20 gennaio, 2008

Riparazione e misura

Mentre i rifiuti per strada hanno superato le 250.000 tonnellate, escono i dati Istat sulle condizioni economiche delle famiglie italiane. E proprio la Campania conferma la percentuale più alta d’Italia di famiglie in difficoltà a sostenersi. Che, in generale, sono in aumento.
Bisogna capire come e perché ha luogo questa deriva che produce ingiustizia ulteriore in una società ingiusta. La commissione di indagine sull’esclusione sociale sta organizzando per la primavera una conferenza a Palermo su questo. Che tenga insieme studiosi e operatori sul campo. Intanto, avrà luogo il 9 e 10 febbraio, qui da noi, la riflessione del Cantiere Sociale Napoli a cui è importante partecipare.
Analizzare bene i fenomeni di degrado, frammentazione ed esclusione sociale che ci riguardano - attraverso il dibattito pubblico fondato su dati e analisi accorte - è un ingrediente essenziale della tenuta democratica. Sto personalmente lavorando a meglio definire la relazione diretta tra indici di povertà e tassi di dispersione scolastica. Zona per zona, nel Mezzogiorno e in Italia. C’è bisogno di conoscenze migliori per cercare di attivare migliori politiche di contrasto. E per criticare quelle che non funzionano. Intanto continua, imperterrito, lo spettacolo miserevole – Mastella, Cuffaro, la giostra caotica sulla legge elettorale – che è afono rispetto a questi temi.

E poi ci sono queste nostre parti… Mah, in questi giorni mi viene solo da dire grazie a Daniela che costruisce un selettore quotidiano, intelligente e non ideologico, degli elementi utili ad orientarsi tra i detriti fisici e politici di questa povera città, entro un quadro di enorme confusione, in cui trovare la strada - andando al di là della mera indignazione generale - è davvero difficile.
Il punto comunque è che la politica, qui ancor più che altrove, è talmente autocentrata che ormai minaccia, con cupa perseveranza, la tenuta stessa delle procedure e delle istituzioni democratiche. Perché ne avvilisce senso e funzioni, sempre più in palese, stridente contrasto con ogni cosa che tocca la vita vera dei cittadini. Insomma cresce una drammatica voragine tra la vita e la società da un lato e la politica dall'altro. Quando ciò accade è pericoloso. Più per i diritti e i cittadini che per i politici. Lo è sempre stato nella storia.
E’ perché sento, come tanti, il peso devastante di questa voragine che ho scomodato un’antica categoria: la riparazione. Tikkun in ebraico. E penso che dobbiamo certamente batterci contro i maggiori responsabili di questo stato di cose ma, intanto, fare, in positivo, la nostra parte. Perciò sostengo la proposta differenziamoci su cui si è ieri volantinato anche alla manifestazione di Legambiente. E’ un segnale piccolo eppure simbolicamente forte di riparazione civica, di tikkun, appunto, su cui impegnarsi.
Ma più in generale è tempo di discutere e contrastare i pericoli quotidiani, anche minuti, di sfilacciamento della coesione sociale e della speranza comunitaria. Che crescono in città. Tanto è vero che c’è depressione diffusa. Tanto è vero che sono in picchiata gli investimenti privati in tutti i settori economici. Tanto è vero che aumentano sempre più le conversazioni comuni che hanno per tema l’emigrare, l’andarsene di qui: tra gli adulti che hanno lavoro e ruoli sociali anche consolidati così come tra i giovani appena diplomati o laureati ma anche tra i ragazzi che non hanno né lavoro né qualifiche.
Perciò va fatta una riflessione anche sulla categoria della misura – nel senso di moderazione, temperanza – nell’uso degli spazi pubblici.
E, nel mio piccolo, su una nuova misura anche in questo blog. Sia chiaro: non sono turbato dagli insulti personali. La ricorrente insinuazione che io non lavori l’avevo già affrontata altre volte, anche in campagna elettorale, fornendo con calma informazioni su cosa ho fatto nella vita, cosa faccio, dove e con quale stipendio. E non mi hanno meravigliato né escludo che vi sia una regìa. Anche il commentare andando completamente fuori dai temi qui proposti o l’astio offensivo incrociato – modi peraltro assai diffusi nel web partenopeo - li avevo già notati come portati della penuria di spazi pubblici ed esercizio nel dibattere a Napoli. E però oggi lo sfilacciarsi della comunità, la ulteriore caduta di senso dei limiti e l’eclissi di procedure suggeriscono regole più chiare. Anche in un piccolo spazio come questo. L’elettricista ha dato un segnale. Che il titolare condivide. E se vi è stato qualche taglio eccessivo ripareremo. Ma al segnale seguirà a breve un nuovo format. Liberale ma con confini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Marco,
potresti darmi il tuo indirizzo di posta elettronica?
Saluti
Loredana

Anonimo ha detto...

@ Loredana
mrossidoria presso libero.it