24 febbraio, 2012

Una giusta riflessione

E’ in corso una riflessione importante. Il Sole 24 Ore ha lanciato l’idea di una “costituente per la cultura”. Quel che ad una valutazione superficiale può sembrare paradossale- tornare a investire sui beni immateriali e sulla conoscenza in un momento di forte crisi economica- viene proposto come chiave per lo sviluppo del Paese. Il Governo sta in questo dibattito con gli spunti forti e chiari di tre ministri, Ornaghi, Passera e Profumo.
Che scrivono: “Di fronte alle scelte di spending review, che comporteranno una rivisitazione del mix della nostra spesa pubblica, la componente impiegata nella sfera della conoscenza non può essere considerata un costo da tagliare, ma rappresenta uno dei bacini in cui spendere di più e meglio creando sviluppo e occupazione”.
Qui l’intervento completo.

7 commenti:

eva maio ha detto...

Cari ministri,

"...egualitarismo di facciata"?: venite nella scuola pubblica, troverete un pluralismo ed il tentativo -con mezzi poveri - di far progredire ciascuno da dove è, qualunque sia il suo livello - basso, medio, alto....- Nella scuola elementare ora detta primaria si lavora così.

Questo non è egualitarismo.. nè di ingresso nè di uscita... Ma tutti
hanno avuto la possibilità di progredire...

Scusatemi se dico quello che penso non in inglese.

P.S Noto solo oggi la dicitura "Di
mostra di non essere un robot" Bell'idea!
La uso per rivolgerla ai ministri:
"Dimostrate di non essere dei robot
dal pensiero unico"

Patrizia Garofalo ha detto...

Lettera a Rossi Doria sulle scienze umane(segreteria.rossidoria@istruzione.it)
pubblicata da Patrizia Garofalo il giorno domenica 29 gennaio 2012 alle ore 16.15 ·
Gentile sottosegretario,
nell'ambito delle misure, ovvero delle scelte, politiche, che di recente hanno decretato un vero e proprio smantellamento della scuola pubblica, molti di noi ritengono che particolarmente grave e degna di rilievo sia la scomparsa delle discipline giuridico-economiche dal triennio del liceo delle scienze umane, dal liceo classico , scientifico, e linguistico e della riduzione oraria della stessa materia negli istituti tecnici e professionali. Davvero a molti di noi piacerebbe sapere se lei ,che ha sempre lavorato e combattuto per la scuola pubblica, non ritiene che la riflessione sui valori e sulle scelte che sono sottesi ad ogni organizzazione economico-sociale e all’organizzazione giuridica dei rapporti umani ovvero lo studio dell’uomo nella sua dimensione relazionale, che è costitutiva della sua individualità, sia una delle componenti di un qualsiasi percorso formativo, più capace di far correre lo sguardo dal particolare al generale, di far riemergere le menti e le coscienze dal rigido confine di un sapere specialistico, per interrogarsi sul senso e sulla direzione del cammino umano.
Per quanto mi riguarda, riflettere insieme agli alunni sul famoso discorso di Kennedy sul PIL,come parametro più o meno valido di misurazione del benessere o sulla lettera di un capo indiano agli americani, che avevano inoltrato alla sua comunità una proposta di acquisto delle loro terre( “Come potete comprare o vendere il cielo, il calore della terra?...Noi non siamo proprietari della freschezza dell’aria o dello scintillio dell’acqua:come potete comprarli da noi? Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi…Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall’uomo bianco, che gli aveva sparato dal treno che passava. Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per vivere…qualunque cosa capita agli animali presto capita all’uomo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra”), spingendoli a riflettere sul disastro della distruzione scellerata di alcune risorse, quasi imminente, piuttosto che partire direttamente dallo studio delle norme che il nostro codice civile dedica al diritto di proprietà o dallo studio della nozione tecnica di PIL e dei problemi relativi al calcolo dello stesso, forse è cosa che avrei potuto e voluto fare anche se avessi insegnato un’altra disciplina o, forse, sarebbe purtroppo stata cosa troppo lontana dal mio orizzonte tematico e impossibile da proporre, data l’impellenza dell’acquisizione di sufficienti basi e nozioni di sapere tecnico e scientifico ai fini dell’inserimento nel mondo del lavoro. Davvero però mi chiedo, al di là delle sorti di chi, come me, aveva scelto di fare cose in cui credeva profondamente, quale formazione crediamo di fare, prescindendo da scienze umane fondamentali, come lo sono quelle sociali e come ha quasi del tutto fatto la “riforma” Gelmini. Forse, come io credo, andare in tale direzione serve a formare menti sempre meno critiche e consapevoli. Sarebbe davvero interessante conoscere la sua opinione a tal riguardo: in attesa le porgo cordiali saluti.

luigi iacobelli ha detto...

Caro maestro,
si dimetta affinché non venga associato a persone che della scuola non importa nulla. Altrimenti dovremo concludere che Lei è fatto della stessa pasta. E le dichiarazioni ipocrite che rilascia fanno comunque pensare a questa seconda ipotesi.
Un maestro come Lei che la scuola la conosce bene.
Luigi Iacobelli

Lucy ha detto...

Egregio Dott. Rossi Doria,le vorrei sottoporre il problema, molto concreto ma molto pesante, del riorientamento degli studenti delle scuole superiori.
Trovo la normativa che riguarda il riorientamento gravemente lesiva delle libertà personali di studenti e famiglie: studenti di terza media che seguono il percorso faticoso dell'orientamento per decidere della scuola superiore e dunque del loro futuro, che in questi giorni si devono sentir dire 'nella scuola che hai scelto non c'è posto per te; devi fare 40 km di strada per fare lo stesso tipo di scuola oppure devi cambiare tipo di scuola'.
Come docente, Le sottopongo uno stralcio della circolare Prot. n. MIUR AOODRLO R.U. 1797 del 24 febbraio 2012 appena arrivata nelle scuole:
<< Dovrà essere parimenti posta particolare attenzione ad evitare che, a seguito degli scrutini finali e della chiusura degli scrutini sospesi, si vengano a creare classi composte da più di 30 alunni, rispetto alle quali si chiarisce fin d’ora che non sarà possibile attuare alcuno sdoppiamento.>>
Ci viene velatamente chiesto di non bocciare chi si merita la bocciatura nei casi in cui la cosa comporterebbe una classe di 31 alunni? la trovo una richiesta veramente meschina e disonesta.
Dove vengono messe la deontologia professionale?
Ci viene chiesto, proprio quando siamo pubblici ufficiali negli scrutini, di dichiarare il falso?
Sono problemi molto terra-terra, ma andrebbero risolti prima di qualsiasi discorso 'alto' sulla qualità della scuola pubblica.
Spero di non essere stata troppo prolissa.

luigi ha detto...

Dimissioni

Fabio Albanese ha detto...

Inviata alla Segreteria:
Egregio Sottosegretario Rossi Doria
in relazione alle comunicazioni già avvenute ed al reiterato rifiuto da parte del Ministero di rilasciare la certificazione attestante il valore di abilitazione all'insegnamento nella scuola primaria del diploma di maturità magistrale ai fini del suo possibile riconoscimento in altri Stati dell'Unione Europea, in assenza di qualunque passo nella giusta direzione da parte del Ministero di riconsocere senza inutili giri di parole il valore abilitante del diploma per l'insegnamento nella scuola primaria, così come sancito da precise norme dello Stato, in assenza di una lettera di scuse laddove la Direzione Generale per il personale scolastico attribuisce al sottoscritto la definizione di "non idoneo" e "non qualificato" all'insegnamento pur se in possesso di valido titolo abilitante,mi riservo di preentare presso la Procura della Repubblica un motivato e documentato esposto con la richiesta di compiere tutti i dovuti accertamenti del caso al fine di verificare non solo se non sussistano i presupposti di violazione anche del codice penale per quanto riguarda l'eventuale rifiuto, omissione o abuso in atti di ufficio, ma altresì di chiarire:
- se le norme che sanciscono il valore abilitante permanente del titolo debbano considerarsi norme del Diritto vigenti che ogni cittadino ed Amministrazione è tenuto a rispettare così come espressamente riportato in Gazzetta Ufficiale
- se i concorsi ordinari previsti dall'art. 400 del T.U. abbiano mai costituito procedura abilitante per l'insegnamento nella scuola primaria o requisito per l'esercizio della professione di docente di scuola primaria anche a tempo indeterminato nella scuola paritaria
- se sussistano casi di docenti assunti in ruolo nella scuola statale elementare/primaria senza il superamento di detti concorsi ordinari
- nel caso in cui si continui a negare il valore di abilitazione all'insegnamento del diploma magistrale, quale sia stata la "procedura abilitante" per i tantissimi insegnanti assunti in ruolo dal 1923 ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi nella scuola statale e non statale in Italia
- allo stesso tempo, se, come dimostrato i concorsi non hanno mai avuto funzione abilitante (e non sono richiesti per l'esercizio della professione nella scuola paritaria) ed al diploma il MIUR nega tale funzione oltre a negare il requisito dell' "idoneità" professionale ai docenti, debbano ritenersi validi gli atti firmati dai docenti di scuola elementare/primaria in possesso del citato diploma, ivi compresi i registri tenuti, le pagelle firmate, gli scrutini, gli eventuali servizi prestati in funzione di tutor nei confronti sia dei diplomandi magistrale che laureandi in scienze della formazione primaria ed ogni altro atto o servizio pubblico reso.
Purtroppo, di fronte al rifiuto da parte del Ministero di ammettere ciò che la Legge stabilisce chiaramente, non appare alternativa all'azione legale.
In uno Stato di Diritto, infatti, nessuno può permettersi di cambiare le regole del gioco a partita avviata. Ed è noto a tutti che coloro che hanno conseguito il diploma di maturità magistrale nei corsi iniziati entro l'anno scolastico 1997-98 lo hanno fatto col preciso scopo di ottenere una qualifica professionale abilitante secondo l'unica modalità possibile nell'ordinamento vigente al tempo. Nessuno, quindi, può continuare a negare il valore di abilitazione all'insegnamento conseguito nel rispetto delle norme che in qual momento regolamentavano la procedura di abilitazione o rifiutarsi di attestarlo su richiesta motivata. Sarebbe come affermare la decadenza di valore delle patenti di guida esistenti ogni qualvolta viene modificato il codice della strada.
Rimanendo sempre in attesa di una risposta esaustiva e finalizzata a restituire al diploma magistrale la valenza giuridica di abilitazione all'insegnamento, negata nei fatti e nelle parole da Codesto Ministero, porgo distinti saluti.

Fabio Albanese

Anonimo ha detto...

Caro Marco,
nel difficilissimo compito di tradurre le condivisibili dichiarazioni di principio in fatti concreti mi aspetto da te grandi cose...

Mi permetto di suggerirti qualche ipotesi intorno al tema "VALORIZZIAMO I DOCENTI RICERCATORI" .

1) nelle biblioteche del sistema universitario troppo spesso ad un docente della scuola (precario o strutturato) viene impedito l'accesso ai servizi minimi.
E' mai possibile che in strutture dello stesso ministero non ci si possa muovere con un pò di elasticità ?

2) i libri costano; un buon computer connesso alla rete costa; corsi di lingue per seguire il dibattito culturale internazionale costano; il long life learning costa.
Non c'è modo di defiscalizzare le spese per chi ha scelto di studiare nelle ore nelle quali non insegna nè partecipa ad attività scolastiche previste da contratto?

3) i musei ... ma è possibile che un docente ci possa entrare con una riduzione solo se è accompagnato da quindici adolescenti ?

E' davvero tanto difficile mandare al paese che li merita un pò di messaggi di valorizzazione della professionalità del personale della scuola ??? ??? ???

un caro saluto
Gianluca Attademo