Nei prossimi giorni prometto di fare un endorsement per il voto in Campania.
Abbiamo fatto il nostro incontro. Non eravamo solo quattro amici. C’erano sessanta persone. Altre venti almeno sono passate. C’erano molti candidati. Franco Diliberto di SeL, Nino Daniele e Marianna Panico del Pd, Marco Esposito di IdV, Osvaldo Cammarota e Igina Di Napoli della lista di De Luca, Elena Coccia e Lello Porta della Federazione della sinistra. C’era un rappresentante radicale che ha sottolineato la illegalità che permea i processi di presentazione alle elezioni. C’erano persone che intendono astenersi. Altre convinte a votare: De Luca, Ferrero, anche Fico. Molti indecisi che sono rimasti tali. E due o tre persone che intendono votare per il centro-destra. E’ stato, dunque, davvero uno spazio aperto e di reciproco ascolto. Buon risultato.
Daniela ha tenuto la presidenza e garantito interventi contenuti evitando il carosello dei candidati. E io ho introdotto i temi annunciati: povertà, mancato sviluppo, dispersione scolastica, cattivo uso della spesa pubblica, disoccupazione, emigrazione ecc. Dati alla mano, il senso del fallimento reale di una stagione e di una classe politica.
Qualcuno li ha ripresi nel merito. E tutti gli interventi hanno condiviso lo stato di depressione in cui ci ha costretto la cupa stagione bassoliniana, fatta di aspirazioni regolarmente frustrate, di metodo antidemocratico, di grave fallimento amministrativo, di pochezza culturale, sostanzialmente fondata sulla fedeltà al capo e sulla cooptazione in cambio di…
Sulla questione del voto ci si è divisi. Astensionisti: perché va mostrato il solco tra vita reale, possibilità di aspirare ad altro e questa politica. Dubbi sull’astensione: non votare contro Berlusconi è più faticoso che mai. Promotori del voto per Ferrero ma anche per Fico. Perché va avviato un ricambio, anche a partire da posizioni oggi di minoranza. O per la impossibilità di votare De Luca in quanto indagato o perché esponente della medesima cultura del bassolinismo. Sostegno a De Luca: la candidatura di De Luca rappresenta in ogni caso una sconfitta per Bassolino e/o può essere una svolta o sfida potenziale e che va riempita di presenze, idee ecc. E’ l’occasione per battere la destra e forse innovare ma “dall’interno”.
Più di un intervento ha sottolineato che è probabile che vinca la destra e che così deve essere dopo questi anni che ci hanno messo col culo per terra, per quanto sia doloroso: solo la sconfitta - - l’alternanza come fatto necessario - può, col tempo, creare qualcosa di nuovo. Altri si sono ribellati a questa attesa di sconfitta. Qualcuno ha notato che vi sono liste di centro-sinistra imbottite di bassoliniani, qualcuno, invece, ha adombrato la possibilità che sott’acqua Bassolino remi contro il centro-sinistra e che sposti addirittura voti su Caldoro perché “dopo di me il diluvio…”. L’ombra del governatore…
In ogni caso le questioni squisitamente politiche hanno appassionato di più delle questioni che riguardano l’analisi economica e sociale della crisi campana.
I candidati. La maggioranza dei candidati ha difeso la propria posizione non su base programmatica ma con ragionamenti generali, basati sullo “schieramento” e le sue motivazioni. Aggiungendo a volte che erano in lista in rappresentanza anche di istanze specifiche. Hanno fatto eccezione Nino Daniele e Marco Esposito. Il primo ha dichiarato che era venuto ad ascoltare e non ha parlato. Il secondo ha chiesto di votarlo per ciò che ha fatto e si impegna a fare: fermare in consiglio regionale le cose sbagliate e vincere battaglie concrete su come dislocare risorse, come lui ha già fatto emendando la finanziaria regionale addirittura da fuori.
In una breve chiusura della serata io ho auspicato che si riprendano i temi di merito e che c’è da riflettere sulla debolezza di tutti noi, della società civile cosiddetta; e sulla resistenza del notabilato che reitera la storia del Mezzogiorno come luogo povero di vera società civile, che delega le scelte a una casta di mestieranti della mediazione clientelare, ecc. e a un capo, a cui essere fedeli. E che è su ciò che dovremo a lungo combattere. Ho detto ammetto di avere pensieri tra loro anche contrastanti e che non penso di essere l’unico e che sarebbe bene ammetterlo e che capisco davvero chi non vota o chi vota per minoranze. Come molte volte ho fatto. Ma poi –contestato da alcuni – ho aggiunto che oggi penso anche che questa destra vada contrastata e che si deve provare a battere la coalizione berlusconiana anche in Campania. Con questa legge elettorale. Per la quale è eletto governatore chi prende più voti, una evidenza che può spingere a votare per De Luca nonostante altre considerazioni. Ho aggiunto che sono meno convinto di tanti che lo stare all’opposizione con questa destra sia un male necessario o forse utile. Infatti il rischio è che mentre governa una pessima destra - per nulla liberale né capace - vi sia il richiamo di sempre: tutti indifferenziatamente uniti all’opposizione sotto le bandiere della protesta ma senza proposte. Un tristissimo film già visto.
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