11 aprile, 2010

Almeno provare a muoversi

Oltre che di lavoro, di pranzi pasquali e di depressione per la tornata elettorale, mi sono occupato, in questi giorni, di numeri di votanti e voti a Napoli. Votanti in ulteriore calo e maggiore calo ancora che nel resto d’Italia. Votanti che vedono la sconfitta a Napoli città dove, però, il centro-sinistra continua nonostante la passima amministrazione a conservare consensi.
Credo che, prima della resa totale a una sconfitta ulteriore, annunciata e deprimentissima, si debba tentare qualcosa. Muoversi. Perciò – e con quel minimo di realistico buon senso politico che ci vuole, credo – ho scritto l’articolo che è su Repubblica Napoli di oggi e che riporto interamente qui sotto. Qualcuno risponderà? Mah…


Una lunga stagione politica sta finendo per usura e esaurimento. Come per una disidratazione, per lenta consunzione metabolica. E non è solo questione di Bassolino. L’esperienza amministrativa – il governare le cose per il bene dei cittadini - di un’intera generazione di politici locali si è conclusa con il bilancio in rosso. Infatti, dopo quindici anni di governo regionale, provinciale e della città, siamo più poveri, abbiamo speso poco e male gli ultimi fondi europei che avremo, la macchina amministrativa non è mai stata riformata, non si è visto alcun piano di riconversione post-industriale, i giovani non si formano e emigrano, la gestione del territorio – dai rifiuti agli assetti urbanistici – sono restati privi di un’idea che avesse gambe su cui marciare. Le cose nuove, i miglioramenti concreti si contano sulle dita di una sola mano. E ogni volta che lo facciamo davanti ai nostri figli, appariamo sempre più patetici. Un venticinquenne si guarda intorno e non può enumerare una sola cosa di valore che ha visto sorgere e consolidarsi in questi anni. E può rinfacciare a noi, suoi genitori, di avergli consegnato un luogo peggiore di quello da noi ricevuto. Sono dati di fatto. Crudi. Che non possono essere smentiti. E non va certo meglio sul piano della politica: la famosa “messa in sicurezza” del Pd e delle sue alleanze semplicemente non vi è stata e la rappresentanza è lontana anni luce dai cittadini.
Così, in un anno, il centro-sinistra ha perso la Provincia di Napoli e la regione Campania. La casa del partito democratico e anche il recinto delle potenziali alleanze sono in fiamme.
Ma la consapevolezza della situazione da parte del notabilato di centro-sinistra non c’è. E mentre si rischia di perdere anche il comune di Napoli, questi strani individui continuano ad aggirarsi ringhiando litigiosamente gli uni contro gli altri. E gli oggetti delle inconcludenti contese sono ora la segreteria provinciale del partito democratico ora gli assetti di questa o quella compagine della coalizione.
Nessuno ma proprio nessuno - che non faccia parte di quelle poche centinaia di persone che si nutrono solo di queste cose – può umanamente capire di cosa si stia parlando. E’ facile profetizzare che così facendo la casa e il recinto andranno in cenere. E, intorno alle rovine, piccoli cani smagriti staranno a leccare le ferite a lungo o forse continueranno ad abbaiarsi nel nome di antiche dimenticate fedeltà o infedeltà.
Si può fare qualcosa? Sì. Si può. Ma ci vuole un po’ di santo coraggio. E uno scatto di intelligente orgoglio e di buon senso. Si convochino subito le primarie per le elezioni comunali. E siano “di coalizione”, con l’accordo sul come farle da parte di tutte le sue componenti. Al contempo si favorisca una riflessione autentica – un bilancio delle cose fatte e non fatte. I candidati si cimentino con il compito di indicare soluzioni realistiche ai problemi della città. E, in questa contesa, mostrino le capacità di leadership nuova che la città merita e forse possiede, nonostante tutto. E – una volta scelto il candidato sindaco – vi sia una moratoria che eviti i litigi e si sostenga chi ha vinto.
Si faccia, poi, una campagna elettorale che dia il tempo di fare conoscere candidato e proposte – pochissime e chiare. Una campagna che sia fortemente partecipativa, come quella di Nichi Vendola in Puglia. Centrata sulle cose da fare. Insieme ai cittadini.
Se si fa così - e se lo si fa senza ingombranti quanto inutili padrini di questo o quel candidato, con Antonio Bassolino che si gode l’indispensabile tempo di riposo e Rosa Russo Ierevolino che esce dalla scena in punta di piedi – forse il centro-sinistra di Napoli può aspirare a governare la nostra città. In modo finalmente e davvero nuovo. Altrimenti no.

2 commenti:

pirozzi ha detto...

caro marco, ci sono risposte - ma il termine è inesatto - su napolionline, che certamente avrai letto.Ma se pensi a risposte da dentro, levatelo dalla testa. però...però, più che aspettare rispposte continuiamo a domandare che alla fine potrebbe destabilizzare un po'. sulle primarie, peserebbe la finta democrazia dei comunisti nostrani, che sarebbero capaci di far votare a comando. però ...però... non sembre le cose vanno come i loro costruttori che sanno come funziona la politica, da bravi esperti, e il mellone potrebbe anche uscire rosso.
Naturalmente la cosa, e lo sai, non comincia e non finisce qui: la tragedia è che è bloccata la produzione dei legami sociali primari: non sono alcune centinaia soltanto i membri, con rispetto parlando, del ceto politico; sono molti molti di più tutti quelli che hanno campato sul loro carro e ora sono sospinti a affollarsi su carro, terrorizzati dalla fine della zizzenella, invece di risponderti

Pietro Spina ha detto...

Caro Marco, mi fa piacere che ti fai sentire sui giornali e condivido quello che dici, ma volevo chiederti una tua impressione. secondo te queste elezioni hanno segnato una ripresa del "voto di opinione" a napoli, almeno, se non in campania? oppure è solo l'allentamento di certe reti clientelari che ha avvantaggiato quelle avversarie? Voglio dire, secondo te l'elettorato napoletano è in grado di esprimere realmente e in modo libero il proprio giudizio sull'amministrazione nelle tornate elettorali, e dunque ha bocciato la giunta regionale uscente (come avrebbe fatto, credo, ogni popolo libero) oppure è semplicemente transitato da una clientela all'altra con molti che, non avendo ricevuto promesse allettanti sono rimasti a casa?
io non mi so rispondere, ma mi chiedo come sia possibile che la lista di Mastella porti ancora 2 consiglieri regionali e che la Lonardo (al domicilio coatto!) prenda ancora 3mila voti a napoli (per non parlare dei 10.000 e passa del beneventano). Se questo è voto di opinione, meglio farsi monaci (con tutto il rispetto per i monaci).
Te lo chiedo perchè secondo me questa riflessione è preliminare ad ogni serio discorso sul "che fare" a sinistra. Ha ragione Pirozzi che il ceto politico è molto più grande di quello che ottimisticamente dici, se per tale intendiamo anche la "borghesia" illuminata, più o meno vomerese, che predica bene e critica anche troppo, ma poi il voto l'ha promesso all'amico che ha promesso di aiutare..." ma quello è una brava persona, quell'altro è una brava persona "... e poi le solite chiacchiere del ceto politico "tu non capisci la tattica di bassolino, tu non sai che vuol dire ecc..." insomma lo conosci anche meglio di me, l'ambiente.
Allora, quello che mi chiedo non è chi gestirebbe le eventuali primarie (puramente utopistiche) che tu auspichi, ma chi ci parteciperebbe e con quale spirito.
In linea teorica, secondo te, è possibile un effetto di trascinamento delle primarie sul voto reale tipo quello che si è avuto in puglia con vendola?