Venerdì scorso ho passato la giornata nel rione Esquilino a Roma. Prima due scuole dell’infanzia: il
Celio Azzurro, vivo esempio di integrazione tra culture e provenienze diverse, poi il nido comunale di San Gregorio al Celio. La capitale è piena di
nidi, che sono esempio importante di presa in carico educativa, precoce, con modelli pensati soprattutto per l’uso degli spazi e per la cura del tempo disteso e anche di riflessione fatta tra operatori e con i genitori. Due ambienti bellissimi per i più piccoli. Poi all’
Istituto di Lingue Orientali dell’Università La Sapienza, dove ho incontrato i superstiti di Hiroshima e di Nagasaki in un’aula magna gremita di studenti. Ho conosciuto il
Progetto di Mediazione Sociale attivo nel mercato dell’Esquilino. Si parla con la gente, si cercano soluzioni insieme. Anche in tema di educazione permanente – life long learning: le persone del mondo che arrivano in Italia vogliono spesso ricominciare a studiare, ad apprendere, a imparare nuove professioni, a sapere bene l’italiano, a usare i nuovi media. Poi alla
scuola media Di Donato, dove in un’assemblea con insegnanti e genitori ci siamo confrontati sui problemi che abbiamo davanti e su come fare fronte. Tutte realtà aperte al mondo, dove l’impegno civico tende la mano al progetto educativo. Spazi aperti al territorio, esempi positivi dove ci si rimbocca le maniche e a volte si tiene duro. Non ho sentito lamentele, ma tante buone ragioni, quelle sì. E’ questa la cosa più bella della gente di scuola.
Un video sulla scuola Di Donato
Le foto della visita al rione Esquilino