08 aprile, 2008

Sunday morning (Dichiarazione di voto)

Alla fine andrò a votare, lo so.

Primo. Ho, infatti, un veto interiore profondo contro ogni purismo. Candidamente confesso, poi, una cosa atavica, evidentemente psicoanalitica: il mio papà ha fatto molti anni di carcere perché io votassi. L’astensione, per quanto larga sia e sarà, non cambia l’esito, che è determinato da chi vota: salva forse la coscienza ma non i risultati. Che comunque conteranno nella nostra vita.

Secondo. Non sono la stessa cosa Berlusca, Fini e la Lega e chi vi si oppone. Lo so che questa storia del male minore è un orrido ricatto che si ripete da troppo tempo e che è insopportabile. L’ho pagato anche personalmente durante le elezioni per sindaco e non poco. Ma è anche un dato di realtà incontrovertibile. E forse c’è un di più: Uolter non sarà il massimo ma oggi incarna quella decisione di correre da soli, liberi e responsabili. Che ho apprezzato.

Terzo. Ho lavorato venti mesi, insieme a tanta gente seria, per dare anima e corpo alle politiche per la scuola del governo Prodi. Che sono state buone politiche, necessarie, non ancora sufficienti. C’ho messo faccia, dedizione e studio; e anche denari, dato che ho fatto avanti indietro tra Roma e Napoli con lo stipendio di maestro elementare. Un governo Berlusconi le annichilerebbe queste politiche. Si tornerebbe al delirio Moratti. Oltre a tutti gli altri guasti in altri campi. Non posso sputare sul buon lavoro di tanti e sul mio stesso lavoro.

Dunque, con tutti i limiti che sappiamo: voto PD per la Camera.

Quarto. Benché io sappia che si vota per il Parlamento e non per la Campania, i ragionamenti che ho fatto fin qui per me non valgono per l’ultima triste coda del bassolinismo che tanto male ci ha recato in questi anni e contro cui mi sono pubblicamente speso perché ha offeso l’idea stessa di cittadinanza nel luogo dove vivo. I suoi rappresentanti sono evidentemente concentrati nella lista per il Senato: non è gente che può rappresentarmi a Palazzo Madama.
Sarei francamente tentato di votare l’arcobaleno al Senato. Ma vacillo. Perché sono molto distante dal conservatorismo di sinistra. Per ragioni su cui ho già qui argomentato.

Dunque restano ancora aperte fino a domenica le opzioni per il Senato: voto quasi (sbarramento al 8% e sondaggi ora al 6,7%) utile all’Arcobaleno per aiutare Sodano e lui solo, voto utile (lo sbarramento è solo al 3%) all’ IdV nonostante la lista e i brutti trascorsi dipietresi (v. assenza di garantismo e De Gregorio), voto di mera testimonianza laica al Partito Socialista?
Domenica mattina mi sveglierò, mi farò un caffè al suono di Sunday Morning cantata da Lou Reed e vedrò lì per lì.



Ho trovato questa versione della canzone dei Velvet Underground usata come colonna sonora di "Scenes From The Life of Andy Warhol" e warhol era stato il produttore del disco e mi sembra che stia bene.

Questa mia dichiarazione si affianca a quelle contenute nell'apposito angolo dichiarativo creato su D.I.

7 commenti:

eddi ha detto...

Più si avvicina il giorno del voto e più mi sembra che non sia il caso di fare questioni di lana caprina: voterò PD perchè mai e poi mai vorrei sentirmi minimamente responsabile del ritorno dell'Innominato.
Oggi ho ricevuto la letterina di Veltroni: cara insegnante, voglio fare delle scuole gli edifici più belli e più accoglienti del quartiere, del paese. Ho sempre pensato che l'autorevolezza della scuola parta dalla cura degli edifici che la ospitano, che la dignità degli insegnanti e degli alunni si misuri dagli arredi che si offrono loro...
Sono solo promesse, ma sempre meglio delle 3 i, dell'incostituzionale buono scuola, del figlio dell'operaio che non può fare che l'operaio...

eddi ha detto...

E' da intendersi virgolettato, tratto dalla letterina di Veltroni: "cara insegnante, voglio fare delle scuole gli edifici più belli e più accoglienti del quartiere, del paese". Quel che segue è mio.

pirozzi ha detto...

caro marco, ma qui bisogna avere coraggio. a parte il fatto che chi ha lottato e è stato in galera o peggio x farci votare non lo ha certo fatto per farci votare così e quindi la riconoscenza sarebbe meglio farla rivivere rimettendo in gioco i meccanismi della democrazia...
a parte ciò bisogna avere coraggio: il meno peggio è una pratica quotidiana degli individui e quindi lecita e quindi lecita ancor di più per le elezioni. ma il meno peggio è meno rispetto a che? qual è il residuo cognitivo, emotivo, utopico, possibilista che ci rimane e intorno al quale si continua a vivere? e come si fa a rendere pubbliche queste miriadi di pratiche possibiliste degli uomini e delle donne? tra l'altro, tra poco ci ritroveremo tra i piedi il ritorno all'utopia, come proposta "anche" politica e addirittura accademico eil we have no dreams, a cui pure noi ci adagiamo, ci troverà spiazzati e solo allora, quando tornerà di moda e farà sentire un po' più giovani parlarne e farne temi in classe e liberare il proprio opininionismo,..
ma come direbbe endrigo, se le cose stanno così, che we have no dreams, adesso sì, aggiungerebbe endrigo, è ora di entrare nel PD. se veramente il discorso è un discorso quantitativo, il meno peggio è tale, quantitativo, allora si può fare qualcosa anche per il più meglio e lo si faccia dentro.
che senso ha questo barcamennarsi impotente? questo barcamenarsi perchè tanto si sa che una ragione per votare, fosse anche quella residuale del meno peggio, si trova sempre.
vorrei solo che non ti scordassi, tu che l'hai raccolto mettendoci la tua faccia, come il meno peggio richiama il corollario che chi non è con noi, col meno peggio, allora è oggettivamente schierato - amico/nemico ... - col più peggio e diventa un nemico del popolo, addosso al quale si può riversare tutta la merda del risentimento. alcuni, se non molti, dei teorici del meno peggio di oggi erano l' due anni fa a sparti merda in faccia utilizzando la stessa categoria emo-cognitiva del voto utile.
questo per ribadire che io non voto, ma senza nessun eroismo. non voto e basta e mi turo anch'io il naso. non faccio parte di nessun partito e non fo' alcuna propaganda
http://it.youtube.com/watch?v=OKwTTZxO8x8
La storia non è magistra
di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve
a farla più vera e più giusta.
La storia non è poi
la devastante ruspa che si dice.
Lascia sottopassaggi, cripte, buche
e nascondigli. C'è chi sopravvive.
La storia è anche benevola: distrugge
quanto più può: se esagerasse, certo
sarebbe meglio, ma la storia è a corto
di notizie, non compie tutte le sue vendette.
La storia gratta il fondo
come una rete a strascico
con qualche strappo e più di un pesce sfugge.
Qualche volta s'incontra l'ectoplasma
d'uno scampato e non sembra particolarmente felice.
Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato.
Gli altri, nel sacco, si credono
più liberi di lui.
http://it.youtube.com/watch?v=t9b4OYaEVDk
http://it.youtube.com/watch?v=pooMQ6E4EoQ

Anonimo ha detto...

Caro Marco, detesti il conservatorismo di sinistra semplicemente perchè sei un conservatore di destra...sicuramente l'unica cosa buona che farai domenica mattina è il caffè e ascoltare Sunday Morning cantata da Lou Reed nella versione giusta:la migliore.Io consapevole di tutte le cose molto posate che hai detto, circa l'importanza del voto, andrò a votare e annullerò il voto. Sono un conservatore di sinistra o di destra?

Anonimo ha detto...

Il video è bellissimo: lo conoscevo già, credo di averlo da qualche parte riregistrato e conservato e dei Velvet se non ce l'hai ti consiglio tutto l'album, in vinile naturalmenete

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
al di là delle argomentazioni sul voto che condivido al 90%, volevo anche io complimentarmi per l'ottima scelta del pezzo dei Velvet. Non la fanno più una musica così...
Anche se mi sa che canta Nico e non Lou Reed.

Anonimo ha detto...

Non è Nico è Lou Reed quando si atteggiava a checca warholiana, molti hanno pensato che fosse Nico per il timbo vocale volutamente roco è un po' sbavato:una voce da trans insomma, ma è Lou fuori ombra di dubbio.