22 dicembre, 2005

Rilegittimare la politica

Perché sarebbe bene fare le primarie? Perché gioverebbero anche a Rosa Russo Iervolino? La risposta è davanti a noi: potrebbero fornire l’occasione per parlare di come e cosa fare per Napoli in modo larghissimo, toccando ogni luogo e persona e per rafforzare la politica nei suoi legami con la Città. Ed è proprio questo il compito.
Ma la politica è debole. E’ come il gigante di oro, ferro e argento, che ha i piedi d’argilla. E ciò è male per noi tutti. Lo dimostra la vicenda del cosiddetto fuoco amico, l’altalena delle intenzioni, il ritardo nel parlare dei problemi e delle possibili soluzioni.
Rosa Russo Iervolino è persona specchiata e di alta cultura. Tutti la stimiamo persona perbene e di esperienza. E’ condizione necessaria. Ed è questo che spiega il successo della raccolta delle firme a cui ho volentieri aderito. Ma tutti aggiungiamo che questa non è, tuttavia, condizione sufficiente per ottenere fiducia. Per ottenere fiducia e rilegittimare la politica bisogna tornare a riunirsi, ascoltare, andare in giro non in modo propagandistico bensì con la finalità di costruire nuovi legami.
Molti, in questi giorni, sottolineano la debolezza dei legami nel mondo politico di centro-sinistra. Sarà pur vero. Ma ciò che preoccupa davvero è la grande debolezza dei legami con la Città. Ed è per ritessere questi che le primarie possono servire a tutti noi.
Ci sono, però, anche altre possibilità. Si possono esplorare. Possiamo costruire delle primarie dei programmi. Le diverse componenti di Napoli che si riferiscono all’Unione, nei partiti e fuori, indicano priorità, soluzioni, mezzi da impiegare, in termini realistici. E indicano le donne e gli uomini che possono proporsi per competenza al governo unitario della Città. Va codificata una procedura partecipativa, un voto, appunto, sulle proposte programmatiche. Da dove partire? La città ha un problema gravissimo di sicurezza. E poi è divisa in due: entrambe le parti sono insicure.
Non sono riuscito ieri ad andare ai funerali di Giuseppe Riccio. Un ragazzo onesto, lavoratore, ammazzato così. E’ l’ennesimo. Non ce l’ho fatta. Dal mio quotidiano punto di osservazione vedo troppe cose terribili. E alle volte mi ritraggo. Non vi erano politici presenti. Nessuno. Ci sono certamente buone ragioni perché sia andata così. Ma questa assenza ha un valore simbolico che mostra, appunto, debolezza. L’insicurezza per mancato reddito e mancato lavoro di migliaia di persone costituisce un pericolo per quelle persone e, al contempo, rappresenta una minaccia sia per mio figlio che il sabato sera va in pizzeria con gli amici sia per il pizzaiolo che va al lavoro.
La discussione va, poi, portata ovunque sul merito dei problemi: la forma della città, servizi, investimenti, rapporto tra sicurezza per tutti e occasioni per ciascuno, decentramento vero, sviluppo del mercato e, insieme, dei diritti, a partire da chi è più escluso, procedure amministrative più efficaci, metodo di una giunta che governi e che decida avendo ascoltato.
E’ una proposta seria. Mi candido a questo. Se ci si muove così si va nella direzione giusta e si cambia la musica. Non è una faccenda personale. Se vi sono migliori di me va bene lo stesso. Si tratta di costruire una prospettiva di vero governo della Città, fondata sul pronome “noi”. Ma se continua la solita musica e tra due mesi sentiremo la stessa ouverture stonata, lo sfilacciamento a cui assistiamo, la disillusione e la rinuncia prevarranno.
A quel punto, che ognuno si assuma la sua responsabilità.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Confesso la delusione quando ho visto la tua firma in calce alla petizione per la ricandidatura della Iervolino. All'annuncio della tua, di candidatura, avevo esultato e avevo cominciato a crederci. Altro che primarie sul programma. Qui c'è bisogno di molto di più. Di gente che dica le cose come tu sai farlo e come si legge nel tuo blog. Peccato che tu non ci abbia creduto abbastanza. nelle chiacchiere tra amici il consenso attorno al tuo nome era unanime, anche tra chi non ti conosce direttamente. L'illusione è durata poco.
Bianca

Anonimo ha detto...

Politica significa consultazione dell'elettorato. Questo può essere fatto soltanto mediante l'incontro con la popolazione, come si faceva 20-30 anni fà, e non mediante incontri di partito e scelte di comodo opportunismo.
Spero che la tua iniziativa porti a dei concreti risultati.
AUGURI e IN BOCCA AL LUPO