21 dicembre, 2011

La terza buona notizia

Le prime reazioni alla proposta di riaprire i concorsi per docenti dopo 13 anni di blocco mi sembrano complessivamente buone.
Nel merito ho risposto ieri alle domande de L’Unità. Certo, sono comprensibili le preoccupazioni di chi lavora in modo precario da tanti anni, in attesa del passaggio in ruolo. Come è comprensibile la cautela sulle cifre, su cui è impossibile fare stime accurate prima che i tecnici abbiano studiato gli effetti delle nuove norme sul pensionamento.
Resta il fatto che il mondo della scuola sente con forza la necessità di dare accesso all’insegnamento a una nuova generazione. Anche nella vita capita spesso di dover tenere insieme due principi. Non per rispettare chissà quale equilibrio, ma perché in cattedra serve sia l’esperienza, sia le energie nuove. Sia la tradizione pedagogica, sia una nuova missione educativa adatta al nostro tempo. Sia carta e penna, sia computer e lavagne multimediali.
Dobbiamo anche pensare a chi ha subito anni di precariato, suo malgrado. Sono decine di migliaia di insegnanti che hanno maturato pratica ed esperienza anche in contesti difficili, bisogna tenerne conto. Per questo la metà dei posti disponibili verrà coperta dalle Graduatorie ad esaurimento. L’orizzonte a cui guardare è la stabilità sia per i docenti sia per i ragazzi. La formazione e l’aggiornamento. Non vogliamo creare false speranze o dare inizio al balletto delle cifre sui posti disponibili: il mondo della scuola è un mondo complesso e adulto. Sa quanto sia difficile oggi rimettere in moto il sistema. Ma è almeno altrettanto necessario.
I nuovi concorsi sono la terza buona notizia in pochi giorni: le altre due sono lampanti, perché per ora non si parla più di tagli. Anzi. Con il Piano Coesione si recuperano fondi per l’edilizia scolastica e la lotta alla dispersione. Proprio domani vado a parlarne con gli assessori campani.

14 commenti:

Giusi Vannelli ha detto...

assolutamente d'accordo con tutto ma il fatto di prendere in considerazione i vecchi precari col 50% dei posti va bene, a patto di non ritrovarsi con i nuovi che ti scavalcano con i punteggi maggiori acquisiti col nuovo concorso. un po' come il fatto che abbiamo tutti dovuto sottostare alla barbarie dei master e corsi di perfezionamento, presi giusto per quei 10 punti in totale che hanno fatto mantenere la posizione in graduatoria.

Cirano ha detto...

Il concorsone non risolverà purtroppo l'annoso problema del precariato, anzi per esperienza diretta creerà altri precari, se bandito a cattedre "zero" come in quello del '99.
Ho dovuto attendere otto anni per entrare in ruolo.
Questo è dovuto anche alla recente riforma delle pensioni; come lei stesso ha sottolineato, in pochi lasceranno la scuola ed i più vecchi, già in procinto di andare via così come era nel loro progetto di vita, si trascineranno ancora per anni.
Studiamo invece una proposta per mandarli in pensione, perchè o sono un peso per la scuola o lo sono per l'Inps.

AF ha detto...

Gent.mo Dott. Doria,

Visto che Lei è stato insegnante di Scuola Primaria e ha passato le nostre vicissitudini, toccando con mano i complicati meccanismi di convocazione, può spiegare questi delicati e demoralizzanti (per noi) aspetti al Ministro Profumo? Il nostro problema NON E' IL CONCORSO, MA IL FATTO DI NON POTER ACCEDERE AGLI INCARICHI DELL'USP PUR ESSENDO ABILITATI.

Il problema non e' il posto di ruolo che ognuno di noi sa che non arriverà presto, ma il problema risiede nella disparità che subiamo rispetto ai colleghi in gae che sta sopratutto nei conferimenti delle supplenze .
Infatti, pur avendo gli stessi titoli e le stesse specializzazioni e in qualche caso anche punteggi inferiori ai nostri, hanno ,a parte la precedenza su di noi, anche e sopratutto l'intera provincia + 10 scuole, mentre noi abbiamo solo 10 scuole . Inoltre,lor signori si possono permettere il lusso di rinunciare agli incarichi degli AT ad agosto(se non sono di loro gradimento, magari perche la sede e' troppo lontana dalla citta' capoluogo di provincia) per poi prendere quelli delle 10 scuole che hanno scelto ( e alle convocazioni ce li troveremo tutti davanti) disparità doppia per non parlare del salvaprecari, a noi precluso).

Il concorso, quindi, potra' pure essere un'opportunita' per chi non e' in gae( ma anche per chi lo e' e che vi puo' partecipare), ma non risolve assolutamente il problema di fondo che rimane cristallizzato e con tutti i suoi effetti innaturali e lesivi della dignita' , professionalita' dei docenti interessati (in questo caso noi), e che subiscono oltretutto evidenti danni sotto il profilo materiale ed economico.

Un 35enne plurilaureato con il sogno di fare il maestro.

Anonimo ha detto...

Ho visto il video-forum del ministro Profumo su Repubblica.

Si bandisce il concorso. Io ho accolto questa notizia con gioia. Sono nelle Gae da anni, ma il ruolo è ancora lontanissimo. Dopo la Gelmini ho smesso anche di sperare nelle cattedre dal provveditorato.

Non ne posso più di queste graduatorie: rifiutare cattedre bellissime perché mi darebbero solo mezzo punteggio; sperare che ai miei colleghi venga qualche malanno altrimenti scendo giù in graduatoria; prendere punticini extra con corsi formativi di infimo livello.

Basta.

Fatemi fare un concorso, mettetemi alla prova, giudicatemi. Ma le Gae hanno distrutto la mia serenità.

Ora il concorso, uno strumento rozzo ma in qualche modo razionale, potrebbe essere per me una soluzione (anche perché sono orgoglioso: credo che saprei cavarmela!). Sarei disposto ad uscire dalle Gae, per il concorso (so che pochissimi miei colleghi sarebbero disposti a tanto...).
Dalle parole del ministro Profumo però ho ricavato l'impressione che il concorso potrebbe essere riservato ai giovani. L'idea mi atterrisce.

Quando io mi sono abilitato concorsi non ce ne erano. Dopo 7 anni di precariato non sono più di primissimo pelo, e sarebbe una ben amara ironia dover cedere il passo ai giovani ope legis, dopo che la precarietà m'ha fatto "invecchiare".

Siate coraggiosi: bandite un concorso in cui l'anzianità di servizio non conta e le capacità attitudinali sono importanti quanto quelle disciplinari: così i giovani non saranno penalizzati, ma noi non saremo tenuti lontano. Eliminate le incrostazioni.
Ma non umiliatemi costringendomi al calvario antimeritocratico delle Gae ancora e ancora, senza poter fare nulla, in balia del caso e degli accidenti, e vedere prof. giovani scavalcarmi solo perché ai miei tempi il concorso non c'era.
Fate tana libera tutti.

Uqbal

Anna ha detto...
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Anna ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con Uqbal. Serve un concorso che dia la possibilità veramente ai migliori e ai motivati di entrare nel mondo dell'insegnamento.

Io ho sempre desiderato insegnare e l'ho fatto spesso al di fuori della scuola, aiutando diversi giovani in difficoltà che avevano problemi nella scuola ufficiale.

Dopo la laurea in Economia ho dovuto aspettare ben dieci anni per il concorso a cattedre. Non fu bandito il concorso per Economia Aziendale e dovetti accontentarmi di quello in Discipline giuridiche ed economiche nel corso del quale mi sono regolarmente abilitata. Poi è venuta la maternità, l'impossibilità di essere precari a vita, (quella di diritto è una graduatoria praticamente ferma da anni), la difficoltà a stare dietro ai diversi aggiornamenti di graduatorie, l'assurda burocrazia di questo mondo. Ho fatto pure un anno di SICSi per l'Economia aziendale ma giunta a 40 anni, quando ho vinto il concorso in Regione, ho mollato preferendo il certo per l'incerto ma la scuola mi manca. In questi anni mi sono sempre aggiornata, anche come genitore impegnato nei consigli di istituto o come rappresentate dei genitori e quando vedo professori poco motivati o incompetenti, sto male.

Mi ero ripromessa di non partecipare più ad alcun concorso, di non fare più domande ma se ci fosse la remota possibilità di poter insegnare sul serio, (ho 45 anni ma l'età anagrafica non è sempre un limite) parteciperei a quest'ennesimo concorso.

AF ha detto...
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AF ha detto...

Scusatemi ragazzi, ma il mio caso è diverso... io sono un maestro, non un professore e sono già abilitato grazie alla laurea e mi vedo precluso il diritto di essere almeno nelle GaE (cosa che invece a me gioverebbe). Non ho nulla in contrario sul concorso per il ruolo: anzi, ci spero! Anche io vorrei mettermi alla prova, perché ho due lauree e non mi spaventa la fatica dello studio e dell'impegno!!! Non mi fraintendete. IL FATTO E' CHE IO NON HO NEMMENO IL DIRITTO DI SPERARE IN UN INCARICO ANNUALE DELL'USP. VI SEMBRA GIUSTO? Va bene, fammi fare il concorso, ma prima dammi la possibilità di concorrere agli incarichi del Provveditorato.

Anonimo ha detto...

io mi trovo nella situazione di avere già una prima laurea (che non mi permette di insegnare) e una probabile seconda laurea che non prenderò prima di qualche anno (sono al terzo anno di Scienze della Formazione Primaria). Al momento sono esclusa dalle GAE in quanto immatricolata nel 2010, così come non potrò fare un concorso nel 2012 in quanto non avrò ancora il titolo abilitante. Inoltre non capisco il fatto di riservare il concorso ai giovani. Io ho 36 anni quindi direi che sono vecchia?? Un limite di età mi taglierebbe fuori anche da eventuali futuri concorsi? Insomma tutti i sacrifici fatti per conciliare studio, lavoro e figli andranno a farsi friggere? Chiedo di dare anche a chi è nella mia situazione una possibilità di realizzare un sogno che si sta rincorrendo a costo di enormi sacrifici. Credo inoltre che un inserimento in GAE di noi immatricolati 2008\2010 con stessi titoli e percorso di studio degli immatricolati negli anni appena precedenti potrebbe darci la possibilità di concorrere senza essere nuovamente penalizzati e con qualche tutela in più che ora non abbiamo. Elena Manzini

Fabio Albanese ha detto...

Inviata alla Segreteria

Egregio Sottosegretario (e Maestro) Marco Rossi Doria

Le scrivo per chiedere un Suo tempestivo intervento a favore dei possessori del "Diploma di Maturità Magistrale" (conseguito ante 2002) il quale, come è ben noto, non costituisce solo titolo di studio, ma anche qualifica professionale in quanto dichiarato titolo che "abilita all'insegnamento nella scuola elementare" in modo "permanente".
Titolo al quale da anni il M.I.U.R. nega nei fatti la valenza abilitante, ancorché espressamente definita per legge e ratio stessa della frequenza dei corsi e superamento dell'esame di stato conclusivo (che, come ben sa, conferiva non solo il titolo di "maturità" ma anche di "abilitazione" magistrale).
Se è vero che tale corso è stato soppresso con l'avvio dei nuovi corsi universitari in S.F.P., tuttavia il valore legale ed abilitante dei titoli conseguiti presso gli Istituti Magistrali entro l'ultimo anno del primo corso in S.F.P. non può e non deve essere messo in discussione, in qanto ciò costituirebbe una gravissima vuiolazione del principio giuridico del diritto acquisito. Principio, peraltro, espressamente enunciato anche dall'art. 12 della Direttiva 2005/36/CE, il quale stabilisce che qualora uno Stato elevi il livello di formazione richiesto all'accesso ad una professione regolamentata, il vecchio titolo debba essere equiparato, nei suoi effetti professionali, al nuovo. E ciò è regolarmente avvenuto con la professione di infermiere, ad esempio, laddove i titoli di scuola di infermiere (corsi pre universitario post biennio superiore attivi fino all'anno 1990) sono stati equiparati (negli effetti professionali) al titolo di laurea in scienze infermieristiche, garantendo ai possessori dell'abilitazione conseguita col previgente ordinamento i medesimi diritti dei nuovi abilitati.
Ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi, invece, i possessori del Diploma di Maturità Magistrale, ancorché abilitante, sono relegati nelle graduatorie di III fascia di circolo ed istituto, ovvero in graduatorie riservate a cosidetti "non abilitati". Fatto gravissimo, che contrasta con il principio stesso dei diritti acquisiti. Va ricordato, infatti, come sono certo Lei ben sa, che il diploma di maturità magistrale permetteva l'accesso diretto alla fascia unica di circolo ed istituto, permetteva di accedere ai concorsi ordinari per titoli ed esami per l'accesso ai ruoli e permetteva, secondo la regola del "doppio binario" l'accesso alle graduatorie provinciali mediante concorso per soli titoli avendo 360 giorni di servizio da graduatorie di circolo. Sono molti i casi documentati, peraltro, di personale che ha avuto accesso al ruolo senza aver sueprato il concorso ordinario.
Va altresì ricordato che il concorso ordinario non ha mai avuto, per quanto riguarda l'accesso ai ruoli della scuola elementare, alcuna funzione abilitante (a differenza dei concorsi per la scuola dell'infanzia e secondaria), in quanto l'abilitazione, così come enunciato e confermato anche dalla Corte Costituzionale, è intrinseca al titolo stesso. Peraltro il titolo permette, proprio perché pienamente abilitante, di accedere all'insegnamento anche in modo "definitivo" (ovvero con contratti a tempo indeterminato) nella scuola primaria paritaria, poiché il concorso per il ruolo nella scuola statal rappresenta semplicemente una procedura selettiva del sistema di arruolamento e non aggiunge né toglie alcunché alla qualifica conseguita, e come tale non può essere imposto alle scuole non statali.

(continua)

Fabio Albanese ha detto...

Poste queste premesse (che non serve nemmeno dimostrare, essendo evidenti), appare quindi assurdo continuare a negare il valroe abilitante del titolo o la subordinazione dello stesso alla partecipazione a concorsi per il reclutamento nella scuola statale o (peggio ancora) a corsi supplementari che costituirebbero la negazione del diritto acquisito. Va ricordato, infatti, che nessuna norma successiva può privare il valore di un diritto già acquisito.
Sono quindi privi di ogni fondamento giuridico:
- il rifiuto da parte del M.I.U.R. di rilasciare ai richiedenti la certificazione di conformità del titolo alla Direttiva 2005/36/CE definendo i richiedenti "non qualificati" e "non idonei", in quanto, come Lei ben sa, la qualifica è conseguita con il titolo stesso e l'idoneità professionale è confermata dal fatto stesso di aver stipulato un qualunque contratto di lavoro (infatti la non idoneità è motivo di risoluzione del contratto stesso);
- l'aver per 12 anni segregato i diplomati magistrale, ancorchè pienamente abilitati, in graduatorie riservate a personale cosidetto "non abilitato", sfruttandone la professionalità per "tappare i buchi" (anche su cattedre vacanti), impedendo loro la stabiliazzazione (così violando anche la Direttiva 1999/70/CE);
- la sola ipotesi di privare i diplomati magistrale del diritto di partecipare ai futuri concorsi a cattedra, in quanto tale diritto è espressamente previsto dalla Legge e costituisce altresì la ratio per la quale i Maestri e le Maestre diplomate hanno conseguito il titolo.
Mi permetto, pertanto, di rivolgermi a Lei chiedendo un intervento risolutivo che assicuri:
1) il diritto dei diplomati magistrale di ottenere, su richiesta, la certificazione di conformità alla Direttiva 2005/36/CE del titolo conseguito ai fini del suo riconoscimento in altro Stato comunitario;
2) il diritto di accesso dei diplomati magistrale alla II fascia di CIrcolo ed Istituto in quanto possessori di valida qualifica abilitante;
3) garantire il diritto dei diplomati magistrale di poter accedere ai ruoli mediante concorso a cattedra in virtù dell'abilitazione già posseduta.
Del resto tali richieste altro non sono che la normale applicazione della norma già esistente e nulla aggiungono al diritto già acqusiito con il conseguimento dell'abilitazione magistrale. Al contrario, rappresentano la necessaria e richiesta "normalizzazione" di una condizione di errore perpetrata mantenuta per oltre 12 anni dal Ministero.
Confidando in un intervento che apra nuovi orizzonti, e rimanendo in attesa di un Suo cortese riscontro, porgo i più cordiali saluti.

Marco Rossi Doria ha detto...

Superare per sempre un sistema di reclutamento basato sulla precarietà permanente di migliaia di insegnanti. Definire le modalità- certe e stabili nel tempo- con cui ci si forma, si prende l’abilitazione, si entra in classe. Sono queste le ragioni- anticipate dal Ministro Profumo- per indire un nuovo concorso. Non maxi.
Sono consapevole che tante categorie- in attesa nelle graduatorie, privi di abilitazione, esclusi dalle Gae, ecc.- sono in fibrillazione e chiedono risposte alle loro problematiche. Posso soltanto dire che stiamo studiando, approfondendo e considerando tutti gli aspetti, tenendo insieme due principi: dare ai giovani una chance per entrare nelle scuole, riconoscere l’esperienza maturata sul campo. Tempestarci di messaggi qui non è utilissimo. Questo luogo è dedicato alla scuola italiana, ai ragazzi, non alle singole questioni. Per stimolare la riflessione, a partire da legittime esigenze, è più utile inviare brevi documenti propositivi agli indirizzi istituzionali che potete trovare anche qui nel blog.

Anonimo ha detto...

Ciò che conta è chiarire una cosa: chiunque affermi che il diploma magistrale non è abilitante afferma il falso e lo afferma in contrasto con la legge. I diplomati magistrale devono essere riconosciuti per ciò che sono: docenti abilitati in modo permanente all'insegnamento nella scuola elementare, a prescindere da ogni altro corso o concorso. Quindi aspettiamo una notya pubblcia del Ministero che lo affermi.

aldo ha detto...

solo due considerazioni: precari docenti che da 10/15 scorazzano da scuola a scuola che a sacrifici si sono fatti le famiglie con ( prestiti, mutui etc etc) vedo la gelmini che con estrema tranquillità gira in tv senza un minimo scrupolo di coscienza....
Adesso il sig. rossi si appresta a mandarne a casa 20.000 alle superiori.......
Le chiedo caro monistro ha qualche idea di come si trasforma una famiglia che non ha più ne mezzi ne certezze, guadare i propri figli e sentire il cuore che scoppia..
le chiedo diventare ministro o segretario e beccarsi lautissimi stipendi vi rende piu coriacei privi di umanità? sarà forse così....... allora spero di non diventarlo mai.