
Bisogna essere un po’ strabici di questi tempi. Guardare oltre l’Atlantico per cercare ispirazioni o trovare conferme alle convinzioni e, al contempo, stare nelle battaglie dei nostri luoghi. Dove, quasi sempre invano e comunque in pochi, avevamo detto, predicato, mostrato il senso delle ispirazioni che oggi diventano politica al più alto livello nel paese più potente del mondo.
Il primo atto di Obama ieri è stato quello di emanare un ‘ordine esecutivo’ sulla trasparenza e l'etica: “Gli americani devono sempre sapere quali decisioni vengono prese e perché vengono prese in modo che il popolo americano sia ben servito… c’è troppa segretezza in questa città… Iniziando da oggi ogni agenzia e dipartimento si pone dalla parte di chi cerca informazione”. E ancora: “La trasparenza e il dominio della legge saranno le pietre miliari di questa presidenza… Il solo fatto che si abbia il legale potere di tenere segrete le informazioni non significa affatto che lo si debba fare”
E’ adesso un atto esecutivo, un decreto che ha valore immediato, in linea con quanto il legislatore, senatore Obama già pensava e faceva nel 2006.
Guardando dalle nostre parti nel buio pesto delle consuete segretezze si cerca di decifrare quel che al cittadino non è chiaro perché – all’esatto contrario da quanto disposto dall’ordine obamiano - tutto quel che si costruisce resta programmaticamente celato al cittadino stesso e senza rapporto con i problemi veri della vita sociale e civile.
Anche di questa distanza tra parole e cose della nostra misera politica ho scritto nell’articolo apparso oggi sull’Unità nazionale (pp 38 e 39)
N.B. La foto stavolta è mia, scattata a Central Park West south side alla statua di G. Mazzini e al relativo motto.