11 gennaio, 2008

Una tempesta spira

Ci avviluppa un’aria terribile, da 8 settembre alla diossina. Il fallimento del centro-sinistra campano, dalla cui constatazione partì anche l’esperienza di Decidiamo insieme, forse prima del tempo, oggi vuole trascinare tutto con sé.
I governanti di centro-sinistra, dopo 14 anni, saranno ricordati solo per questo disastro. Sì, d’accordo, si devono chiedere anche le loro dimissioni. E molti di noi lo abbiamo già fatto, oltre un anno fa.
Ma il punto è che la loro fine già è. Semplicemente. E ci vogliono trascinare con loro. Ed è la fine di tutta quella politica, dei suoi termini, del suo metodo, dei suoi linguaggi. Tutta intera. Come dopo Weimar. E riguarda Napoli ma anche oltre. Dichiarare la morte evidente di una politica oltre che dei suoi protagonisti - a partire certamente da chi qui ha governato – è dunque un banale atto dovuto. Non basta. Non coglie più il punto. E c’è un bisogno – e anche una voglia, se non ancora una volontà – diffuse, crescenti, di reazione. E’ su questa che dobbiamo ora contare. Ma in modo nuovo.
E’ questo il punto: ripartire. Noi. Lontano da costoro al di là del loro destino, già segnato. Perché, altrimenti, il nuovo padrone sostituirà l’antico. Senza nulla cambiare. E verranno solo altri viceré, prima osannati e poi… Lo abbiamo già visto. Abbiamo già dato.
E mi viene in mente, come a ogni giro di boa di questa città, il noto passaggio di Walter Benjamin:
C'è un quadro di Klee che s'intitola Angelus Novus. Vi si trova un angelo che sembra in atto di allontanarsi da qualcosa su cui fissa lo sguardo. Ha gli occhi spalancati, la bocca aperta, le ali distese. L'angelo della storia deve avere questo aspetto. Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l'infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è cosi forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo...
Penso che si possa lavorare a una reattività a partire dal disastro. C’è da seguire la “tempesta che spira”. Da accompagnarla. Sarà faticoso. Ma è possibile. Forme nuove, confronto. Ma subito proposte immediate e realizzabili. Oggi su decidiamoinsieme c’è una proposta che sta girando e che si chiama semplicemente: differenziamoci. E’ una cosa buona. E’ concreta. E ci si sta lavorando. Partiamo da questa.

4 commenti:

Don Pedro De Toledo ha detto...

Una illuminante spiegazione in prospettiva storico-psicologica della società putrefatta napoletana causa del disastro napoletano odierno e un'eco di allarme per l'Italia intera.

Lungo e istruttivo filmato - ripreso il giorno della Vigilia di Natale 2007 - del professore avv.Marotta, fondatore e direttore dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli
Eccellente disamina da presentare alla FAO

MAIN ISSUES :
- LO TZUNAMI-MUNNEZZA NAPOLI
- LA BORGHESIA LAIDA NAPOLETANA
- I POLITICI CAMORRISTI
- L'INCOSCIENZA SIDERALE DEL POPOLO
- LA PLEBE CRIMINALE ATAVICA NAPOLETANA
- LA STRAFOTTENZA DI TUTTI CONTRO TUTTI
- L'ABBRUTIMENTO DEL VIVERE ASSOCIATO E FAMILIARE OGGI IN ITALIA
- L'ASSENZA DA SEMPRE IN ITALIA E IN CAMPANIA DI UNA SOCIETA'CIVILE DEGNA DI QUESTO NOME E DI UNO TSRACCIO DI STATO DI DIRITTO.


VIDEO-LINK :

http://video.google.it/videoplay?docid=-31681866939925755&hl=it

Anonimo ha detto...

finalmente, piscione. avanti così!

Anonimo ha detto...

don Pè,
il link a google non funzia: dice che il video non è disponibile...
lo hanno tolto, o c'è un errore nel link?

pirozzi ha detto...

io l'ho visto