30 dicembre, 2011

Giro di boa?

Care e cari maestri e professori,

gli anni passati a insegnare in tre diversi continenti, ma in particolare gli ultimi tre, trascorsi in giro per l’Italia, osservando, ascoltando e confrontandomi con migliaia di colleghi di ogni ordine di scuole, scuole dell’agio e del disagio, scuole per chi a scuola non va più, licei, scuole di base e centri di formazione professionale, mi hanno consegnato una sorta di carta geografica, sicuramente approssimata per difetto, ma capace, credo, di descrivere il territorio della “scuola italiana”, dove si aggira, si impegna, si misura la figura del docente.
Un po’ come Caboto, credo che questa mia mappa, per quanto migliorabile, possa guidarmi nella nuova rotta che ho intrapreso come Sottosegretario all’istruzione.
Quando ci si ferma a parlare con le donne e gli uomini che “fanno la scuola”, tra le mille differenze e le tante somiglianze, nel cahier des doléances emerge spesso la voce profonda e affaticata di noi docenti: esausti per le tante, troppe cose che si pretendono da noi. Essere psicologi, sociologi, assistenti sociali, consulenti dei genitori. Edotti di organizzazione, di didattica, della disciplina e degli spazi tra discipline. Esperti del computer e dotati di capacità manageriali. Preparati nelle nostre materie, ma attenti al territorio. Una stanchezza che fa emergere la velata nostalgia per un tempo passato, in cui fare l’insegnante era più semplice, rassicurante, soddisfacente.
Quando la nostra professionalità si fondava sulla padronanza di contenuti disciplinari molto stabili e su alcune competenze pedagogiche; su certezza del tempo (l’ora) e dello spazio (l’aula).
E’ questa la crisi d’identità emersa di fronte ai cambiamenti e alle nuove incessanti richieste educative che ricadono sulla scuola pubblica. Un’instabilità accresciuta ed aggravata dalla sempre maggiore solitudine sociale degli insegnanti, dalla mancanza di un ruolo pubblicamente riconosciuto. E dal disprezzo di alcuni “soloni” che strombazzano contro di noi senza essere mai stati in classe. E’ questa la sofferenza del nostro lavoro, nel nostro tempo attuale. Tutto questo sento che un ministro, un sottosegretario, lo debbano ricordare. Innanzitutto per dire, ripetere “grazie” a chi fa questo lavoro. Che è bello, vario, prezioso e però poco riconosciuto e mal pagato.
Ma all’inizio di questo mio incarico e all’avvicinarsi del nuovo anno, mi sento di proporre a tutti noi anche un capovolgimento dell’ottica da cui osservare le trasformazioni.
La complessità sempre maggiore delle competenze e delle conoscenze, la necessità di ridefinire e forse allargare il ruolo svolto dall’istruzione e quindi dall’insegnamento, non segnano la decadenza della nostra professione, ma la sua rigenerazione, la sua inevitabile evoluzione.
Le difficoltà che ci investono, indicano dove siamo arrivati e dove dobbiamo andare. Ed è proprio sulla rivendicazione della complessità del mestiere di insegnare che dobbiamo basare la nostra richiesta di riconoscimento sociale, e non su una malinconica nostalgia del tempo passato.
La complessità su cui dobbiamo fondarci non è tanto quella di una scuola sempre più stretta tra le complicazioni organizzative e gestionali, tra nuove materie e curricula sempre più articolati. E’ la complessità delle fasi evolutive dell’infanzia e dell’adolescenza che ci troviamo davanti, la complessità crescente del sapere che ormai sfugge ai classici confini disciplinari, la complessità dei nuovi linguaggi e delle nuove domande sociali, la difficoltà nel riconoscere sempre negli studenti la capacità di trasmetterci a loro volta saperi ed esperienze.
Tutta questa complessità rende l’insegnamento una professione fondante dell’epoca in cui viviamo. Dobbiamo esserne fieri e consapevoli. E dobbiamo imparare.
L’augurio che rivolgo a tutti noi per l’anno che viene è di rinnovare il nostro impegno per la scuola pubblica. Innanzitutto per rendere più vivibile il lavoro quotidiano degli insegnanti. Alleggerendo le scuole da troppe complicazioni burocratiche, dando finalmente fiducia ad un’autonomia progettuale delle scuole e dei gruppi docenti, garantendo un po’ di stabilità in più al sistema nel suo complesso.
In secondo luogo, auguro a voi tutti di sentirvi sostenuti nella presa in carico della crisi educativa che si riverbera giorno dopo giorno nella scuola. E auguro a noi istituzioni di saper realizzare e trasmettere questo sostegno pieno alla professione docente, alla sua capacità di rigenerarsi, trasformarsi insieme al mondo. E’ evidente che non è un intento facile e che i soldi pubblici per operare sono molto pochi .
C’è da augurarsi di non ricevere dal nuovo anno nuovi sogni irrealizzabili, ma conquiste possibili e concrete sì. Seppure in una contingenza complicata come quella attuale, auguro di cuore a tutti noi un realistico giro di boa.


27 commenti:

Anna ha detto...

Chiederò al webmaster della scuola di mio figlio di pubblicarla sul web.
Grazie mille. Mi rispecchio pienamente in quello che ha scritto, sia come madre di un adolescente che come abilitata all'insegnamento in discipline giuridiche ed economiche che ha dovuto ripiegare su un altro impiego, sicuro si, ma meno gratificante e meno retribuito di quello dell'insegnante.
Inoltre, credo che sia doveroso aggiornarsi per qualunque tipo di lavoro, senza dimenticare le radici: è quello il segreto del successo in qualunque attività.
Invece, devo constatare che in alcune realtà non si valorizzi né la tradizione né si guardi all'innovazione.
Le auguro buon lavoro e un buon 2012.

Cirano ha detto...

Caro sottosegretaro, o meglio caro Maestro, ma non è arrivato il momento di passare dai cahiers des doléances agli stati generali della scuola.
Ovvero non è meglio cominciare ad ascoltare chi è tutti i giorni fra fli studenti e poi cominciare a edificare una nuova scuola dalla base???? Speriamo a partire dal 2012....

Fabio ha detto...

Un augurio a tutte le maestre ed i maestri regolarmente abilitati perché in possesso di diploma di maturità magistrale abilitante in modo permanente all 'insegnamento nella scuola elementare ma relegati ingiustamente in III fascia di istituto e trattati come zerbini e tappabuchi usa e getta. Che il nuovo anno, in un modo o nell'altro, porti finalmente giustizia. Non si chiedono miracoli, ma l'applicazione della legge.

eva ha detto...

Caro maestro ora sottosegretario,
sentirsi dire grazie è bello,ma è poco, se non seguono scelte in linea con quel grazie.
Tutto condivisibile,ma..
-...interessa davvero all'ambito politico la complessità delle fasi evolutive?
Un esempio per tutti: nessuno mi convince che i test invalsi siano commisurati alle fasi evolutive. (Io conosco da 38 anni i bambini della scuola primaria e nessuno mi chiede il parere, mi si dice di somministrarli, punto e basta);

- ...interessa davvero all'ambito politico la complessità di questo raffinato lavoro artigianale sull'umano in crescita? E si può pensare ragionevolmente di non essere toccati dall'usura di partire tutte le mattine, al suon di 60-61 anni, con il sole in tasca e chinarsi sull'umano in crescita per 38-39-40-41-42 anni, con una scuola pubblica più che complessa ad alta densità burocratica? BUON LAVORO

D.C. ha detto...

Maestro, faccio appello alla sua sensibilità! almeno lei faccia qualcosa contro la riconversione professionale dei soprannumerari in insegnanti di sostegno attraverso un corso abilitante online! è in gioco il futuro di migliaia di bambini diversamente abili... che non si sacrifichi la moralità per l'economia e che non lo si faccia sempre a spese dei più deboli! sulla questione:
http://www.disabili.com/scuola-a-istruzione/24788-scuola-disabili-un-corso-on-line-trasformera-i-docenti-in-esubero-in-insegnanti-di-sostegno
http://www.orizzontescuola.it/node/21662
http://www.orizzontescuola.it/node/21688
http://www.orizzontescuola.it/node/21698

Speranza ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Speranza ha detto...

Caro Maestro,
leggo da poco il suo blog e trovo molto bello che, ora che i suoi impegni sono aumentati, continui a scrivere dei post.
Qualcuno ha commentato dicendo che dire grazie agli insegnanti è troppo poco, ma dopo anni d'insulti, è bellissimo e gratificante. Sapere che qualcuno lassù ci ama e ci capisce, è dei nostri, mi scalda il cuore.
Ora, però, è solo il momento degli auguri per un anno che sarà difficile e che va affrontato con coraggio e determinazione.
Auguri a tutti!

Manuele ha detto...

Mi associo a quanto detto dal collega: vorrei esprimere il mio disappunto per la probabile riconversione dei docenti sovrannumerari in docenti di sostegno (dopo un corsettino online di poche ore..).
In pratica il sostegno viene considerato dal MIUR come "terreno di riciclo" nel quale riconvertire qualunque perdente posto della scuola (il provvedimento riguarderà anche moltissimi insegnanti di laboratorio in possesso del solo diploma che saranno dirottati ad insegnare sul sostegno).
Tutto ciò è assolutamente scandaloso perché tali docenti non solo saranno privi delle necessarie competenze (insegnare sul sostegno richiede una specializzazione seria..) ma soprattutto non avranno nessuna motivazione ad insegnare e questo costituirà un grave danno proprio per gli alunni disabili che saranno fortemente discriminati e penalizzati.
CORDIALMENTE

maestradeipiccoli ha detto...

Sono felice di essere rappresentata da una persona come lei, sensibile, preparata e con tanta esperienza.
L'augurio che dedico a noi, che la scuola la viviamo da dentro, è quello di rinnovare insieme lo stato d'animo dell'istruzione italiana.
W la scuola, parte preziosa di una comunità in divenire.
Buon 2012!

Luigi Cona ha detto...

Gentile "Maestro Sottosegretario", ho letto con piacere il messaggio di auguri ai docenti, segno di una diversa attenzione del governo verso la scuola. Certo passare dagli auguri, dalle parole ai fatti non è semplice, come non è semplice il momento che viviamo, ma almeno Lei ci dà speranza e fiducia di poter operare al meglio delle nostre possibilità con l'appoggio, con il sostegno di chi ci rappresenta.
Da parte mia Le Auguro Buon Lavoro, ne ha davvero bisogno! E mi raccomando non scordi di essere maestro; io, nel mio piccolo, da dirigente non ho mai smesso i panni di insegnante.
Luigi Cona

Giuseppe Balsamo ha detto...

Il riconoscimento del ruolo sociale insostituibile dell'insegnamento ė la condizione necessaria per il rinnovamento, attraverso le nuove generazioni, della nostra società.
Non ė un problema di concorsi, titoli e burocrazie varie, ma ė un problema legato alla frequente e ormai progressiva assenza delle famiglie, prima vera istituzione.
Se non valorizziamo l'insegnamento non come semplice attività o, a volte ancor peggio, ripiego, ma come passione e missione, non riusciremo a sterzare in tempo di fronte al baratro che minaccioso si apre dinanzi a noi.
La nostra società svilisce e ridicolizza certi ideali, ma con i soldi non si compra nemmeno un grammo di orgoglio e tanto meno di dignità.
Forse, in questo paese, bisognerebbe cominciare a stanziare orgoglio, passione e dignità...
Sono cose che non sono per tutti...certo !
Ma Il tempo ė sempre più poco...e il bisogno di un colpo di reni diventa sempre più urgente...
Tanti auguri a noi tutti di buon anno e di buon lavoro !

gianni piccirillo ha detto...

Gent.mo Sottosegretario,
metto insieme i concetti di mappa, di rotta e di fiducia da lei toccati.
Vien fuori un qualcosa come fiducia in una terra promessa, in una meta? in un obiettivo? Fuor di metafora in una scuola “altra”, laddove l’autonomia possa far scaturire didattiche diverse rispetto alle attuali, meno burocratiche e più calate nel territorio, nel reale.
Nelle strade da lei percorse avrà notato come l’autonomia scolastica è uno strumento nel cassetto di molte scuole, è lì … più vivo il tempo (l’ora) e lo spazio (l’aula).
Mi permetto di consigliarle di trovare, forse è suo compito, una prassi per monitorare i processi di apprendimento scaturiti dall’applicazione dell’Autonomia Scolastica, laddove ci sono, intendo dire le pratiche che rivoluzionano gli attuali tempi e gli spazi del fare scuola.
Mi permetto anche di riflettere sull’uso “a prescindere” della tecnologia più spinta, per esempio sull’uso massiccio (intorno al 54% delle scuole del Sud, lei diceva) delle lavagne interattive. Come lei saprà lo strumento abbisogna di un videoproiettore la cui lampada ha una durata limitata, un tot di ore. Le chiedo: posto che i soldi son pochi, al punto tale che in molte scuole dell’infanzia manca la carta igienica, lei pensa davvero che una didattica impostata sull’uso della lavagna interattiva possa perdurare nel tempo, oltre la prima lampada?
Un saluto
Gianni Piccirillo, Nuoro

Lorenuccia ha detto...

Carissimo collega...sono un'insegnante precaria siciliana da 11 anni al nord per fare il lavoro che amo ...sono anch'io una maestra e per mia sfortuna non sono riuscita nel 99 a passare il concorsone che ha permesso a molti di ottenere l'abilitazione o meglio l'idoneità(sebbene sappiamo come molti insegnanti soprattutto con diploma magistrale nel passato siano entrati di ruolo anche solo con titolo di studio e e con il doppio canale)...e per sfortuna o meglio per non aver voluto violare la legge non sono riuscita nel 2005 con il DM/85 l'ultimo... ad abilitarmi(mi mancavano solo 30g)...è difficile lavorare oggi, ancor di più è difficile essere considerata a tutti gli effetti docenti con pari dignità dei colleghi di ruolo, questo perchè per molti di loro siamo solo tabbabuchi usa e getta!Credo che da insegnante e a maggior ragione da maestro debba prendere in considerazione la situazione di tutti i docenti precari non abilitati(maestri e prof)che per anni hanno servito la scuola e lo stato..e permettere loro di conseguire l'idoneità e l'abilitazione con percorsi privi di sbarramento che ci privano di dignità e ci equiparano ai colleghi neolaureati e senza esperienza!Cordialmente Lorena Fiorito

Anonimo ha detto...

Grazie per questa ventata di cambiamento...ora ci si sente meno soli. Lavoro in un centro di formazione professionale del Veneto: 26 ore settimanali in aula con ragazzi "difficili", ma anche con enormi potenzialità. Sono un impenitente sostenitore della scuola pubblica, ma dopo dieci anni nei cfp sono altrettanto convinto che vada finalmente riconosciuto il valore, soprattutto delle prassi educative e metodologiche, della formazione professionale. Essa va peraltro sostenuta e migliorata...come si possono far star seduti in aula per 5, 6, 7, 8 ore al giorno ragazzi con un bisogno prorompente di muoversi, di sperimetare, di apprendere "toccando con mano"...
Io fino allo scorso anno facevo il tutor. Ora i tutor sono stati tagliati a causa della riduzione dei finanziaenti regionali, io ed altri colleghi siamo passati all'insegnamento e i ragazzi si trovano senza punti di riferimento.
Lavoro da fare non manca, buon anno a Lei e a tutti/e.

Donatella Merlo ha detto...

Grazie per quel che hai scritto... secondo me è già tanto che ci sia un sottosegretario che è prima di tutto un maestro (e non un maestro qualunque).
Donatella Merlo

pirozzi ha detto...

se non cilavori tu su questo non ci riuscirà nessuno. ed è il momento di rivendicare ma anche di liberarsi dell'etichetta di maestro di strada, perchè c'è una storia più ampia, una ricchezza policroma ben più ampia di quella purmrabile stagione. e di quellastagione va liberata l'esperienza e messa in comune, non come esperienza solo su ragazzi a rischio, ma come un'esperienzaorganizzativa di estrema modernità, a cui fare riferimento, senza copiare, del resto impossibile, almeno per l'impalcatira cognitiva dell'istituzione.
grazie

Fabio ha detto...

Egregio Sottosegretario
mi dispiace prendere atto che malgrado le reiterate richieste a Lei rivolte di spendere una parola sulla condizione dei diplomati magistrali (abilitati all'insegnamento in virtù del loro diploma abilitante), nemmeno da Lei sia arrivata una qualunque risposta.
Probabilmente la decisione è già presa: si vuole negare, malgrado la Legge stabilisca il contrario, il valore abilitante del diploma magistrale e ridurre il titolo a semplice titolo di accesso, eppure sappiamo bene che non è così, altrimenti i concorsi per i ruoli nella scuola primaria, così come i corsi del 2005, avrebbero avuto anche valore abilitante, cosa che non è vera.
Mi ero illuso che essendo Lei un ex insegnante elementare, abilitato mediante il diploma magistrale, avrebbe preso a cuore la questione, se non altro per affermare quella che tutti noi, ivi compresi i funzionari del MIUR, sanno essere la verità, ovvero che il diploma, come afferma anche una sentenza della Corte Costituzionale è "in sè abilitante", a prescidnere dal concorso che raprpesentava solo la procedura di reclutamento nella scuola statale.
Si cercherà probabilmente di "sistemare" il famigerato deccreto di attuazione dei corsi di "riabilitazione coatta" in modo che, giocando abilmente con le parole e le ambiguità, passi l'idea che i diplomati - abilitati - magistrale debbano ricomprarsi un'abilitazione già posseduta foraggiando il sistema universitario. Si arriverà a negare loro un diritto stabilito dalla legge, ovvero la partecipazione ai concorsi a cattedra. Insomma, per la prima volta nella storia di questa Repubblica, passerà il principio che un diritto acquisito può essere calpestato e mandato al macero negando a posteriori il valore di una qualifica professionale già conseguita ed obbligando maestre e maestri che, in molti casi, da anni permettono alla scuola di funzionare, a sottoporsi all'umiliante procedura di doversi pagare la restituizione di una qualifica già conseguita e di una capacità professionale già ampiamente dimostrata sul campo.
Probabilmente non otterrò, né io, né altri colleghi che hanno avuto il coraggio di scrivere, alcuna risposta a questi interventi.
Ma la verità va detta (e gridata): la legge parla chiaro, il diploma di maturità magistrale conserva in via permanente il suo valore legale ed abilitante all'insegnamento nella scuola primaria e permette di accedere ai concorsi a cattedra. Se domani non sarà così, ciò avverrà solo perchè tale diritto è stato negato in modo arbitrario.
Mi auguro di essere smentito.

Marco (Verona) ha detto...

Coniugo da venticinque anni il lavoro di docente con l'impegno educativo nel quartiere, a fianco di minori a rischio di disagio sociale. Per questo non mi spaventa dover affiancare al ruolo di docente quello di psicologo, sociologo, consulente, assistente sociale, e credo che l'insegnamento delle discipline (perfino di fisica, che è ciò che condivido con i miei studenti di ITIS) sia fondamentalmente uno strumento per entrare in sintonia con i ragazzi, far crescere curiosità e passioni, comunicare la mia passione educativa e per la conoscenza... Ma ciò che veramente mi angoscia è trovarmi imbottigliato in una struttura rigida e sempre più impersonale: incontro per 3 ore alla settimana circa 180 adolescenti, che oltre a me incontrano altri 15 docenti! Alla fine rischiamo di essere tutti irrilevanti per gli altri, e in questo modo di non poter essere di aiuto a quanti vivono le loro difficoltà al di fuori della scuola, e che qui avrebbero bisogno di riferimenti alternativi, significativi e capaci di generare entusiasmo e di aiutarli a crescere . Per questo apprezzo il sincero augurio di un vero giro di boa, che ci faccia tornare a dirigere le nostre attenzioni ed attività, nella scuola e nella società, verso i soggetti più deboli. Grazie di cuore

Fabio ha detto...

Speriamo che in mancanza di una presa d'atto del ministero in relazione ai torti subiti dai diplomati magistrale in Italia, si riesca ad ottenere, invece, l'attenzione da parte della Commissione Europea. Se la giustizia non arriva dall'Italia, ci auguriamo arrivi dall'Europa. Forse serviranno tempi lunghi... ma non è il tempo ciò che manca!

Marco Rossi-Doria ha detto...

Grazie a tutti voi. Vi leggo con attenzione, anche se non sempre trovo il tempo di rispondere a ciascuno. E dai vostri commenti esce un quadro interessante della nostra scuola. Fatto di impegno, problemi e speranze.
@Fabio: come già ribadito più volte, le vostre mail sono state ricevute dalla mia segreteria istituzionale. Risponderemo quando potremo essere esaustivi e chiari sulla questione. Di vaghe promesse credo che tutti ne abbiamo abbastanza. Io, almeno, preferisco evitare di parlare in assenza di elementi concreti da riferire. A presto, dunque.

Fabio ha detto...

Egregio Sotosegretario,
grazie per la risposta. Mi auguro che il Ministero vorrà rispondere quanto prima di molte cose. Rigaurdanti, ad esempio, il fatto che neghi che esiste una norma che definisce abilitante in modo permanente per l'insegnamento nella scuola elementare il diploma magistrale conseguito entro il 2002 e non lo abbia comunicato alle Autorità dell'Unione Europea al fine di permettere ai diplomati magistrale di insegnare in altri Stati del'Unione (che peraltro non chiedono alcuna elemosina allo Stato italiano).
Riguardanti il fatto che non si applichi quanto previsto dalla Legge 241/90 art. 3 comma 4 e si limiti in tal modo il diritto di adire al Giudice nazionale contro l'attestazione in un atto pubblico di una presunta "non idoneità" e "non qualifica" di personale regolarmente abilitato.
Riguardanti il fatto che qualcuno si permette di inviare (senza autorizzazione dell'interessato) alle direzioni regionali note contenenti dati personali riservati di un docente che chiede una certificazione, allegando ad essi una presunta corrispondenza ad esso attribuita, ma si rifiuti di comunicare all'interessato il contenuto di tali comunicazioni (ma il diavoletto fa le pentole, non i coperchi).
Ribadisco, se non sarà la Giustizia italiana a garantire il Diritto in Italia, mi auguro lo farà l'Unione Europea che sarà, come sempre, informata puntualmente su tutto.
Le sarei davvero grato, peraltro, se potesse rassicurare da parte mia la Direzione Generale per il personale scolastico: non era mia intenzione ottenere la dichiarazione di conformità alla Direttiva 2005/36 del mio diploma magistrale per inserirmi né in II fascia di istituto, né in GAE, ma per andarmene da questo Paese, e se anche mai un giudice dovesse darmi ragione, mi accontenterò di vincere il ricorso, ma non lavorerei mai per uno Stato che mi ha definito "non idoneo" e "non qualificato" e ha negato che esista una Fonte del Diritto che attesta il valore abilitante permanente del titolo (ribadisco, confermato da una Sentenza della Corte Costituzionale).
So fare altro nella vita, per fortuna.
Cordiali saluti.

Fabio ha detto...

E' stato richiestoc che la procedura di infrazione n. 2124 del 2010 per violazione della DIrettiva 1999/70/CE contro la reiterazione dei contratti da parte dello Stato nei confronti del personale ATA senza equa valutazione stipendiale in base all'anzianità maturata sia estesa a TUTTO IL PERSONALE docente assunto e licenziato ogni anno. In altre parole, TUTTI i precari statali avranno diritto di veder riconosciuti gli scatti stipendiali in base all'esperienza posseduta ed al servizio svolto.
Attendiamo di consocere la decisione formale della Commissione Europea. Chissà che diventi antieconomico per lo Stato mantenere i docenti in condizioni di precarietà perpetua. Altre iniziative saranno adottate a dimostrare che i percorsi cosidetti formativi sono finalizzati esclusivamente a far pagare di tasca propria il diritto alla conversione a tempo indeterminato dei contratti a tempo determinato.
Affidiamoci all'Unione Europea: ci ha dato un nuovo governo... facciamoci restituire anche i diritti negati.

luigi ha detto...

Gentile Marco Rossi Doria,
sono un maestro come Lei. Non le nascondo la mia iniziale felicità, nel sapere che Lei era entrato a far parte del governo. Pensavo:"Finalmente una persona competente, dopo tanti ignoranti". Ma non le nascondo, ora, la mia totale indignazione nel leggere le sue proposte shock (un anno di scuola in meno), le sue false notizie (i tagli sono finiti), le sua reticenza (circa la consistenza delle prossime assunzioni), le sue mancate proposte (vogliamo tornare alle compresenze?).
Capisco che dopo tanti sacrifici, l'incarico di governo venga visto da Lei come un premio più che meritato. Ma se Lei crede veramente nella scuola dovrebbe dimettersi, come in passato hanno fatto Ianes e Canevaro, quando si sono accorti che al governo della scuola non importava nulla.
Però magari lei la pensa come i TECNICI (che Dio ce ne scampi) e allora non prevedo per Lei nessuna crisi di coscienza.
Luigi Iacobelli

Anonimo ha detto...

Gentile Sottosegretario, nonché collega. Siamo rimasti in 10.000 i diplomati magistrali (ante/2002) quindi con titolo abilitante, ingiustamente relegati in III fascia d'istituto. Abbiamo provato più volte a contattarla, non ricevendo nessuna risposta. Chiediamo solo che la legge venga rispettata, per cui con l'istituzione della IV fascia gae ne richiediamo anche noi l'inserimento, dal momento che il nostro esame di Stato ha PER LEGGE lo stesso valore dell'esame di laurea sostenuto dai laureati in Scienze della formazione Primaria (quest'ultimo PRIVO di valore concorsuale). Inoltre Le ricordiamo, che un eventuale percorso formativo abbreviato deve essere rivolto a TUTTI i diplomati magistrale che hanno conseguito il titolo entro l'anno scolastico 2001/2002 A PRESCINDERE DAL SERVIZIO, poichè è il nostro titolo che abilita alla professione, non il servizio prestato. GRAZIE

Anonimo ha detto...

http://diventareinsegnanti.orizzontescuola.it/2012/06/02/richiesta-allo-snals-sul-diploma-magistrale/

Ce lo dica chiaramente anche il Maestro (nonché Sottosegretario) Marco Rossi Doria: il diploma magistrale (il mio, il suo e quello di migliaia di diplomati magistrale) abilita o non abilita all’insegnamento?

Anonimo ha detto...

Sarebbe desiderabile che coloro che siedono nelle stanze dei bottoni si degnassero anche di rispondere agli insegnanti. Sono mesi che cerchiamo un dialogo, noi MAESTRI ELEMENTARI ABILITATI CON DIPLOMA MAGISTRALE, senza trovare risposta.
Anzi l'unica risposta ricevuta è che il nostro diploma ABILITANTE (così è scritto nella Legge) lo possiamo considerare carta straccia e per poterci ritenere (ri)abilitati e partecipare ai futuri concorsi (che ci sono stati negati da oltre dieci anni) dovremmo pagare l'obolo alle università.
Ma se non siamo abilitati noi, non lo è NESSUNO di coloro che finora ha insegnato nella scuola elementare, perché come ben sa il Maestro Rossi Doria, i concorsi non abilitavano (e chi dice il contrario afferma il falso), servivano soltanto per l'assegnazione dei posti a ruolo.
Che, quindi, se sono i nuovi corsi a fine di lucro a costituire l'abilitazione (e quindi le norme che sanciscono il valore abilitante del titolo sono carta straccia), che i corsi a pagamento li facciano TUTTI I DIPLOMATI MAGISTRALE, anche coloro che sono già in ruolo o che hanno lasciato la scuola. Oppure si facciano annullare i contratti e restituiscano lo stipendio percepito.
IO NON VOGLIO PAGARE AL MIUR E ALLE UNIVERSITA' IL RISCATTO PER IL FURTO DELLA MIA ABILITAZIONE !
Andate a leggere cosa c'è scritto nell'art. 197 del Testo Unico e nell'articolo 15 comma 7 del DPR 323/1998.

Simona ha detto...

Si parla di merito delle eccellenze tra gli studenti, ma ci si dimentica degli studenti diversamente abili per i quali l'eccellenza è stare al passo con il sapere quotidiano, raggiungere la sufficienza con molti sforzi e difficoltà. Cosa intende fare il governo su questo per il prossimo anno scolastico? Nessuno ne parla e , temo, il ministro non ci pensi proprio...L'ultima proposta della riconversione al sostegno è veramente ignobile e vigliacca nei confronti dei bambini disabili. Lei personalmente cosa ne pensa e come vuole affrontare questo problema?