cui descrive gli insegnanti come dei dj, a cui si richiede di “mixare” e ricomporre in forme nuove gli apprendimenti di sempre.
Come racconto ad America Oggi, non si tratta di sogni irrealizzabili ma di un sano “pensiero positivo”, che si affida alle tante risorse, energie ed entusiasmi presenti nella scuola. Nonostante tutto.
5 commenti:
Gli insegnanti come dj: con questa, abbiamo sentito tutto. Dio salvi l'Italia e la Scuola, ci resta solo Lui, visto che chi ci governa - e Lei, gentile Sottosegretario - continuate ad andare in opposta direzione.
Saluti.
Francesca, docente.
Cara Francesca, docente, vedo con piacere che siamo sempre pronti a chiuderci nei nostri gusci. Sempre pronti a scandalizzarci a priori già solo per una parola o una definizione. Meno male che ogni tanto una voce riesce a uscire dal coro e, quel che è meglio, riesce a imporsi. Indipendentemente dalle ottusità retrograde.
Con affetto
Giusi, docente
Felice di aver scoperto Marco Rossi Doria.
Felice di questo blog.
Felice di questo bel post.
Buon lavoro davvero!
Ben vengano nuovi investimenti sulle strutture scolastiche, indispensabili per poter lavorare bene. Io ho la fortuna di lavorare in una scuola moderna, bella, ben attrezzata e meglio pulita e mantenuta dal nostro ottimo personale ausiliario, e so che questo può fare la differenza nella quotidiana attività didattica.
Però oramai mi manca, come l'aria, una seria riflessione sul senso della nostra funzione educativa e sulle strategie da mettere in atto per realizzarla: il miur, nell'ambito della recente "riforma epocale", si è limitato ad affermazioni di principio ("rafforziamo la laboratorialità, potenziamo l'insegnamento delle discipline scientifiche...") per coprire tagli economici (dimezzamento delle ore di laboratorio, riduzione delle ore delle discipline scientifiche) senza però dare un orizzonte verso il quale muoversi insieme.
Faccio l'esempio della realtà che conosco, quella di un buon ITIS che si trova ad accogliere in prima ragazzi che in 32 ore settimanali incontrano 15 docenti diversi, che a dicembre ricevono una pagella con 22 voti (fra scritti, orali e pratici) frutto di un tour de force di almeno 50 - 60 verifiche in 3 mesi. Con docenti che oscillano fra il mantenere tutto come prima correndo come matti e il limitarsi a tagliare argomenti dal mitico "programma" (anche se non esiste più un programma ministeriale).
Ma ripensare cosa serve davvero oggi ad un adolescente? come può la scuola pubblica offrire risposte convincenti a questi bisogni?
Capisco che l'urgenza è quella di dare un tetto sicuro alle classi, una sistemazione garantita agli organici, una soddisfazione ai precari ormai storici, e non posso pretendere la luna da un governo che ha nel suo orizzonte il 2013, ma ormai da quando sono nella scuola di governi ne sono passati decine senza che mai questi punti siano stati messi seriamente all'ordine del giorno.
Devo rassegnarmi a sopravvivere nel mio lavoro individuale con le mie classi nel modo più indolore possibile? peraltro con la convinzione che su 15 docenti di un C.d.C. ne bastano 2 o 3 di orientamento divergente per rendere in gran parte inefficace l'azione didattica?
Cara Giusi (docente), ancor meglio di quanto abbia detto io, a questo link
http://micheledantini.micheledantini.com/2012/02/06/quale-agenda-per-quale-digitale-aperture-su-francesco-profumo/
E buon sonno (della ragione, che genera mostri).
Francesca
Posta un commento