08 aprile, 2011

Lutto stretto e vicende d’ogni giorno

Dovremmo stare tutti con un segno di lutto addosso. Un bottoncino nero. Come si usava quando ero bambino.
Perché va manifestata la pena e l’indignazione per le persone lasciate morire nel canale di Sicilia. Quelli buttati a mare stamattina, per  i 250 annegati l'altro giorno, per i 4.500 morti di questi anni nel canale di Sicilia. In gran parte rifugiati eritrei e somali come da anni documenta e racconta Gabriele Del Grande.

Ed è questa cosa qui la più importante. Che rimetterebbe le cose nell’ordine giusto. – se riprendessimo a guardare l’Italia in modo serio. Secondo scienza e coscienza.

Per seguire coscienza e curiosità Diego Bianchi è andato a Manduria, a vedere da vicino la "fuga dei clandestini", per scoprire che lo tsunami umano è fatto di persone, normali, con legittime aspirazioni e voglia di un futuro. Così come normali e ragionevoli sono i carabinieri e perfino i cittadini aspiranti giustizieri.
E su cosa significa concretamente accoglienza e su come questo sia giusto, oltre che "conveniente" segnalo gli interventi di  Alessandro Leogrande  (che sui braccianti stranieri in Puglia ha scritto un bel libro) e di Andrea Stuppini su La voce.


Nessun commento: