17 giugno, 2009

Molto, molto più importante

Quello che avviene in Iran è un milione di volte più importante delle nostre stantie vicende.
I costi delle giornate iraniane sono elevatissimi, terribili. Dobbiamo manifestare, firmare appelli, fare ogni piccola cosa possibile.
Così oggi pubblico queste cose, che ho ricevuto da un’amica iraniana, M.:
tra le molte foto in giro questa immagine, adottata come simbolo di questi giorni, un suo straziante appello di oggi, un bellissimo e diretto resoconto, inviato ieri, della grande manifestazione del pomeriggio di lunedì 15 giugno a Teheran dopo che si è avuta la certezza di un vero e proprio golpe elettorale, con brogli enormi e un elenco degli slogan:

Appello del 17 giugno
Grazie, grazie. Stiamo troppo male, siamo soli senza appoggio, tanti amici feriti, alcuni uccisi e tanti arrestati; ma da dove vengono questi assassini senza patria?!!!! Loro sono i nostri connazionali che ci ammazzano in questo modo?!!
Io sono disperata, ogni giorno che mi sveglio mi sembra l'ultimo giorno della mia vita, non sappiamo se rimarremo vivi o no!
Abbiamo bisogno di aiuti fortissimi, il popolo e' veramente solo! Nemmeno i giornalisti stranieri possono entrare in Iran, quelli che c'erano non ci sono più.
La manifestazione di oggi sarà una manifestazione sanguinosa.
Non so piu' che dire…

Resoconto del 15 giugno
Ci siamo avvicinati con apprensione a Via Enghelab o via Rivoluzione oggi alle quattro del pomeriggio.
Quante persone ci sarebbero state? Quanti corpi paramilitari e polizia e agenti speciali dei servizi? Ci sarebbe stato un bagno di sangue? Saremmo mai potuti scappare abbastanza veloci da non essere massacrati di botte?
Per e-mail e anche di voce in voce avevamo saputo della convocazione della manifestazione da parte dei sostenitori di Moussavi – sapevamo che dovevamo esserci. Poi, però, erano giunti messaggi contraddittori: la manifestazione era stata disdetta perché non aveva avuto l’autorizzazione o perché Moussavi temeva un bagno di sangue e così via…. Ma come aveva detto il mio amico N., il suono delle parole di Ahmadinejad che ci paragonavano a polvere e segature durante il suo discorso della cosiddetta “vittoria” non riuscivano ad abbandonare le nostre orecchie… Così siamo andati avanti nonostante i nostri timori. Eravamo stati di nuovo oltraggiati dalle parole e dalle azioni di Ahmadinejad. E non vi è alcun dubbio che i nostri voti siano stati rubati. Una menzogna, dunque. Ma quanto grande? E quante altre grandi menzogne?
Nessuno di noi si aspettava la rivolta più grande dai giorni della rivoluzione islamica. Molti tra noi non avevamo neanche votato alle passate elezioni e in tanti avevamo giurato di non votare mai più finché ci fosse la Repubblica Islamica. Ma poi in qualche modo, lentamente e tenacemente, ci siamo persuasi e abbiamo persuaso tanti altri che vi era una differenza tra “male e “peggio”. Anche in un sistema nel quale gli elettori possono solo scegliere entro candidati pre-selezionati chi non riusciva a vedere che comunque vi era una differenza tra Khatami e Ahmadinejad?
Così siamo entrati nella Via della Rivoluzione prendendo la direzione di Piazza Azadi o piazza della Libertà. E siamo presto stati investiti da un felice senso di sicurezza che solo una folla molto ma molto ma molto grande può dare. Vi era la polizia e la polizia anti-sommossa ma non hanno fatto nulla…. Fino a quando non eravamo, poi, tutti o quasi andati via. Dopo abbiamo saputo che solo allora i paramilitari avevano sparato su persone inermi e ucciso sette cittadini.
Questo Paese non sarà mai più lo stesso.
Lo stesso Consiglio delle guardie della rivoluzione ha alla fine dovuto per ora riconoscere che bisognava verificare il risultato delle elezioni, verificare se ci fossero brogli e ricontare i voti, dando un response entro dieci giorni. Dobbiamo tenere su il movimento per i prossimi dieci giorni. Stamattina – 16 giugno – ci è parso incredibile, quasi impossibile che il Consiglio potesse andare contro l’opinione di Khamenei e chiamare l’elezione un imbroglio. Ma dopo quella manifestazione appare altrettanto impossibile che essi potessero dire che l’elezione era regolare.
Perciò, per i prossimi dieci giorni noi abbiamo davvero bisogno del vostro sostegno affinché l’Iran resti sulle prime pagine, affinché si creda che le nostre elezioni ci sono state rubate.
Per questo ora ti saluto con alcuni degli slogan che ieri oltre un milione di persone hanno cantato nelle vie di Teheran e che suonano tanto bene in questa bella lingua… Le persone si stanno facendo molto creative con gli slogan e li inventano nello svolgersi della manifestazione. La lingua Farsi si presta bene allo shoaar-sazi, al modulare suoni e ritmi, grazie alla flessibilità che possiede e alla naturale vicinanza a ritmo e metro, come ci insegna tutta la nostra poesia… Ma ecco gli slogan:
Naft o Tala ro bordand, sibzamini avordand
C’hanno tolto petrolio e oro, ci danno in cambio patate (si riferisce ai “doni” di patate date in campagna elettorale da Ahmadinejad)

Doctor boro doctor
Doctor vai dal doctor (si riferisce alla fissazione di Ahmadinejad di farsi chiamare col titolo di dottore)

Atal matal toutouleh, dictatore koutouleh
“Atal aetal toutouleh” tu corto dittatore (Qui viene cantata sulle note di una canzoncina per bambini)

Ahmadi bye bye, Ahmadi bye bye!

Agar taghalob besheh, Iran ghiyaamat misheh
Se vi è imbroglio vi sarà rivolta in Iran

Hemayat Hemayat Iranie ba gheirat
Date aiuto, date aiuto, siate fieri iraniani

Natarsid, natarsid, ma ba hamim natarsid!
Niente paura niente paura, stiamo tutti uniti

Marg bar in dolate mardom farib
Morte al governo morente

Allah o Akbar

Moussavi Moussvi hemayatat mikonim
Moussavi Moussavi, siamo noi a proteggerti

Dorooghgoo, shast o seh darsadet koo?
Menzogne, menzogne, dov’è il tuo 63 percento

Dolat-e Kudeta, Estafaa Estafaa
Dimissioni, dimissioni del governo del colpo di stato

Khas o khaashaak toyi, doshman-e in khaak toyi Khas o khashak khodeti,
Khas of Khashaaksei solo tu , il nemico di questa terra sei tu (Qui ci si riferisce al discorso di Ahmadinejad in cui egli aveva definito i manifestanti "khas of khashak", che vuol dire “polvere e segatura”)

Ey Mahmoud-e bichaareh, baaz ham begoo footballeh
Povero Mahmoud, dillo di nuovo che è solo una partita di pallone (qui ci si riferisce sempre al discorso di Ahmadinejad nel corso del quale egli aveva paragonato i cortei a proteste dopo la sconfitta della squadra del cuore)

Raayeh maaro dozdideh, baa raayeh maa poz mideh
Hanno scippato i nostri voti e ora li usano per vantarsene

Hatta agar bemiram, raayam ra pass migiram
Anche se muoio il mio voto lo ri-otterrò

Moussavi, Moussavi, Raaye ma ra pass begir!
Moussavi, Moussavi, fammi riavere indietro il voto!


Moussavi, Moussavi, Parchamam ra pass begir!
Moussavi, Moussavi, fammi riavere indietro la mia bandiera (Ci si riferisce al fatto che la bandiera iraniana è stata usata come simbolo elettorale da Ahmadinejad)

Mijangam, mijangam, Raayam ro pass migiram!
Lotterò, lotterò, riavrò indietro il mio voto

Azadie andishe poshte shisheh nemisheh
La libertà non si conquista spiando da dietro alle finestre (ci si riferisce a chi guarda passare i cortei da dietro le finestre di casa)

Mikosham, Mikosham, har ke baradarm kosht!
Ucciderò, ucciderò, ucciderò chi uccide il mio fratello (Questo slogan è stato gridato dopo che sono stati uccisi 7 manifestanti)

3 commenti:

livia ha detto...

ti ritrovo, al tuo meglio, in queste righe. prove di volo, grazie

pirozzi ha detto...

anche a guardare frettolosamente le immagini, si nota che abbiamo di fronte una società pèolicroma, differente, femminile, giovanile, creativa. significa che il mondo, forse, attraverso le stesse pratiche del consumismo (CONSUMISMO, non è un errore) accumula differenze irriducibili al monolitismo, e magari noi qui a giudicare il mondo con le categorie polarizzate e schematiche dell'ideologia. è qualcosa di molto moderno, quello che mi appare, altro che cazzolino alle europee.
cosa fare? manifestare, firmare, collegarsi, diffondere.
e poi dopo, magari, imparare

Pietro Spina ha detto...

caro marco, voglio esprimere sul tuo blog la mia piena solidarietà al popolo iraniano in lotta contro il regime. ho sottoscritto petizioni on line e cerco di scrivere informarmi quanto più posso. hai fatto bene a riportare queste testimonianze. il panorama della sinistra italiana, in questo senso, è alquanto desolante. quello di una certa parte della "sinistra" mondiale davvero sconcertante (mi riferisco a Chavez e a Lula).
mi dispiace vedere che il movimento universitario italiano, pur generoso in tema di mobilitazioni e che negli anni passati (anche recenti) ha saputo esprimere la propria solidarietà ai popoli in lotta di varie parti del mondo, oggi taccia mentre le studentesse e gli studenti universitari dell'Iran vengono massacrati nella loro università da squadracce di fanatici e fascisti (mi si passi l'accostamento forse storicamente improprio, ma la sostanza è quella).