Già da qualche settimana sono rientrato al lavoro aTrento. Riprendo ora a dire. Domani esce su la Repubblica di Napoli questo mioarticolo, tema i rifiuti… visti da qui e raccontati per come capisco io chestia andando questa battaglia:
I rifiuti sono il grande, perenne tema, anche dei tantinapoletani che vivono lontano. Abbiamo un bisogno folle di toglierci i lunghianni di vergogna dalla faccia. E malediremo sempre chi ce l'ha messa addosso.L’estate è calda qui più che giù. Non c’è brezza dal mare. Per strada mi trovocon alcuni operatori del sociale, emigrati: soldi pagati ogni mese,come non è da noi. Gianni spiega ai colleghi di Trento come è difficile gestirei rifiuti. Ascoltano. Non so se capiscono. Gli dici che ce la faremo e tiguardano in un modo che fa fatica dentro. Franca dice delle telefonate dellesorelle, che raccontano della voglia di pulire della gente del quartiere.
Parto per giù. Incontro Arturo sul solito treno. E’ un ragazzodi Napoli che lavora in un’azienda elettronica in Germania. “Ma il sindaco cela farà con i rifiuti?” Sono i primi di agosto. Arrivo in città. I cumuli delleultime tre volte non ci sono. Nel mio quartiere continua la vigilanza dal bassosull’orario. La gente scende la sera con i sacchetti, disciplinata. Mio figlioe gli altri ragazzi del palazzo differenziano come hanno fatto sempre. Siassumono la fatica di portarli in un altro quartiere. A turno.
A fine mese riparto con le strade sgombre. E appena rientrato alNord, in una solo giornata 4 persone diverse mi chiedono se ci riusciremo, sesi eviteranno nuove crisi.
Ne ragiono dentro di me, guardo i dati. So che la domanda di chiè fuori è la stessa di chi si attiva a Napoli. E’ la sfida per la vita di unacittà. La differenziata è ancora al 17 per cento. E mentre sta per aprirsi lavera battaglia su quel fronte, ci sono da smaltire 1.250 tonnellate al giorno.
Lo racconto a un assessore di qui. Non si rende conto neanchedella cifra, sgrana gli occhi. Gli mostro che, in proporzione alla popolazione,produciamo meno rifiuti… “Sai, siamo piùpoveri, consumiamo di meno”. Annuisce, vuole capire.
“La vera battaglia è ladifferenziata. Faccio parte di quelli che lo dicono da sempre. Gli automezzinuovi stanno arrivando. Domani si aprono le buste del bando per i bidoncini:carta, umido, multi materiale, indifferenziata.” “Come da noi!” – dice l’assessore. Mi sembra di stare nel filmBenvenuti al Sud. Gli stereotipi albergano anche nelle persone migliori, cheamano la nostra città. Così lo informo: “Comein tanti comuni virtuosi intorno a Napoli”. “Sai – aggiungo - metteranno ibidoncini sotto i palazzi, ampliando l’utenza da 140 mila a 320 mila persone.Gli indico su un foglio i quartieri. Gireranno strada per strada ad informare.Nei Quartieri Spagnoli - dove non c’è spazio - metteranno i sacchi di coloridiversi in giorni diversi. E’ il mio quartiere. La gente ha voglia di farlo.Nei quartieri dove già è in atto, la percentuale di differenziata è salita congrande rapidità. Chi ha governato prima non aveva voluto credere nella città.”.“E i soldi da dove vengono?” “Circa 9 milioni dal ministro dell’ambiente maintanto e soprattutto da un mutuo” – gli rispondo. “Un muto?” – chiede. “Sì, unmutuo di 43 milioni ottenuto dal Comune. Che serve a gestire il temponecessario a far funzionare la differenziata e intanto tirar via dalle strade esmaltire. Un mutuo che ha ri-finanziato l’Asia, ricapitalizzato”. “Ma l’Asia l’ho vista in tv, era una cosa dabrividi…. “Non è così” gli dico.Racconto del lavoro all’Asia in questi mesi. Del lavoro tra comune provincia,tra Asia e l’ente provinciale Sapna, della possibilità di un consorzio a breve.
E’ sorpreso. “Ma ora doveva la monnezza e dove andrà mentre si svolge la lunga battaglia per la differenziata?”Descrivo la vicenda, racconto dei luoghi promessi e disdetti. Serre. Savignano.Spiego dei terreni e della densità di popolazione, delle proteste, della faticadi rifare tutto. Ascolta. “Sì, ma dove vala monnezza ora?” La risposta è lunga: “Perora va nel Casertano. Questo è un mese critico, un imbuto. Riaprono le scuole.La discarica molto contestata di Chiaiano ha procedure di controllo in atto eha bisogno di lavori per ottimizzare la capienza. I rifiuti indifferenziativanno agli STIR di Chiaiano, Giuliano. Ci sono ancora code per trattarli.Attese dei compattatori, anche di ore. E’ difficile. Lì vengono tritati,vagliati, divisi, imballati. La parte secca va ad Acerra, dove ora funzionanodue linee. L’umido va in discarica. E questa estate liberata dai rifiuti c’èstata perché il decreto del governo è caduto e perché il consiglio di stato haribaltato il giudizio del TAR; così si sono potuti fare gli accordi conoperatori e enti locali in Emilia e Liguria, tutto con delibere di quelleregioni e secondo i crismi”.“E poi?” – mi chiede. “Poi: andranno prima in Olanda edopo altrove all’estero, fino alla fine dell’anno, con le navi. Grazie a unamanifestazione di interesse già bandita, c’è interesse da parte di tanti”. “E comearrivano i rifiuti alle navi?” Gli spiego: “Vengono messi in delle balle nei siti di trasferenza e portati al portograzie a un contratto locale in seguito a un bando e messe sulle navi, portatevia e poi trattati e valorizzati grazie a un altro contratto, con l’estero”. “Ma c’è uno spreco di denaro pubblico..quanto costa?” “Lo spreco c’è e lavia maestra è la differenziata. Ma intanto c’è da smaltire e da creare unflusso proporzionato alla produzione. E costa meno che in Italia: la nave costamolto ma il trattamento pochissimo. Con la concorrenza dovuta al nuovo bando sispera di abbassare i costi”. Annuisce l’assessore del Nord: “Perché non le dite queste cose in giro?”.
Mi allontano. Penso che la battaglia sarà lunga. Ma che vi è unacredibilità nuova che la permette. E che ogni passaggio di questa civile faticava raccontata, fuori e dentro Napoli, con dovizia di particolari. Soprattuttoai cittadini di Napoli. Che capiranno le difficoltà e potranno misurarsi con lacomplessità - che è la base di ogni apprendimento. E che potranno attivarsimeglio sapendo la fatica del percorso. E’ questa la vita democratica.
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