20 marzo, 2010

Inciviltà e forza d’animo

Non esistono solo le elezioni. Non c’è solo il signor Berlusconi e la virulenza con cui attacca le regole e la convivenza civile nel nostro povero Paese. Esistono molti preoccupantissimi segni di inciviltà. In senso proprio: cose fuori dalla possibilità di vivere in pace entro la civitas, entro la negoziazione regolata, propria di ogni spazio comune tra essere umani.
Il sindaco della più moderna città d’Italia istiga a entrare in casa delle persone senza permesso. In barba a ogni norma di diritto liberale.

Un'alta corte italiana decide che si possono strappare i figli ai genitori solo perché stranieri. In barba alla Convenzione dei diritti del bambino di New York.

Un ragazzo – Stefano Cucchi – che morì (lo attesta una commissione parlamentare di inchiesta) perché alle cattive condizioni di salute si aggiunsero la violenza delle mancate cure e le durissime percosse, entrambe vigliaccamente inferte da parte di pubblici ufficiali nel chiuso di una galera - è stato ora sepolto senza nemmeno avvisare la famiglia.

Questo si viene a sapere che accade nella Italia cattolicissima. Paese povero di diritto, di buon senso, di pietas.
Dobbiamo farci venire molta forza d’animo per poter riprendere il cammino della civiltà.

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