Tutti a ripetere con enfasi: la maggioranza del Pd, sostenuta da De Mita e Bassolino, è stata “rovesciata” nel corso dell’elezione al segretario provinciale di Napoli del PD.
In questo modo, dopo settimane di rissa tra nomenclature, la vicenda del nuovo partito – le cui diverse componenti comunque a turno ci governano ininterrottamente dal 1993 con i risultati che connotano non certo nel miglior modo la nostra vita e quella dei nostri figli - sarebbe venuta a un arresto nella continuità. E tutti parlano di svolta.
Ma lo è?
Mah…
…per come poco democratiche sono state tutte queste vicende da prima del 14 ottobre ad oggi, così come ho ripetuto fino alla nausea (vedi, ancora, articolo di ieri su Repubblica Napoli), a me adesso vengono solo in mente gli ultimi versi del ben noto Coro, alla fine del terzo atto dell’Adelchi di Manzoni (mi costrinse a impararli a memoria il mio prof. del ginnasio, anno di grazia 1968) che qui - a me pare – tornano davvero utili:
“Il forte si mesce col vinto nemico,
Col novo signore rimane l’antico,
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.
Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha”.
16 commenti:
Così fatti pensieri
quando fien, come fur, palesi al volgo,
e quell'orror che primo
contra l'empia natura
strinse i mortali in social catena,
fia ricondotto in parte
da verace saper, l'onesto e il retto
conversar cittadino,
e giustizia e pietade, altra radice
avranno allor che non superbe fole,
ove fondata probità del volgo
così star suole in piede
quale star può quel ch'ha in error la sede.
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà. ... la mamma no.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto una educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche... lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima… prima…prima… era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano, ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno era comunista perché la borghesia, il proletariato, la lotta di classe...
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo RAI TRE.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il materialismo dialettico per il Vangelo secondo Lenin.
Qualcuno era comunista perché era convinto di avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande partito comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggior partito socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi, solo in Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché Piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica eccetera, eccetera, eccetera...
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
indipercui mi pare il caso di parlarne chiaramente con lo strizzacervelli!
Con tutto il rispetto per il Manzoni, che purtroppo non sono mai riuscita ad amare, un abbraccio virtuale a chi ha omaggiato Gaber con una delle sue canzoni-poesia più belle e toccanti che mi sia mai capitato di ascoltare. In fondo anche quelli erano altri tempi.
Si è aperto uno spazio libero di Poesia??????????????wuauuuuuuuuuuuuuuu!!!!!!
la adoro:
E se non posso dire del mio amore -
se non parlo dei tuoi capelli, delle labbra, degli occhi,
serbo però nell'anima il tuo viso,
il suono della voce nel cervello,
i giorni di settembre che mi sorgono in sogno:
e dan forma e colore a parole e frasi
qualunque tema io tratti, qualunque idea io dica.
fabrizio
site 0na chiaveca! (a tutto il pd, vomitevole)
spazio, di alda merini
Spazio spazio, io voglio, tanto spazio
per dolcissima muovermi ferita:
voglio spazio per cantare crescere
errare e saltare il fosso
della divina sapienza.
Spazio datemi spazio
ch’io lanci un urlo inumano,
quell’urlo di silenzio negli anni
che ho toccato con mano.
(Da "Vuoto d'amore" - Giulio Einaudi Editore , Torino, 1991)
pare che non c'entri.
ma la foga monica, cioè monica tavernini,mi ha spinto a leggere, avendola sentita parlarne, luce irigaray, "oltre i propri confini". un po' ripetitivo, ma col vantaggio che repetita iuvant. vista tanta poesia, che si potesse aprire uno spazio di consigli? è un testo utile a capire pa politica e a farci capire che martano e cortese forse sono peggio dei maschi.
come dice il compagno che mi ha preceduto nel blog, sonc overmente na chiaveca, vomitevoli
I'VE A DREAM
CHE BASSOLINO, NICOLAIS ETC
(MA MAGARI NOI) UN BEL GIORNO SI SCETASSE E CI DICESSE
Congedo del viaggiatore
cerimonioso
Amici, credo che sia
meglio per me cominciare
a tirar giù la valigia.
Anche se non so bene l’ora
d’arrivo, e neppure
conosca quali stazioni
precedano la mia,
sicuri segni mi dicono,
da quanto m’è giunto all’orecchio
di questi luoghi, ch’io
vi dovrò presto lasciare.
Vogliatemi perdonare
quel po’ di disturbo che reco.
Con voi sono stato lieto
dalla partenza, e molto
vi sono grato, credetemi,
per l’ottima compagnia.
Ancora vorrei conversare
a lungo con voi. Ma sia.
Il luogo del trasferimento
lo ignoro. Sento
però che vi dovrò ricordare
spesso, nella nuova sede,
mentre il mio occhio già vede
dal finestrino, oltre il fumo
umido del nebbione
che ci avvolge, rosso
il disco della mia stazione.
Chiedo congedo a voi
senza potervi nascondere,
lieve, una costernazione.
Era così bello parlare
insieme, seduti di fronte:
così bello confondere
i volti (fumare,
scambiandoci le sigarette),
e tutto quel raccontare
di noi (quell’inventare
facile, nel dire agli altri),
fino a poter confessare
quanto, anche messi alle strette,
mai avremmo osato un istante
(per sbaglio) confidare.
(Scusate. E’ una valigia pesante
anche se non contiene gran che:
tanto ch’io mi domando perché
l’ho recata, e quale
aiuto mi potrà dare
poi, quando l’avrò con me.
Ma pur la debbo portare,
non fosse che per seguire l’uso.
Lasciatemi, vi prego, passare. Ecco.
Ora ch’essa è
nel corridoio, mi sento
più sciolto. Vogliate scusare).
Dicevo, ch’era bello stare
insieme. Chiacchierare.
Abbiamo avuto qualche
diverbio, è naturale.
Ci siamo – ed è normale
anche questo- odiati
su più d’un punto, e frenati
soltanto per cortesia.
Ma, cos’importa. Sia
come sia, torno
a dirvi, e di cuore, grazie
per l’ottima compagnia.
Congedo a lei, dottore,
e alla sua faconda dottrina.
Congedo a te ragazzina
smilza, e al tuo lieve afrore
di ricreatorio e di prato
sul volto, la cui tinta
mite è sì lieve spinta.
Congedo, o militare
(o marinaio! In terra
come in cielo ed in mare)
alla pace e alla guerra.
Ed anche a lei, sacerdote,
congedo, che m’ha chiesto s’io
(scherzava!) ho avuto in dote
di credere al vero Dio.
Congedo alla sapienza
e congedo all’amore.
Congedo anche alla religione.
Ormai sono a destinazione.
Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, son certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento.
Scendo. Buon proseguimento.
CAPRONI
uè ma che è,un concorso di poesia?
manzoni vi scatena?
a ma fa venire la guallera!
e mò facimme a mettere acopp!
con la provvida sventura
ci ammorba la natura
e ci schiatta la pazienza:
non è ardua la sentenza!
solo tu,rossi doria
pensavi alla vittoria
speravi questa volta
la realtà sotto engoppa.
ma la bindi verginella,
che non è neanche bella
a braccetto con la carloni
ti dà un calcio nei ..glioni.
la sorella di pandora
Caproni per far sloggiare Bassolino & company??? Che spreco, amico mio ... quello è un grande poeta! Per questi qua ci vuole solo un grande calcio in c*** ...
mi sono registrata'
PANDO', VULIMME TIRA'?????
Hanno fatto 'sto piddì
e so' sempre quelli lì.
Bassolino con Rosetta,
una coppia inver perfetta:
puoi girarli sott'e 'ncoppa
ma 'a munnezza è sempre troppa.
La Pagàno con De Mita?
non scherziam, così è la vita:
per avere una poltrona
faccio pure la ba*****!
La Cortese e la Martano?
per piacere, andiamo piano:
tra due donnne come quelle
si so' rotte 'e giarretelle!
Mo' ci sta la Gianmattei,
e 'sti cavoli so' miei!
il mio nome? sono Tino,
ed un cinico destino
m'ha portato fino qui,
alla testa del piddì.
Che farò, madonna mia?
guiderò quest'agonìa?
ora chiamo il mio padrino
e gli dico: "me tapino!
fa' qualcosa almeno tu,
non ne posso proprio più!"
Ma Ciriaco in quel di Nusco
lo strapazza in modo brusco:
"Zitto tu, che con Andonio
mo' facciamo un pandemonio!
il ministro, sì, quel Gino
lo riduco un moscerino!
Ci sta il popolo che 'o vvo',
a valanga ci votò!
E 'sta specie 'e prufessore
Mazzarella, sì, 'sta mazza:
un autentico impostore!
preparasse la corazza:
sono io l'imperatore!"
te sei scurdato la poltrona
della sandra la zizzona
con mastella il ministro
e il quadro è sinistro!
ma che provvida sventura
questa è proprio una iattura!
poi ci metti il cardinale
o ittasso int'o canale
risparmindo la via ..ale
ma che bello sto paese
ci facimmo sempre 'e spese
ci faccimmo la ricotta
pure ngoppa 'a carna morta,
ci volesse 'na paranza
c'acceresse pure a Pansa
sta maniata e fetienti
ce tirasse tutte e rienti!
Complimenti alla sorella di pandora e agli altri poeti.
Perché non organizziamo una lettura pubblica dei propri componimenti in rime? Soggetto: la situazione politica in Campania.
Sarebbe un modo originale, senza fare troppe chiacchiere, di testimoniare che ci siamo rotti i ...
Okeey ci sto!Vi invitiamo (sempre se ce lo danno) al ns stand previsto per un sabato e domenica peridodo natalizio alla municipalità one, dove chiunque ,indi anche voi , potrà reading.....il testo letterario della sua vita...salendo su un vero palco( una cascetta della frutta capovolta) ed accompagnato da formidabili musici...
bye bye
fabrizio capuano
mi piace l'idea...
un certamen certamente
scalda la mente
e versus forse
ancor facit indignatio.
coraggio, proviamo.
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